Baita del Luca (1070 m)


Publiziert von siso , 3. November 2012 um 11:20.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum: 2 November 2012
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo San Lucio-Monte Boglia   CH-TI 
Zeitbedarf: 3:45
Aufstieg: 620 m
Strecke:Rosone (885 m) – Val d’Usin – Cioascio (1041 m) – Baita del Luca (1070 m) – Cagareta – Capanna Pairolo (1350 m) – Mataron (1412 m) – Usin (1100 m) – Petrolzo (928 m) – Rosone (885 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Lugano – Sonvico – Rosone.
Unterkunftmöglichkeiten:Baita del Luca (1070 m); Capanna Pairolo (1350)
Kartennummer:C.N.S. No. 1333 - Tesserete - 1:25000.

Breve escursione ad anello con partenza da Rosone (885 m), nel comune di Sonvico, che dal 1º aprile 2013 farà parte del comune di Lugano.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:25

Fine dell’escursione: ore 12:00

Temperatura alla partenza: 8°C

Temperatura alla Capanna Pairolo, ore 10.00: 5,5°C

Temperatura al rientro: 15°C

 

Condizioni meteorologiche incerte oggi. Decidiamo quindi di compiere una gita perlustrativa per una possibile ciaspolata. Lo stimolo mi è stato offerto dalla pubblicità di un rifugio che non conoscevo ancora: la “Baita del Luca, a un passo dalle Dolomiti ticinesi”.

Luca Sganzini era un giovane validissimo alpinista del Gruppo Scoiattoli dei Denti della Vecchia. Frequentava sia i Denti sia le Dolomiti. Nel 1978 partecipò alla prima spedizione ticinese in Himalaya. Il 18 ottobre 1978 raggiunse la vetta del Pumori (7161 m), in Nepal. L’anno successivo ottenne il diploma di Guida alpina svizzera. Il 29 novembre 1979 trovò la morte cadendo dal Palon de la Ajiou, in Marocco, mentre si disassicurava. Aveva solo 27 anni!

I genitori, per commemorarlo, finanziarono la costruzione di una nuova baita che prese il suo nome.

Ho conosciuto Luca ai tempi degli studi universitari. Mi colpiva il fatto, che anche in pieno inverno circolasse con i sandali e a piedi nudi; abitudine molto diffusa tra gli alpinisti di punta per rafforzare le difese contro il freddo delle alte cime.

 

Il nucleo di Rosone non offre che pochissime possibilità per lasciare l’auto. Troviamo un posticino sul bordo della strada, in posizione molto scomoda. Circa 200 m prima della Fattoria del Faggio, in località Petrolzo, prendiamo la stradina a destra, verso la Val d’Usin. A quota 910 m, in prossimità di una barriera, troviamo tre auto posteggiate: il parcheggio, privato, è praticamente esaurito. Continuiamo nel bosco misto a latifoglie, in un clima molto umido. A quota 960 m superiamo il Torrente di Dino. Il ponticello di legno, assai scivoloso non offre protezioni. Poco dopo dobbiamo superare un tratto molto ripido, assicurato da catene e facilitato da gradini di legno. Da qui, in circa sette minuti di salita, raggiungiamo il vasto maggengo di Cioascio, cosparso di numerosi rustici. Raggiungiamo la stradina sterrata che sale da Lovascera; il segnavia indica la quota, 1041 m, ma non dà nessuna precisa segnalazione per la Baita del Luca. Interpello un “local”, che ci manda “all’ultima baita in alto”. Ci fidiamo alla cieca. Risaliamo quindi tutto il ripido pratone fino alla sella a 1120 m che ospita diversi rustici in fase di riattazione. Non riusciamo ad individuare il rifugio. Decidiamo allora di scendere di nuovo a metà del pascolo, alla quota indicata dalle guide. Finalmente lo troviamo.

                                               Baita del Luca (1070 m)

All’interno, notiamo con stupore che è sovraffollata: un nutrito gruppo di ragazzini e bambini, con pochi adulti, sta consumando una ricca colazione. L’aria della baita è invasa da un invitante profumo di caffè moka…

Cerco, senza successo, un’immagine di Luca. Mi viene indicata la lapide commemorativa all’ingresso della baita.

Soddisfatti per averla scovata, proseguiamo senza indugi verso la più conosciuta Capanna Pairolo (1350 m), che raggiungiamo in soli 35 min.

La breve sosta alla Pairolo, attualmente chiusa, è rallegrata da un’occhiata di sole. Il freddo ci invita tuttavia a riprendere celermente il cammino. Decidiamo di tornare a Rosone seguendo il sentiero panoramico via Mataron (1412 m) e Usin.

Anello molto interessante, che ci ripromettiamo di rifare con le ciaspole.

L’escursione ha come logico epilogo un pranzetto nel vicino Grotto Arla.

 

Anello di 7,7 km in Valcolla, con splendide vedute sulle pareti dolomitiche dei Denti della Vecchia. Ideale escursione autunnale o invernale per una panoramica ciaspolata.

 

Tempo di salita fino alla Capanna Pairolo: 1:05 h

Tempo totale: 3 h 35 min

Tempi parziali

Rosone (885 m) Baita del Luca (1070 m): 30 min

Baita del Luca (1070 m) Capanna Pairolo (1350 m): 35 min  

Capanna Pairolo (1350 m) – Rosone (885 m): 1:30 h

Dislivello in salita: 620 m

Sviluppo complessivo: 7.7 km

Difficoltà: T2

Coordinate Baita del Luca: 722.980 / 102.560

Coordinate Capanna Pairolo: 724.290 / 102.530

Copertura della rete cellulare: buona

Partecipanti: Anna, Daniele e siso


Tourengänger: siso


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Kommentare (2)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 4. November 2012 um 18:56
Grazie per averci fatto conoscere questo interessante percorso e la storia ad esso collegata. Ora la Capanna del Luca, grazie alle tue indicazioni e alla tua traccia GPS sarà più facilmente raggiungibile.
Complimenti al terzetto protagonista.

siso hat gesagt: RE: Baita del Luca
Gesendet am 4. November 2012 um 20:07
Ciao Giulio,
grazie per l'attenzione.
La Baita costituisce la base d'appoggio per i numerosi alpinisti che affrontano le vie d'arrampicata ai Denti della Vecchia.

Saluti e buona settimana.
siso


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