Valle Bavona – Da Fontana alla Bèdu (sulle pendici del Pizzo Paràula) per la Costa di Chint
|
||||||||||||||||||||
La Valle Bavona
La Valle Bavona è una vallata grandiosa, che ti lascia senza parole ogni volta che la visiti. In essa ti senti parte di tutta la sua natura e della sua storia straordinaria.
Un libro fondamentale per conoscere la valle è “Alpi di Val Bavona”, di Giuseppe Brenna e Luigi Martini.
Da Fontana all’Alpe della Bèdu per la Costa di Chint
Mi è stato raccontato che un signore di Lecco, forte alpinista che della montagna sa amare il tutto, ha trovato in questo libro lo spunto per compiere numerose ascensioni appunto in Valle Bavona.
Egli ha pure percorso l’itinerario (descritto nel libro al numero 24.5) relativo alla via che da Fontana risale la Costa di Chint e ne è rimasto completamente affascinato. Talmente affascinato da aver ripulito con cura il passaggio della lama rocciosa tagliata a denti di sega.
Mi faccio prendere dal desiderio di conoscere un po’ di più la Valle Bavona e anche di vedere il lavoro di quel signore e pertanto, con mio marito, da Fontana (600 m) vado a risalire la via della Costa di Chint.
Una bella azione, semplice, disinteressata e quindi pura
Quassù, tutto ti lascia sbalordita e sbalordito, compreso il passaggio della lama, ripulito effettivamente con gran cura dopo secoli di abbandono.
E’ bello vedere come una persona si affezioni a un tale posto (nel senso che quel luogo diventa anche “suo” e lo ami) tra i più dimenticati del pianeta: pur sapendo chiaramente che da lì non passerà più nessuno o quasi, con la sua piccozza si mette a tirar via terra e fogliame dalle fessure. E questo per far rivivere qualcosa di importante e per dire il suo “grazie”.
Gli uomini grandi
Quassù c’è la grandezza dell’umanità.
La vedo distinta in quelle persone che hanno abitato questa terra tremenda, difficile, sovente inospitale. La vedo nei loro sguardi fieri e sinceri, che ci parlano dalle fotografie d’epoca che nel citato libro si trovano a partire da pagina 551.
Valle Bavona: una miniera di itinerari incredibili
Raggiungo quindi i vari corti dell’alpe per riempirmi di ulteriore stupore, meraviglia, bellezza.
Non mi dilungo oltre. Per la descrizione della via per la Bèdu (1602 m) rinvio al citato itinerario 24.5 del libro “Alpi di Val Bavona” e agli itinerari 24.4 e 24.2 o 24.3 per il Corte di Cima.
Quando tornerà la bella stagione sarà interessante provare da qui l’ascesa verso l’Alpe di Paràula (itinerario 25.10) e il Pizzo Paràula (vedi la guida del CAS).
Il passato che rivive
Per quanto ricevo da questa ascensione, anch’io mi sento di dire “grazie” a qualcuno.
La mia visita, e pure quella di coloro che risalgono le antiche vie dell’alpe*, ha pure il senso del tener viva la memoria.
Proprio come lo si dice espressamente anche nel libro di Federico Balli e Giuseppe Martini (fratello di Plinio Martini - il grande autore de “Il fondo del sacco” e di altri libri sulla valle - e di Luigi Martini) dal titolo “Valle Bavona, Il passato che rivive” (Armando Dadò Editore e Fondazione Valle Bavona, Locarno 1996).
*(In hikr si possono leggere diverse relazioni di alpinisti che si sono messi su diverse tracce bavonesi: ci sono, per esempio e più volte, quelle sui viaggi di zaza, andreasseeger, gmonty e - ancora l’altro giorno con la via per la Cogliata - di tapio; notevole anche il sito di Frank Seeger “alpi-ticinesi.ch”).
Dopo aver disceso questa scaletta si conclude l’esperienza tra i dirupi della Costa di Chint.
La Valle Bavona è una vallata grandiosa, che ti lascia senza parole ogni volta che la visiti. In essa ti senti parte di tutta la sua natura e della sua storia straordinaria.
Un libro fondamentale per conoscere la valle è “Alpi di Val Bavona”, di Giuseppe Brenna e Luigi Martini.
Da Fontana all’Alpe della Bèdu per la Costa di Chint
Mi è stato raccontato che un signore di Lecco, forte alpinista che della montagna sa amare il tutto, ha trovato in questo libro lo spunto per compiere numerose ascensioni appunto in Valle Bavona.
Egli ha pure percorso l’itinerario (descritto nel libro al numero 24.5) relativo alla via che da Fontana risale la Costa di Chint e ne è rimasto completamente affascinato. Talmente affascinato da aver ripulito con cura il passaggio della lama rocciosa tagliata a denti di sega.
Mi faccio prendere dal desiderio di conoscere un po’ di più la Valle Bavona e anche di vedere il lavoro di quel signore e pertanto, con mio marito, da Fontana (600 m) vado a risalire la via della Costa di Chint.
Una bella azione, semplice, disinteressata e quindi pura
Quassù, tutto ti lascia sbalordita e sbalordito, compreso il passaggio della lama, ripulito effettivamente con gran cura dopo secoli di abbandono.
E’ bello vedere come una persona si affezioni a un tale posto (nel senso che quel luogo diventa anche “suo” e lo ami) tra i più dimenticati del pianeta: pur sapendo chiaramente che da lì non passerà più nessuno o quasi, con la sua piccozza si mette a tirar via terra e fogliame dalle fessure. E questo per far rivivere qualcosa di importante e per dire il suo “grazie”.
Gli uomini grandi
Quassù c’è la grandezza dell’umanità.
La vedo distinta in quelle persone che hanno abitato questa terra tremenda, difficile, sovente inospitale. La vedo nei loro sguardi fieri e sinceri, che ci parlano dalle fotografie d’epoca che nel citato libro si trovano a partire da pagina 551.
Valle Bavona: una miniera di itinerari incredibili
Raggiungo quindi i vari corti dell’alpe per riempirmi di ulteriore stupore, meraviglia, bellezza.
Non mi dilungo oltre. Per la descrizione della via per la Bèdu (1602 m) rinvio al citato itinerario 24.5 del libro “Alpi di Val Bavona” e agli itinerari 24.4 e 24.2 o 24.3 per il Corte di Cima.
Quando tornerà la bella stagione sarà interessante provare da qui l’ascesa verso l’Alpe di Paràula (itinerario 25.10) e il Pizzo Paràula (vedi la guida del CAS).
Il passato che rivive
Per quanto ricevo da questa ascensione, anch’io mi sento di dire “grazie” a qualcuno.
La mia visita, e pure quella di coloro che risalgono le antiche vie dell’alpe*, ha pure il senso del tener viva la memoria.
Proprio come lo si dice espressamente anche nel libro di Federico Balli e Giuseppe Martini (fratello di Plinio Martini - il grande autore de “Il fondo del sacco” e di altri libri sulla valle - e di Luigi Martini) dal titolo “Valle Bavona, Il passato che rivive” (Armando Dadò Editore e Fondazione Valle Bavona, Locarno 1996).
*(In hikr si possono leggere diverse relazioni di alpinisti che si sono messi su diverse tracce bavonesi: ci sono, per esempio e più volte, quelle sui viaggi di zaza, andreasseeger, gmonty e - ancora l’altro giorno con la via per la Cogliata - di tapio; notevole anche il sito di Frank Seeger “alpi-ticinesi.ch”).
Dopo aver disceso questa scaletta si conclude l’esperienza tra i dirupi della Costa di Chint.
Tourengänger:
barbara2
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (8)