Ferrata al Monte S.Salvatore (di nuovo...)
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Laura (Laura&…) racconta:
Già scendendo dal Prevat con Giulio si facevano progetti sulla nostra prossima uscita, ma non avevamo fatto i conti con il mio poco tempo a disposizione e con il maltempo che bussava alla porta. Monitorando la perturbazione più di Bernacca (ho anch'io un'età che me lo fa ricordare!), troviamo una finestra di bel tempo venerdì e così, ricordando che lo scorso anno Giulio mi aveva espresso il desiderio di fare la ferrata del S salvatore, gli propongo di farla insieme..detto fatto!
Stamattina fila tutto liscio e quando arriviamo all'attacco troviamo anche il sole. Giulio, sale per primo, non obbietto, è giusto che sia così e ne approfitto per fargli un servizio fotografico.
Vederlo salire è un vero piacere, ha l'eleganza tipica di chi sa arrampicare e compie ogni movimento con precisione e armonia...Quando arrivo alla fine della ferrata lo trovo ad aspettarmi con un bel sorriso. Scattiamo qualche foto eppoi via, con un passo da runners, verso la macchina.
Giulio...posso darti un piccolo consiglio? La prossima volta nello zaino solo una giacca...lo zaino pesante lascialo a casa... i peccati si scontano in un'altra vita non in ferrata!!!
Giulio (gbal) racconta:
Questa settimana di giornate belle neanche l’ombra; l’unica finestra passabile la meteo la collocava nella giornata di venerdì. Se ne parla con Laura e raggranellato il tempo a disposizione mi propone la salita della Ferrata del Monte San Salvatore da lei appena fatta con lunari ma che ricordava anche come mi interessasse. E’ vero, una ferrata che a leggere la presentazione su Vie Ferrate mi aveva sempre intimorito un po’ essendo data per “difficile” con alcuni tratti “molto difficili” e mi rendeva perplesso nel farla in solitaria. Tempo addietro
igor aveva promesso di salirci per l’ennesima volta con me ma poi l’occasione con Laura è arrivata prima (non volermene Igor!) e così, passata la frontiera, dopo un rapido avvicinamento sbarchiamo nei pressi della stazione intermedia della funicolare che da Pazzallo porta in vetta. Qui un bel sentierino che tira mica male ci porta in circa 30’ all’attacco della ferrata. La vestizione dell’attrezzatura viene fatta con doverosa cura e poi….si parte. Commetto subito un errore, veniale: invece di far salire Laura per prima, che già conosce la via e soprattutto può imporre i tempi, mi metto io al comando, diciamo così, e mi trovo subito a mio agio su questo percorso ma me la prendo fin troppo comoda, in effetti non sono mai in apnea, la salita è divertente e abbiamo modo di parlare e scherzare. Nulla al di sopra delle mie possibilità; una attrezzatura di prim’ordine con cavo in acciaio continuo e teso, senza catena ma con diversi gradini ad U in tondino piazzati in punti strategici per alleggerire il carico sugli arti quando la via diventa aggettante. Comunque una via da vincere spesso a forza perché l’arrampicata, bella quando è possibile, è in molti casi di grado elevato (IV) e combinata con la verticalità perenne induce a optare per una bella trazione. Riesco a gustare tutto di questa via e ad ammirare il panorama che la giornata ci concede su lago e monti circostanti. In capo ad un’ora circa ci ritroviamo al termine della ferrata e dopo le foto di rito ed un ideale saluto a chi vorremmo con noi iniziamo la discesa lungo un sentiero abbastanza comodo.
Seconda ferrata assieme a Laura che devo ringraziare per la sua gentile proposta e che reduce dalla precedente esperienza e ancora di più dalla Ferrata del Gemmi-Daubenhorn ha fatto questa ripetizione con grande disinvoltura.
Un GRAZIE speciale per l'ottimo servizio fotografico che mi dispiace di non aver ricambiato altrettanto bene.
In termini di tempo ce la siamo cavati in 2h45’ di cui 30’ ca. sono stati di soste varie.
Note:
La traccia del GPS è falsata in ferrata per via di riflessioni del segnale o oscuramento di alcuni satelliti. Il tratto iniziale è mancante perché ho avviato la registrazione in ritardo.
La data di scatto delle mie foto è errata per via della sostituzione delle batterie.
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