Rupe del Gesso - Val Formazza
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"....Il rifugio adesso è pieno di gente, meglio aspettare un pò...perchè intanto non arriviamo fino al lago Kastel ??.....Bellissimo il lago ghiacciato!!! Guarda: la rupe del Gesso, poco più avanti..." E così, distratta dal paesaggio mozzafiato che mi si apre davanti, in arrivo al lago Kastel, mi ritrovo passo dopo passo a percorrere immense distese di neve quasi immacolata ritrovandomi su una traccia solitaria in direzione rupe del Gesso. Niente di tecnicamente difficoltoso. Semplicemente camminare e camminare, un passo dopo l'altro. Assenza di rumore. Assenza di vento. Assenza. Presenza a questo luogo che ritrovo con rinnovato stupore. In testa una canzone nuova.."..Ho sete di stupore...puoi accontentarmi?". Detto, fatto. Letteralmente circondata da meraviglia. La rupe è punto strategico, al centro della meraviglia. Il vento dei giorni scorsi ha creato effetti speciali sul manto nevoso, ha ricoperto tracce. Sui pendii a destra, in arrivo alla rupe, armoniche tracce a onda in discesa spuntano dal nulla, come se lo sciatore fosse stato lanciato dall'alto e poco dopo prelevato allo stesso modo. Di fronte, al di là del lago Toggia, il manto è quasi spumeggiante, le rocce assumono sembianze di cupolette "pannose"...il Mastro Pasticcere si è superato...Sul fondo riconosco la Punta di Valrossa, salita con soddisfazione in estiva cinque anni fa... Molta gente oggi in Formazza, ma pochi hanno superato i confini delle dighe su questo versante. Il clima è perfetto, in salita permette di alleggerirmi un po', illusorio preludio di primavera.
Il pranzo poi arriva, all'ora di merenda, e accompagna le operazioni di chiusura del rifugio, ultimi avventori ad uscire per l'ultimo tratto in discesa. La luce è cambiata improvvisamente. Atmosfera fiabesca . Il sole è impallidito dietro una coltre di nuvole chiare come la neve...sembra un uovo in camicia...Più in fondo, il cielo si è fatto scuro. In discesa percorriamo per intero i tornanti del largo sentiero. Riale dall'alto appare come un piccolo gioiello in bella mostra: poche case, addossate l'una all'altra, la via in mezzo scavata nella neve ad altezza uomo... un albero.... la chiesa sulla piccola altura..Ieri notte la luna piena illuminava quasi con calore questo luogo così intimo...Ecco, fermo questa immagine da conservare come un souvenir di questo angolo d'Ossola un pò defilato, con i suoi nomi tradotti in lingua Walser che sanno di vita dura, di isolamento e di quella solidarietà che la vita di piccole comunità in queste condizioni territoriali deve mantenere, come valore prezioso per la loro stessa sopravvivenza.
[https://www.youtube.com/watch?v=ffC3eV4V8L0&list=RDEM5cNkhpPJJCmuhyyazZMDJw&start_radio=1 le Vibrazioni - Dov'è]
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