Gridone da Mergugno
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L'idea iniziale era di andare alla capanna Quarnei ed alla Cima di Gana Bianca ma scendendo dal Monteceneri notiamo un mare di nuvole nere che coprono il Nord del Ticino...sopra Locarno però neppure una nuvola, decidiamo di cambiare meta, non avendo cartine dobbiamo sciegliere qualcosa di conosciuto...perchè non il Gridone, una garanzia di panorami fantastici.
Saliamo per la stradina stretta e con curve innumerevoli a Mergugno e ci incamminiamo sul sentiero che con molti tornanti porta al rifugio "Al Legn", dapprima si attraversano boschi misti di faggi, castagni e betulle, quasi al limitare del bosco si incontrano però dei gruppi di maggiociondoli sfioriti e sorbi pieni di bacche, è il famoso "bosco sacro" di Brissago: attestato già negli statuti del 1289.
Più oltre e fino al rifugio non ci sono praticamente che ontani, brugo e rododendri.
Oggi siamo in sei: con me ci sono mia moglie Anna, Monica, Daniela, Francesca e Mariangela: quando si dice essere in buona compagnia!
Arriviamo al rifugio in ordine sparso ma comunque tutti in meno tempo delle 2 ore e 15 minuti che indica il cartello a Mergugno, dopo una breve sosta ripartiamo in quattro per la vetta del Gridone che da qui non è ancora visibile: Anna e Mariangela decidono di fermarsi.
Il sentiero segue il crinale che porta dapprima alla Bocchetta di Valle e poi punta ad una ben visibile bocchetta , il canalino che porta alla cresta è un po' franoso ma non presenta alcuna difficoltà, dal valico la vista si apre sul versante italiano, decisamente più selvaggio e boscato rispetto al versante svizzero.
Dalla bocchetta si diparte la traccia di sentiero che conduce al sottostante bivacco Ielmoni, da qui vediamo la cresta che conduce alla cima, prima della vetta principale però c'è un'elevazione dove si trova il pluviometro dell'Istituto Meteorologico Svizzero, ci incamminiamo tenendoci poco sotto il filo di cresta, vi sono numerose traccie che si intersecano, alcune con la marcatura svizzera, altre con quella italiana, altre ancora con dei segni giallo - rossi...diciamo che comunque il percorso è più che logico ed evidente. Un gregge sparso di pecore anima il percorso, raggiungiamo il pluviometro e ci abbassiamo ad una spettacolare bocchetta dove le pareti formano una sorta di quinta con sullo sfondo il lago.
Arriviamo in vetta dopo aver superato un tratto di roccette elementari e qualche sfasciume.
La croce dipinta di rosso è di notevoli dimensioni, alla sua base si trova il libro di vetta.
Dopo qualche foto passiamo alle cibarie per poi riprendere la via percorsa in salita e tornare al rifugio dove ci attendono Anna e Mariangela.
Alla fine le nuvole nere che stamane gravavano sul nord del Ticino hanno lasciato spazio ad una nuvolosità molto più discreta, probabilmente se fossimo andati in Val Malvaglia ce l'avrebbe data buona ma siamo comunque soddisfatti della nostra cima: il Gridone è giustamente celebrato come una vetta capace di regalare viste straordinarie e la fama è ben meritata.
Saliamo per la stradina stretta e con curve innumerevoli a Mergugno e ci incamminiamo sul sentiero che con molti tornanti porta al rifugio "Al Legn", dapprima si attraversano boschi misti di faggi, castagni e betulle, quasi al limitare del bosco si incontrano però dei gruppi di maggiociondoli sfioriti e sorbi pieni di bacche, è il famoso "bosco sacro" di Brissago: attestato già negli statuti del 1289.
Più oltre e fino al rifugio non ci sono praticamente che ontani, brugo e rododendri.
Oggi siamo in sei: con me ci sono mia moglie Anna, Monica, Daniela, Francesca e Mariangela: quando si dice essere in buona compagnia!
Arriviamo al rifugio in ordine sparso ma comunque tutti in meno tempo delle 2 ore e 15 minuti che indica il cartello a Mergugno, dopo una breve sosta ripartiamo in quattro per la vetta del Gridone che da qui non è ancora visibile: Anna e Mariangela decidono di fermarsi.
Il sentiero segue il crinale che porta dapprima alla Bocchetta di Valle e poi punta ad una ben visibile bocchetta , il canalino che porta alla cresta è un po' franoso ma non presenta alcuna difficoltà, dal valico la vista si apre sul versante italiano, decisamente più selvaggio e boscato rispetto al versante svizzero.
Dalla bocchetta si diparte la traccia di sentiero che conduce al sottostante bivacco Ielmoni, da qui vediamo la cresta che conduce alla cima, prima della vetta principale però c'è un'elevazione dove si trova il pluviometro dell'Istituto Meteorologico Svizzero, ci incamminiamo tenendoci poco sotto il filo di cresta, vi sono numerose traccie che si intersecano, alcune con la marcatura svizzera, altre con quella italiana, altre ancora con dei segni giallo - rossi...diciamo che comunque il percorso è più che logico ed evidente. Un gregge sparso di pecore anima il percorso, raggiungiamo il pluviometro e ci abbassiamo ad una spettacolare bocchetta dove le pareti formano una sorta di quinta con sullo sfondo il lago.
Arriviamo in vetta dopo aver superato un tratto di roccette elementari e qualche sfasciume.
La croce dipinta di rosso è di notevoli dimensioni, alla sua base si trova il libro di vetta.
Dopo qualche foto passiamo alle cibarie per poi riprendere la via percorsa in salita e tornare al rifugio dove ci attendono Anna e Mariangela.
Alla fine le nuvole nere che stamane gravavano sul nord del Ticino hanno lasciato spazio ad una nuvolosità molto più discreta, probabilmente se fossimo andati in Val Malvaglia ce l'avrebbe data buona ma siamo comunque soddisfatti della nostra cima: il Gridone è giustamente celebrato come una vetta capace di regalare viste straordinarie e la fama è ben meritata.
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