Capanna Cristallina (2575 m) via Ghiacciaio di Valleggia

Dopo quattro mesi esatti dalla mia prima al Poncione Val Piana, ritorno al Ghiacciaio di Valleggia. Fantastica escursione favorita da una bellissima giornata estiva: nevai, ghiacciai, stambecchi, spaghetti e per finire bagno nei laghetti…

Inizio dell’escursione: ore 7:30

Fine dell’escursione: ore 15:45

Temperatura alla partenza da All’Acqua: 12°C

Temperatura al rientro ad All’Acqua: 26°C

La Valle Bedretto anche oggi ci ha regalato una giornata memorabile! Questa valle potrebbe legittimamente essere considerata un Parco Regionale o Nazionale. Fossimo negli Stati Uniti avrebbero già istituito un “Bedretto National Park”, con tanto di Viewpoints, Visitor Center, Bookshop, Rangers, Teepee, escursioni con guide qualificate, scalate, ecc.

Gli estimatori della valle non mancano di certo; in inverno e primavera ci sono addirittura dei problemi di posteggio, tanti sono gli appassionati sciescursionisti che la frequentano. In estate gli escursionisti sono meno concentrati, quindi la situazione è più vivibile. Per la verità, a Sud della Val Bedretto, nel Locarnese, è da almeno una dozzina d’anni che si prospetta un Parco Nazionale. Il progetto di Parco Nazionale del Locarnese intende valorizzare il patrimonio del territorio, in modo da generare nuove opportunità di lavoro e fonti di reddito per i residenti tramite la promozione del turismo dolce e dello sviluppo sostenibile delle risorse rinnovabili.

Partiamo alle 7:30 dal Parcheggio Cacciatori. Superato il ponticello sul fiume Ticino ci addentriamo nel bosco rado dell’Alpe Formazzora. Il percorso per la Capanna Cristallina non è segnalato: non è sicuramente questo l’itinerario normale per il rifugio. Puntiamo al traliccio dell’alta tensione posto a circa 1740 m di quota. È questo un sicuro punto di riferimento anche con la neve. All’altezza di tale manufatto seguiamo un evidente sentiero che in direzione SE conduce alla Val Cavagnolo: il primo duro strappo è cosa fatta. Superato il Ri Val Cavagnolo ci alziamo di quota fino al sentiero poco a Sud di Stabbiascio.

Quest’ultimo nome mi rievoca la più grave sciagura mineraria del Canton Ticino. Qui sotto c’è una galleria idroelettrica che da Stabbiascio giunge a Robiei. Il 15 febbraio 1966 vi persero la vita 17 lavoratori (15 minatori, tutti italiani, e due vigili del fuoco, entrambi ticinesi) uccisi da gas tossici presenti nel tunnel.

Il versante sinistro della Val Bedretto è tutto da fotografare: lo scenario che ci si presenta è di incomparabile bellezza. Superato il secondo gradino il sentiero spiana un po’ prima di riprendere a salire. Dai 2200 m di quota cominciano i nevai: il paesaggio è sempre più bello e l’aria sempre più frizzante.

Il terzo terrazzo è posto a 2360 m di quota. Qui la Val Cavagnolo cambia direzione, formando un angolo di circa 90 gradi. A Sud-Est svettano le guglie del Pizzo Grandinagia (2774 m), a Sud impressiona l’intaglio della Bocchetta Cavagnolo (2580 m): vista da qui sembrerebbe invalicabile. Una lieve traccia di sentiero su piccole dorsali, in parte erbose, ci facilita un pochino la salita. I nevai si intensificano; a 2520 m di quota il terreno spiana: da qui si può vedere il Poncione Val Piana (2660 m), ambita meta sciescursionistica. A sinistra, in zona “Basse”, c’è la sella che molti sciatori utilizzano per scendere nella Val Piana. Dopo 2:40 h di cammino arriviamo alla Bocchetta Poncione Val Piana (2589 m). Con gli sci impiegai una mezz’oretta in più.

Finalmente riesco a vedere in estate il Ghiacciaio di Valleggia.
 

                                                 Ghiacciaio di Valleggia

In soli trent’anni si è accorciato di circa 100 m. Attualmente la lunghezza è di circa 740 m, mentre la sua quota minima si situa più o meno a 2430 m.

Bastano le seguenti poche cifre per far riflettere sullo stato medio dei ghiacciai ticinesi e svizzeri. Variazioni dal 1850 al 2005:

a) riduzione della lunghezza di ca. 1/3 in Svizzera e di ca. 2/3 in Ticino;

b) riduzione della superficie di ca. 2/5 in Svizzera e di ca. 3/5 in Ticino;

c) riduzione del volume di ca. 3/5 in Svizzera e 3/4 in Ticino.

Scendiamo sul ghiacciaio senza calzare i ramponi e compiamo un semicerchio, mantenendoci alla quota di circa 2550 m, evitando così il ghiaccio vivo. Risaliamo poi il canalone contraddistinto sulla carta topografica dalla scritta “Passo della Cima di Lago”. Per la verità noi puntiamo all’estrema sinistra del valico, che molti escursionisti chiamano Bocchetta di Valleggia (2697 m), anche se questo nome non appare sulla C.N.S. 1:25'000. Un centinaio di metri prima di scollinare abbiamo la fortuna di vedere una colonia di stambecchi. A giudicare dalle imponenti corna, il più vicino a noi dovrebbe essere anche il più vecchio, forse il capo branco. Il nostro sguardo si insinua nelle vallette che si dipartono dal pendio roccioso della Cima di Lago: ovunque stambecchi! Grazie alle loro ventose si arrampicano persino sulla strapiombante parete Nord della fantastica guglia quotata 2741 m.

La Capanna Cristallina (2575 m), del CAS Ticino, dista circa 760 m: la raggiungiamo in un quarto d’ora.

È di gran lunga il rifugio più frequentato del Ticino. Anche a livello nazionale la Capanna Cristallina è situata fra le più importanti. Dal punto di vista dei pernottamenti è posta nel gruppo delle prime dieci.

Dopo la meritata pausa pranzo in capanna, decidiamo di scendere a valle dalla via normale, su Ossasco, che richiede circa 2:30 h. La visione di un idilliaco laghetto a quota 2360 m ci induce ad una sosta per un rigenerante bagno nelle acque cristalline della Val Torta: indimenticabile!

Bellissima escursione lungo un itinerario di salita poco frequentato in estate.

Tempo totale: 8:15 h

Salita fino alla Capanna Cristallina: 4 h

Dislivello in salita: 1250 m

Dislivello in discesa: 1385 m

Sviluppo complessivo: 14,7 km

Difficoltà: T3

Copertura della rete cellulare: buona

Libro di capanna: sì