Far east Val Formazza: Punta di Valrossa (2968); Punta d'Elgio (2837)


Publiziert von rochi , 26. Juli 2012 um 21:27.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:25 Juli 2012
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Grieshorn   Gruppo Pizzo San Giacomo   Gruppo Basodino 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m
Strecke:Riale, Maria Luisa, Valrossa, Punta di Valrossa, Punta d'Elgio, Lago Toggia, Maria Luisa, Riale
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Strada per le cascate del Toce, superate le quali si perviene a Riale.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:idem
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Maria Luisa, alberghi e B&B a Riale.

Grazie ad Adrimiglio e ai suoi preziosi suggerimenti, la gita odierna intende ricalcare quella da lui descritta nella sua relazione. Si vedrà poi qualche personalizzazione.
Lasciata l'auto a Riale, sullo sterrato all'attacco della strada privata per il Maria Luisa, si prende il sentiero che inizia nei pressi di un masso riportante la scritta "Toggia" e che si alza veloce e ben evidente tagliando la suddetta strada e conducendo in meno di un'ora al rifugio che - essendo posto in una depressione - è visibile solo all'ultimo momento.
Dal rifugio, a destra, si osserva un cippo commemorativo che si punta e dunque si prosegue su sentiero evidente privo di demarcazioni.
Ci si alza e si perviene ad una baita con fontana, quindi si punta, più in alto, una presa dell'acqua e si continua costeggiando  a destra una bella cascata formata dal rio di Valrossa. 
In cima alla cascata, su traccia ora pianeggiante sempre a destra del rio, si prosegue in falsopiano puntando la testata della valle dove sono visibili le due mete odierne, Valrossa a sinistra e Elgio a destra.
Intanto si gode dello splendore di questa bella, solitaria e ventosa vallata che ricorda i più celebrati territori del nord america o delle highlinds scozzesi.
A metà valle si supera un bel dosso erboso e ci sposta decisamente a sinistra, puntando la traccia che sale in diagonale le pendici del corno Mutt.
Con pendenze importanti si risale questo traverso su terreno sabbioso e si esce in un'area pianeggiante e sassosa a quota 2600 circa. Alcuni ometti aiutano a districarsi laddove le tracce di sentiero si fanno labili.
Poco dopo, occorre piegare decisamente a destra tralasciando rari ometti che probabilmente conducono da una un'altra parte (la nostra ipotesi è sul Corno Gries). Superato un breve nevaio in piano si ricomincia dunque a risalire. Ora il sentiero è molto visibile e gli ometti abbondanti. 
Senza respiro si risale un costolone sabbioso, ora a zig zag, ora per la massima pendenza (volendo si potrebbe far meno fatica avvalendosi del nevaio a fianco) e si esce su un largo corridoio pianeggiante.
Siamo alle pendici della vetta, che si raggiunge, sempre su traccia, alzandosi a sinistra senza difficoltà.
Dalla cima, panorama maestoso, dalla verdeggiante val Formazza, ai ghiacciai dei quattromila, monte Rosa compreso.
Dopo breve pausa, per la via di salita, si scende veloci al sopracitato corridoio.
Qui, la relazione di Adrimiglio consiglia (saggiamente) di abbassarsi alla quota 2600 già transitata all'andata per poi puntare il centro della Valrossa. Noi invece ci facciamo ammaliare da un canalone che, a sinistra del corridoio, precipita alle pendici della montagna. Una esile traccia ci determina nel nostro intento, pertanto affrontiamo il canalone che si dimostrerà abbastanza ostico e su terreno altamente instabile. 
Finalmente scesi, con l'intento di perdere meno quota possibile, studiamo l'evidente itinerario di salita alla cima dirimpetto: la punta d'Elgio. Poichè è necessario abbassarsi di qualche ulteriore centinaio di metri, in modo del tutto incauto scendiamo dritto per dritto una parete che pare percorribile (e in effetti lo è) se non che, superata la metà, ci si avvicenda su roccia molto friabile e piuttosto inclinata. Ho fatto una gran fatica a percorrere questo ultimo tratto in cui una corda doppia non sarebbe guastata ( a patto di trovare punti ove attrezzarla), in alcuni punti mi son sentito bloccato senza intercettare una soluzione di progressione; consiglio pertanto di non emularmi ( a meno di non sentirsi molto sicuri su questi terreni) e di guardarsi intorno con attenzione, poichè vie di discesa più accessibili vi sono, magari compiendo un giro più largo o (meglio), seguendo le indicazioni dell'esperto adrimiglio.
Finalmente scesi, puntare a ovest ad una sella erbosa posta sulla punta d'Elgio e raggiungerla per canali erbosi a tratti molto inclinati.
Giunti alla sella, continuare a salire, aiutati da ometti che si fanno abbondanti, superare gli ultimi pendii impegnativi e con percorso di elementare individuazione, giungere alla facile cima dove, nonostante la quota inferiore, il panorama è altrettanto impressionante che sulla Valrossa con una sguardo privilegiato sulla Val Corno e il passo di San Giacomo. (e di conseguenza la val Bedretto).
Tornare sui propri passi, a sud è ben visibile il lago di Toggia, prossima meta, quattrocento metri più in basso. Dove possibile, e senza percorso obbligato si comincia a scendere. Un'attenta valutazione può permettere di individuare la via di discesa più accessibile, tuttavia forti ed antipatiche pendenze che percorro a velocità limitatissima vanno messe in conto.
Quando si è finalmente bassi, si può decidere, ora su sentieri molto visibili, di puntare all'alpe Regina e costeggiare il lago verso la Rupe del Gesso, l'alpe Castel e relativo invaso (nella relazione di adrimiglio), o più semplicemente proseguire sulla Gippabile pianeggiante che in pochi minuti di defaticante passeggiata riporta al Maria Luisa e da lì a Riale. 
Dopo diverse soluzioni difficili, noi abbiamo infine scelto questa più semplice.
La gita ci ha impegnati per circa 8 ore, così suddivise:
- da Riale a Punta di Valrossa: 2 1/2 ore circa;
- da Punta di Valrossa a punta d'Elgio: 2 ore circa;
- da Punta d'Elgio a Riale: 2.1/2 ore circa;
- pause complessive per 1 ora abbondante.
I dislivelli tengono conto della discesa da Valrossa e risalita a Elgio.
Sviluppo, secondo il mio generoso pedometro di 29 km, più credibile che siano 25/26.
Difficoltà tipica da T3, per l'antipatia che il sottoscritto prova nella discesa di ripidi pendii, anche T4.
Territorio di indicibile bellezza, tra quelli frequentati dal sottoscritto, probabilmente il più bello.

Tourengänger: rochi, POLI89
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (5)


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rochi hat gesagt: RE:bella
Gesendet am 26. Juli 2012 um 21:49
Hai ragione,mi sono sbagliato: partiti h 7.15, arrivati h. 9.45. due ore e mezza dunque, adesso correggo.
Grazie

tignoelino hat gesagt: bella
Gesendet am 26. Juli 2012 um 21:51
complimenti, siete andati come missili.
roby

rochi hat gesagt: RE:bella
Gesendet am 26. Juli 2012 um 21:58
Grazie, in discesa sono tornato normale però, anche troppo....

adrimiglio hat gesagt: Bravissimi!
Gesendet am 27. Juli 2012 um 12:58
Ciao Rocco

bravissimi! avete fatto due cime al prezzo di una...grazie a voi per avere seguito una mia relazione, con tutto l'impegno che ci metto a stilarle mi fa molto piacere quando vedo qualcuno che le percorre, in paricolar modo quando sono impegnative come questa.
Per quanto riguarda l'accorciamento che avete fatto, anch'io ho avuto quella tentazione, ma valutando le pendenze decisamente sostenute (la tua foto è molto eloquente) ho deciso di allungarla su terreno più facile, quel tratto diventa più abbordabile con la neve, l'ho fatto l'anno scorso con gli sci ed è stato bellissimo.

Adry


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