Parco Naturale Sciliar-Catinaccio-Rifugio Bolzano 2457 m


Publiziert von cristina , 5. Juni 2012 um 15:27. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Trentino-Südtirol
Tour Datum: 2 Juni 2012
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Strecke:Bagni di Lavina Bianca-Malga Cavone-Croda del Maglio-Sella di Orsera-Rifugio Bolzano-Malga Seggiola-Malga Cavone-Bagni di Lavina Bianca
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada del Brennero uscita Bozano Nord, seguire indicazioni per Prato Isarco e successivamente Parco Naturale Sciliar Catinaccio/Tires. Si attraversa il paese di Tires e poco dopo si prende una strada in salita a sx che porta al posteggio di Bagni di Lavina Bianca.
Kartennummer:Tabacco N. 029 1:25.000-Sciliar-Catinaccio-Latemar

Levataccia e partenza per l’Alto Adige che ci accoglie con belle nuvole e nebbie come da previsioni, ma che dalle previsioni dovrebbero dissolversi.
 
Speravo vivamente che, non volendo essere italiani, e volendo essere coerenti, gli alto atesini non festeggiassero la Festa della Repubblica, invece troviamo tutto chiuso, e i panini che tanto mi sognavo li vedo volare via!
 
Lasciamo l’auto all’ampio posteggio di Bagni di Lavina Bianca, sopra Tires e con comodo e perfetto sentiero in stile alto atesino saliamo alla Malga Monte Cavone (Tschafonhūtte), posto idilliaco,  grande pace, gran vista su Latemar e Catinaccio che anche se offuscati lasciano intravvedere la loro maestosità. Ci fermiamo a chiacchierare con il gestore, persona molto cordiale e disponibile, purtroppo in questi posti, si sa, non sempre noi di lingua italiana siamo ben accolti.
 
Proseguiamo il giro senza avere ben preciso dove arrivare. Fa caldo, tanto caldo e la salita del canale che porta alla Croda del Maglio (Hammerwand) che tanto ci aveva fatto soffrire anni fa un poco m’impensierisce, invece arriviamo al bivio per la cima senza neanche rendercene conto. Saliamo ancora un poco ma per raggiungere la croce dobbiamo perdere quota, una cima raggiunta in discesa, non capita spesso!
 
Lasciamo la croce tornando sui nostri passi fino al bivio, e proseguiamo ora con un lungo sali scendi di cresta, con qualche tratto attrezzato per arrivare alla Sella di Orsara o Cavacccio (Tschafatschsattel-Bärenfalle) dove a sx si può scendere alla Malga Seggiola (Sesselalm), a dx si torna a Bagni di Lavina Bianca lungo un ripido sentiero attrezzato con ponti di legno, oppure proseguire per il rifugio Bolzano.
 
La giornata mi sta volando, chiedo le ore a Marco e quando mi dice che sono le 12.10 non posso crederci. Facciamo due conti per decidere come proseguire. Il tempo è bello e l’idea di continuare per il rifugio Bolzano ci attrae parecchio, per cui anche se faremo tardi decidiamo di proseguire.
 
Con un traverso raggiungiamo i bei prati fioriti e l’ultima salita prima del rifugio. Volendo anche da qui si potrebbe scendere a Malga Seggiola. Il rifugio è visibile ora, sembra anche vicino ma questa volta non ci facciamo ingannare, bisogna camminare ancora un poco. Deviamo per la Chiesetta e poi saliamo finalmente al rifugio, ancora chiuso.
 
Facciamo sosta sui gradini all’esterno, ma c’è troppa aria per fermarsi a lungo, i posti riparati sono già quasi tutti occupati, è sì perché nonostante il rifugio sia ancora chiuso, c’è parecchia gente in giro.
 
Decidiamo quindi di scendere a Malga Seggiola che pensiamo sia più tranquilla, perderemo il panorama ma ci sarà sicuramente più silenzio.
 
Di fatti alla malga, anch’essa chiusa, c’è solo una signora che prende il sole. Ci accomodiamo sui tavoli e finalmente facciamo festa ai nostri panini fortunatamente recuperati a Malga Cavone.
 
La discesa da Malga Seggiola offre un percorso molto suggestivo su passerelle in legno costruite sul torrente, tra alte pareti rocciose, una sorta di canyon, che tra l’altro stanno sistemando.
 
Al termine del canyon arriviamo al bivio per Fiè allo Sciliar, da dove sale la maggior parte della gente. A questo punto noi dobbiamo svoltare a sx per ritornare a Malga Cavone, è la nota dolente del giro, perché anche se non ripido, si risale ora costantemente fino a ritornare alla Malga.
 
Sosta birra e il rischio di addormentarsi non è poi così remoto, la levataccia si fa sentire ora. Dopo quest’ultima bella sosta, riprendiamo il sentiero dell’andata e chiudiamo il giro.
 
DATI GPS
Dislivello 2017 m – 24,30 km
 

Tourengänger: cristina, Marco27


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