Alpe di Lago (2010 m) - Pian Alto (2239 m) - Föisc (2208 m)
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Oggi riesco a combinare con un mio collega, ci troviamo alle 7.30 davanti al negozio e via verso la Svizzera. Purtroppo il cielo è coperto dovunque, così decidiamo per un anello, che si rivelerà più insidioso del previsto, nella zona del Foisc, che non delude mai.
Da Altanca classica salita sulla bella mulattiera fino a Valle, dove, passate le baite, svoltiamo a sinistra abbandonando il sentiero che sale alla diga del Ritom. In breve raggiungiamo e attraversiamo la stradina asfaltata e proseguiamo in saliscendi nel bosco verso Pian Toi (1 h 15).
Già in questo tratto capiamo che la neve sul percorso sarà tanta: pur essendo ancora a quote basse e su un versante esposto a sud, calpestiamo diversi resti di valanghe e di nevai.
Da Pian Toi seguiamo per Alpe di Lago e raggiungiamo, in leggera discesa, le baite di Pian dei Sciuch.
Da qui il sentiero si fa meno evidente, i segnavia spariscono (forse sepolti sotto la neve) e in breve ci troviamo a camminare "a naso" in mezzo al bosco, ai nevai e ad una vasta pietraia.
Ci orientiamo comunque bene con la cartina e riusciamo a ritrovare il sentiero, che inizia ora ad inerpicarsi sul ripido versante della montagna.
In alcuni punti è anche un pò franato, quindi bisogna prestare un minimo di attenzione.
Dopo uno strappo ripido il sentiero spiana un pò, ma la fatica è ugualmente tanta a causa della neve che ricopre buona parte del percorso.
Raggiungiamo finalmente l'Alpe di Lago e il suo piccolo specchio d'acqua (2 h 10), ancora totalmente ghiacciato, e ci concediamo una breve pausa.
Il cielo purtroppo non ne vuole sapere di aprirsi, ma almeno non piove quindi va bene così!
Dal Lago puntiamo verso il Passo del Camoghè, non indicato ma ben visibile davanti a noi. Inizialmente seguiamo il sentiero, ma ben presto dobbiamo di nuovo salire liberamente per nevai.
Raggiunto il Passo (2 h 35), sepolto sotto un'altissima cornice di neve, si apre il panorama, oggi un pò grigio ma ugualmente bello, sul Lago Ritom e la Val Piora.
Seguiamo poi la cresta e, passando per alcune cime senza nome (2245 m e 2265 m), raggiungiamo il panettone del Pian Alto (2239 m), l'ultima asperità di questa dorsale.
In realtà è un panettone in cima, ma i suoi versanti sono davvero ripidi. Ci guardiamo intorno per capire da che parte sia il sentiero che scende alla Bocchetta di Foisc. Tutti i versanti sembrano inaccessibili, a parte quello da cui siamo saliti.
Dopo qualche minuto di studio Mauro trova un'esile traccia che scende verso est, infilandosi in un ripido canalino, reso insidioso dalla tanta neve.
Con estrema attenzione percorriamo questo tratto. A me in particolare crea alcune difficoltà, ma, scendendo piano piano sul sedere ed aiutandomi con i bastoni, riesco ad arrivare alla base del canalino.
Da qui con un traverso in discesa su un altro nevaio, per fortuna molto meno ripido, raggiungiamo la Bocchetta di Foisc, dalla quale in pochi minuti risaliamo all'omonimo Rifugio (3 h 40), posto appena sotto alla croce di vetta.
Dopo la sosta pranzo all'interno del piccolo ma accogliente locale, torniamo alla Bocchetta, dove svoltiamo a destra seguendo il sentiero che scende verso il Lago Ritom.
Attraversando ancora diversi resti di valanghe e nevai raggiungiamo la diga (4 h 20), da cui riprendiamo la comoda mulattiera che scende ad Altanca (5 h 00).
Escursione resa decisamente più insidiosa e faticosa dalla tanta neve ancora presente, ma davvero soddisfacente. Peccato per la giornata bruttina che non ci ha permesso di godere a pieno del meraviglioso panorama.
Da Altanca classica salita sulla bella mulattiera fino a Valle, dove, passate le baite, svoltiamo a sinistra abbandonando il sentiero che sale alla diga del Ritom. In breve raggiungiamo e attraversiamo la stradina asfaltata e proseguiamo in saliscendi nel bosco verso Pian Toi (1 h 15).
Già in questo tratto capiamo che la neve sul percorso sarà tanta: pur essendo ancora a quote basse e su un versante esposto a sud, calpestiamo diversi resti di valanghe e di nevai.
Da Pian Toi seguiamo per Alpe di Lago e raggiungiamo, in leggera discesa, le baite di Pian dei Sciuch.
Da qui il sentiero si fa meno evidente, i segnavia spariscono (forse sepolti sotto la neve) e in breve ci troviamo a camminare "a naso" in mezzo al bosco, ai nevai e ad una vasta pietraia.
Ci orientiamo comunque bene con la cartina e riusciamo a ritrovare il sentiero, che inizia ora ad inerpicarsi sul ripido versante della montagna.
In alcuni punti è anche un pò franato, quindi bisogna prestare un minimo di attenzione.
Dopo uno strappo ripido il sentiero spiana un pò, ma la fatica è ugualmente tanta a causa della neve che ricopre buona parte del percorso.
Raggiungiamo finalmente l'Alpe di Lago e il suo piccolo specchio d'acqua (2 h 10), ancora totalmente ghiacciato, e ci concediamo una breve pausa.
Il cielo purtroppo non ne vuole sapere di aprirsi, ma almeno non piove quindi va bene così!
Dal Lago puntiamo verso il Passo del Camoghè, non indicato ma ben visibile davanti a noi. Inizialmente seguiamo il sentiero, ma ben presto dobbiamo di nuovo salire liberamente per nevai.
Raggiunto il Passo (2 h 35), sepolto sotto un'altissima cornice di neve, si apre il panorama, oggi un pò grigio ma ugualmente bello, sul Lago Ritom e la Val Piora.
Seguiamo poi la cresta e, passando per alcune cime senza nome (2245 m e 2265 m), raggiungiamo il panettone del Pian Alto (2239 m), l'ultima asperità di questa dorsale.
In realtà è un panettone in cima, ma i suoi versanti sono davvero ripidi. Ci guardiamo intorno per capire da che parte sia il sentiero che scende alla Bocchetta di Foisc. Tutti i versanti sembrano inaccessibili, a parte quello da cui siamo saliti.
Dopo qualche minuto di studio Mauro trova un'esile traccia che scende verso est, infilandosi in un ripido canalino, reso insidioso dalla tanta neve.
Con estrema attenzione percorriamo questo tratto. A me in particolare crea alcune difficoltà, ma, scendendo piano piano sul sedere ed aiutandomi con i bastoni, riesco ad arrivare alla base del canalino.
Da qui con un traverso in discesa su un altro nevaio, per fortuna molto meno ripido, raggiungiamo la Bocchetta di Foisc, dalla quale in pochi minuti risaliamo all'omonimo Rifugio (3 h 40), posto appena sotto alla croce di vetta.
Dopo la sosta pranzo all'interno del piccolo ma accogliente locale, torniamo alla Bocchetta, dove svoltiamo a destra seguendo il sentiero che scende verso il Lago Ritom.
Attraversando ancora diversi resti di valanghe e nevai raggiungiamo la diga (4 h 20), da cui riprendiamo la comoda mulattiera che scende ad Altanca (5 h 00).
Escursione resa decisamente più insidiosa e faticosa dalla tanta neve ancora presente, ma davvero soddisfacente. Peccato per la giornata bruttina che non ci ha permesso di godere a pieno del meraviglioso panorama.
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peter86

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