Corno di Canzo Occidentale
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Oggi è una giornata buona; nessun acciacco e mi sento in buona forma.
Parto senza un programma preciso, come faccio spesso, ma con la vaga idea di salire il Corno Occidentale, dove non vado dallo scorso anno.
Anche il clima è favorevole, non c'è il caldo afoso di sabato scorso, e la salita non si fà sentire, almeno all'inizio.
Da Gajum prendo il Sentiero Geologico, una breve sosta alla Terzalpe, poi proseguo con calma per la Colma; lo scorso sabato ho fatto fatica per arrivare fin qui, ma oggi sono salito bene; un'altra breve sosta e decido per la salita al Corno Occidentale.
Adesso la fatica comincia a farsi sentire, ci vuole un'altra sosta poco prima della Forcella dei Corni.
Riprendo la salita; arrivato alla Forcella comincia a piovigginare; ma c'è il sole, non dovrebbero esserci problemi.
Continuo la salita arrivando in cima al Corno Occidentale, 3 ore e 5 minuti, comprese le brevi soste.
Il cielo è velato, il sole và e viene, e la foschia limita la visione dei dintorni.
Non mi fermo molto, un'altra spruzzatina d'acqua mi convince ad iniziare la discesa; superato il Passo della Vacca, e giunto all'ultimo passaggio impegnativo, comincia a piovere con decisione; ma superato questo punto si scende tranquillamente, senza rischi.
Arrivato al prato sottostante, non piove più e c'è un bel sole; faccio un'altra sosta, anche per godermi il vento fresco che c'è qui, poi riprendo la discesa per la Terzalpe.
Sosta per il pranzo, anche se ho già mangiato sulla cima; oggi ci vuole; come sempre condiviso con Peluche, non sò dirle di no; oggi c'è ance Juno, il cane di Silvia, la nuova custode della Prima Alpe, anche lui approffitta della generosità degli escursionisti presenti.
Soddisfatto lo stomaco, riprendo la discesa; un veloce saluto alla Silvia, sempre indaffarata, e proseguo per il Sentiero dello Spaccasassi, che mi riporta sul Sentiero Geologico.
Lo Spaccasassi è il Bagolaro, Celtis australis, albero molto usato nelle strade di Milano, ma che in montagna, suo ambiente naturale, ha portamento più arbustivo che arboreo.
È chiamato Spaccasassi perché le sue radici hanno la forza per demolire le rocce su cui cresce.
Arrivo alla stazione di Canzo sotto una leggera pioggia.
Ritorno a Milano soddisfatto della giornata positiva, ma quando sento alla radio gli avvenimenti del giorno, non sono più tanto soddisfatto; la positività della mia giornata diventa irrilevante in confronto alla tragedia che c'è stata.
Ciao
Stefano
Parto senza un programma preciso, come faccio spesso, ma con la vaga idea di salire il Corno Occidentale, dove non vado dallo scorso anno.
Anche il clima è favorevole, non c'è il caldo afoso di sabato scorso, e la salita non si fà sentire, almeno all'inizio.
Da Gajum prendo il Sentiero Geologico, una breve sosta alla Terzalpe, poi proseguo con calma per la Colma; lo scorso sabato ho fatto fatica per arrivare fin qui, ma oggi sono salito bene; un'altra breve sosta e decido per la salita al Corno Occidentale.
Adesso la fatica comincia a farsi sentire, ci vuole un'altra sosta poco prima della Forcella dei Corni.
Riprendo la salita; arrivato alla Forcella comincia a piovigginare; ma c'è il sole, non dovrebbero esserci problemi.
Continuo la salita arrivando in cima al Corno Occidentale, 3 ore e 5 minuti, comprese le brevi soste.
Il cielo è velato, il sole và e viene, e la foschia limita la visione dei dintorni.
Non mi fermo molto, un'altra spruzzatina d'acqua mi convince ad iniziare la discesa; superato il Passo della Vacca, e giunto all'ultimo passaggio impegnativo, comincia a piovere con decisione; ma superato questo punto si scende tranquillamente, senza rischi.
Arrivato al prato sottostante, non piove più e c'è un bel sole; faccio un'altra sosta, anche per godermi il vento fresco che c'è qui, poi riprendo la discesa per la Terzalpe.
Sosta per il pranzo, anche se ho già mangiato sulla cima; oggi ci vuole; come sempre condiviso con Peluche, non sò dirle di no; oggi c'è ance Juno, il cane di Silvia, la nuova custode della Prima Alpe, anche lui approffitta della generosità degli escursionisti presenti.
Soddisfatto lo stomaco, riprendo la discesa; un veloce saluto alla Silvia, sempre indaffarata, e proseguo per il Sentiero dello Spaccasassi, che mi riporta sul Sentiero Geologico.
Lo Spaccasassi è il Bagolaro, Celtis australis, albero molto usato nelle strade di Milano, ma che in montagna, suo ambiente naturale, ha portamento più arbustivo che arboreo.
È chiamato Spaccasassi perché le sue radici hanno la forza per demolire le rocce su cui cresce.
Arrivo alla stazione di Canzo sotto una leggera pioggia.
Ritorno a Milano soddisfatto della giornata positiva, ma quando sento alla radio gli avvenimenti del giorno, non sono più tanto soddisfatto; la positività della mia giornata diventa irrilevante in confronto alla tragedia che c'è stata.
Ciao
Stefano
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stefano58

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