Monte Carmo 1389 m
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Vista da
Cristina
Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi…finchè si può si fa!
Lasciamo la Lombardia e ci tuffiamo nella terra delle focacce. Poco dopo le 6,00 quando siamo nei pressi di Pavia chiamo la mia spacciatrice ufficiale di focacce di Loano per assicurarci le cene di questi giorni, poi vedremo se troveremo delle novità accattivanti per incrementare il bottino!
Quindi sosta a Loano e ritiro dell’ordine sotto gli occhi di uno sbalordito autoctono, beh sto facendo scorta, è da Natale che non ci vengo! Colazione lungo mare e poi ci dirigiamo a Toirano.
Non abbiamo in mente un giro particolare, qui è un po’ come ai Corni di Canzo, tantissimi sentieri che permettono di variare la salita al Carmo o comunque i giri nella zona.
Partiamo da Toirano paese, saliamo a San Pietro ai Monti per il sentiero fatto il 1° dell’anno ma che data la nebbia di quel giorno è come se lo facessimo per la prima volta. Facciamo una breve sosta e proseguiamo verso il Giogo di Toirano. Il sole non ha ancora vinto sulle nuvole per cui sono tranquilla che l’uovo di Pasqua che ho nello zaino, se evito di dargli ulteriori colpi dovrebbe arrivare intero al rifugio Pian delle Bosse. Sul sentiero per il Giogo si trova la deviazione a dx per la Cà del Fò, non c’è nessuna indicazione però, si devono individuare i segni sugli alberi e la traccia nei pressi di un cartello del parco che indica San Pietro ai Monti (da dove stiamo arrivando). Raggiungiamo Cà del Fò e il sentiero che andando a sx porta al Monte Carmo. Poco sotto la cima prendiamo una traccia che ci porta sull’AVML e da qui saliamo in cima al Carmo.
Invece di scendere per la cresta prendiamo il sentiero che entra nel bosco a sx della cresta e va ad incrociare ancora l’AVML. Al Giogo di Giustenice, andiamo a dx per un breve tratto su strada sterrata e poi per sentiero fino al Rifugio Pian delle Bosse.
Ci accomodiamo sui tavoli esterni, al tiepido sole, mangiucchiamo qualcosa e poi entriamo nel rifugio con il nostro uovo di Pasqua che miracolosamente è arrivato indenne. I giovani gestori sono sbalorditi per il dono, l’abbiamo fatto altre volte e la reazione è sempre la stessa. E’ solo un piccolo pensiero per ringraziare queste persone che si dedicano alla montagna e agli escursionisti con tanta passione e amore, con tanti di loro saremo sempre in debito. Facciamo un po’ di chiacchiere ma per noi la strada è ancora lunga, dopo gli auguri e i saluti di rito riprendiamo il cammino sul sentiero delle TA. Passiamo nei pressi della Rocca dell’Aia (dove, a memoria, per la prima volta vediamo qualcuno che arrampica) scendiamo a San Pietrino e quindi a Boissano, poi per strada, purtroppo, rientriamo a Toirano.
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Marco27
Tutto il giro l’ha descritto bene Cristina, per cui mi limito a poche considerazioni relative all’esperimento oggi cominciato : le scarpette basse. A parte una sola volta in cui avevo bisogno (più che altro ne avevano bisogno le Guide Alpine) di sapere quanti metri di dislivello sono in grado di fare in 1 ora, e avevo percorso Gajum-Cornizzolo spingendo alla morte con uno zainetto minimale, non avevo mai provato una scarpetta bassa. Quelle che entrambi calziamo oggi sono scarpette da mountain running estremamente leggere, con un grip elevatissimo, ma protezione del piede dagli urti e tenuta all’acqua praticamente nulle.
Fatto sta che però mi sembra di volare, sia in salita che in discesa. Bisogna sempre e comunque tenere ben presente cosa si ha ai piedi, perché la perdita di aderenza è repentina e senza avviso alcuno. Alla fine della giornata avrò la conferma di ciò che ho sempre pensato: sono perfette (e ripeterò senz’altro l’esperienza) finché si sta su sentiero tendenzialmente asciutto, quando invece ci si sposta su qualcosa di più impegnativo, su terreno aperto, come ghiaioni, gande, nevai, allora scarponi tutta la vita. Poi ovviamente vige la solita regola: de gustibus non disputandum est.
Altra considerazione riguarda il Rifugio Pian delle Bosse. Vedere due ragazzi giovanissimi gestire un Rifugio (del CAI) come stanno facendo loro, riconcilia con il genere “rifugista”, razza per quanto mi riguarda quasi in via di estinzione, specie alle basse quote, anche se devo dire che da quando frequento il basso Piemonte, ho spesso incontrato veri rifugisti al posto dei ristoratori/albergatori a cui ormai (ahimè) ci stiamo abituando in altre zone delle Alpi. Passando da quelle parti vale sicuramente la pena andarli a trovare.
DATI GPS
Dislivello 1770 m; 25,02 km

Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi…finchè si può si fa!
Lasciamo la Lombardia e ci tuffiamo nella terra delle focacce. Poco dopo le 6,00 quando siamo nei pressi di Pavia chiamo la mia spacciatrice ufficiale di focacce di Loano per assicurarci le cene di questi giorni, poi vedremo se troveremo delle novità accattivanti per incrementare il bottino!
Quindi sosta a Loano e ritiro dell’ordine sotto gli occhi di uno sbalordito autoctono, beh sto facendo scorta, è da Natale che non ci vengo! Colazione lungo mare e poi ci dirigiamo a Toirano.
Non abbiamo in mente un giro particolare, qui è un po’ come ai Corni di Canzo, tantissimi sentieri che permettono di variare la salita al Carmo o comunque i giri nella zona.
Partiamo da Toirano paese, saliamo a San Pietro ai Monti per il sentiero fatto il 1° dell’anno ma che data la nebbia di quel giorno è come se lo facessimo per la prima volta. Facciamo una breve sosta e proseguiamo verso il Giogo di Toirano. Il sole non ha ancora vinto sulle nuvole per cui sono tranquilla che l’uovo di Pasqua che ho nello zaino, se evito di dargli ulteriori colpi dovrebbe arrivare intero al rifugio Pian delle Bosse. Sul sentiero per il Giogo si trova la deviazione a dx per la Cà del Fò, non c’è nessuna indicazione però, si devono individuare i segni sugli alberi e la traccia nei pressi di un cartello del parco che indica San Pietro ai Monti (da dove stiamo arrivando). Raggiungiamo Cà del Fò e il sentiero che andando a sx porta al Monte Carmo. Poco sotto la cima prendiamo una traccia che ci porta sull’AVML e da qui saliamo in cima al Carmo.
Invece di scendere per la cresta prendiamo il sentiero che entra nel bosco a sx della cresta e va ad incrociare ancora l’AVML. Al Giogo di Giustenice, andiamo a dx per un breve tratto su strada sterrata e poi per sentiero fino al Rifugio Pian delle Bosse.
Ci accomodiamo sui tavoli esterni, al tiepido sole, mangiucchiamo qualcosa e poi entriamo nel rifugio con il nostro uovo di Pasqua che miracolosamente è arrivato indenne. I giovani gestori sono sbalorditi per il dono, l’abbiamo fatto altre volte e la reazione è sempre la stessa. E’ solo un piccolo pensiero per ringraziare queste persone che si dedicano alla montagna e agli escursionisti con tanta passione e amore, con tanti di loro saremo sempre in debito. Facciamo un po’ di chiacchiere ma per noi la strada è ancora lunga, dopo gli auguri e i saluti di rito riprendiamo il cammino sul sentiero delle TA. Passiamo nei pressi della Rocca dell’Aia (dove, a memoria, per la prima volta vediamo qualcuno che arrampica) scendiamo a San Pietrino e quindi a Boissano, poi per strada, purtroppo, rientriamo a Toirano.
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Tutto il giro l’ha descritto bene Cristina, per cui mi limito a poche considerazioni relative all’esperimento oggi cominciato : le scarpette basse. A parte una sola volta in cui avevo bisogno (più che altro ne avevano bisogno le Guide Alpine) di sapere quanti metri di dislivello sono in grado di fare in 1 ora, e avevo percorso Gajum-Cornizzolo spingendo alla morte con uno zainetto minimale, non avevo mai provato una scarpetta bassa. Quelle che entrambi calziamo oggi sono scarpette da mountain running estremamente leggere, con un grip elevatissimo, ma protezione del piede dagli urti e tenuta all’acqua praticamente nulle.
Fatto sta che però mi sembra di volare, sia in salita che in discesa. Bisogna sempre e comunque tenere ben presente cosa si ha ai piedi, perché la perdita di aderenza è repentina e senza avviso alcuno. Alla fine della giornata avrò la conferma di ciò che ho sempre pensato: sono perfette (e ripeterò senz’altro l’esperienza) finché si sta su sentiero tendenzialmente asciutto, quando invece ci si sposta su qualcosa di più impegnativo, su terreno aperto, come ghiaioni, gande, nevai, allora scarponi tutta la vita. Poi ovviamente vige la solita regola: de gustibus non disputandum est.
Altra considerazione riguarda il Rifugio Pian delle Bosse. Vedere due ragazzi giovanissimi gestire un Rifugio (del CAI) come stanno facendo loro, riconcilia con il genere “rifugista”, razza per quanto mi riguarda quasi in via di estinzione, specie alle basse quote, anche se devo dire che da quando frequento il basso Piemonte, ho spesso incontrato veri rifugisti al posto dei ristoratori/albergatori a cui ormai (ahimè) ci stiamo abituando in altre zone delle Alpi. Passando da quelle parti vale sicuramente la pena andarli a trovare.
DATI GPS
Dislivello 1770 m; 25,02 km
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