Piz D'Arbeola (2.600m) dalla Val Calanca
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In seguito al fallimento per pioggia avvenuto la settimana precedente, decido di riprovarci con diversa compagnia. E questa volta ce l'abbiamo (quasi) fatta! ...dico "quasi" perchè a circa 30m dalla cima (era li, si vedeva) ci siamo accorti che forse non era il lato giusto di salita... Magari con l'esperienza di oggi saremmo anche riusciti ad arrivarci ma allora le nozioni di arrampicata (e la qualità degli scarponi) non lo hanno permesso... Ringrazio in anticipo il compagno di camminata Federico Dal Castello per l'utilizzo di alcune sue foto a scopo descrittivo. Le tre foto iniziali invece risalgono all'uscita fallita per pioggia la settimana precedente.
Attraversata la Val Calanca per tutta la sua lunghezza, fin'oltre ValBella, posteggiamo qualche centinaio di metri prima della località Pian d'Asc (o "La Motta d'Asc") Q1342, dove un divieto di transito ed un bel parcheggio obbligano a fermarsi. La temperatura mattutina della profonda Val Calanca è ben diversa da quella del varesotto!
Il giro in programma oggi non ha un dislivello granchè impegnativo, ma la distanza si è fatta parecchio sentire. Per chi non volesse sfacchinare troppo, la stessa meta è raggiungibile con meno distanza e meno dislivello da San Bernardino.
Superata la Motta d'Asc, che altro non è se non un paio di casette sulla sinistra, si inizia a salire in maniera decisa nel bosco. In seguito si scollina e il sentiero prosegue a tratti in piano e a tratti in discesa. Sulla sinistra incrociamo la deviazione per l'Alp de Revi, posta sotto la Cima Di Cogn.
Attraversiamo il fiume Calancasca su un solido ponte metallico. Qualche deviazione è inevitabile in seguito a frane che hanno modificato il sentiero. La zona è stupenda, una grande piana scavata dall'acqua avvolta da alcuni impetuosi 3000, un'immagine favolosa.
Si superano un paio di ponti in legno ed il sentiero non è facilissimo da individuare. Finti sentieri ci illudono deviandoci fuori strada. Finalmente troviamo il giusto tratto. SI riprende a salire. Qualche pianta di mirtilli non guasta. Ora ci troviamo già in Val di Passit, appena sopra il Bosch del Mina, più o meno a Q1600. Alcuni passaggi sono agevolati da catene metalliche. Il sentiero prosegue costeggiando il versante nord della Val di Passit, attraversando 3 o 4 ruscelli più o meno ricchi d'acqua che scendono dalla nostra sinistra. Piu' in basso passa il corso d'acqua principale, regalandoci attimi di preziosa bellezza.
Ben presto scompaiono le piante e la Val di Passit è una favolosa distesa d'erba, sembra il tipico paesaggio da cartolina svizzera! Ad un certo punto si attraversa il corso d'acqua principale (se fosse stato in piena va messo in conto di bagnarsi i piedi, ponti non ce ne sono..) per poi risalire una ventina di metri di sassume abbastanza ripido. Incrociamo un paio di mandrie di manzi. Il sentiero inizia a spianarsi ma senza mai mostrare fino all'ultimo il favoloso paesaggio del Passo di Passit: una piana e due laghi alpini, un'infinità di animali tra manzi e capre, diverse persone probabilmente provenienti da San Bernardino. Siamo a Q2080 circa, vicini al primo lago, il più esteso dei due.
Non vedendo indicazioni ma inquadrando ormai la cima giusta ci incamminiamo nella sua direzione ma ben presto incrociamo le tracce del sentiero vero e proprio, che, se non erro, è il Sentiero Alpino Calanca. Con un po di fatica nelle gambe raggiungiamo in circa un'oretta il Pass de la Cruseta (Q2455) attraversando l'area che la mappa chiama Reverz di Passit. La vista sul Piz Pian Grand e sull'Alp D'Arbeola sottostante è favolosa, che precipizio!! Ovviamente la discesa da li è agevolata da catene fisse, ma non ci interessa.
Le ragazze si fermano qui, noi decidiamo di tentare comunque la cima del Piz D'Arbeola (Q2600) per la cresta Ovest. In realtà il Brenna consiglia il passaggio da Nord, ma noi lo abbiamo saputo solo al ritorno! Comunque è stata una divertente salita con l'aiuto delle mani su belle rocce, finchè ad un certo punto ci siamo dovuti arrendere alle difficoltà e all'esposizione, proseguire era troppo per le nostre capacità.
E allora abbiamo salutato la cima, li, poche manciate di metri sopra di noi. Sarà per l'anno prossimo (ma da San Bernardino!).
La discesa, per la stessa via, è risultata stremante ed infinita. Prima del Passo di Passit abbiamo deviato diretti verso il sentiero della Val Di Passit, ma con i rododendri ad altezza uomo non è stata una scelta intelligente.
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Escursione dai paesaggi incantevoli, distanza da non sottovalutare, ricca di corsi d'acqua e rigagnoli.
La vista dalla cima di Arbeola è favolosa su tutti i lati (non sappiamo il lato Est come fosse ma supponiamo bello anch'esso!)
Attraversata la Val Calanca per tutta la sua lunghezza, fin'oltre ValBella, posteggiamo qualche centinaio di metri prima della località Pian d'Asc (o "La Motta d'Asc") Q1342, dove un divieto di transito ed un bel parcheggio obbligano a fermarsi. La temperatura mattutina della profonda Val Calanca è ben diversa da quella del varesotto!
Il giro in programma oggi non ha un dislivello granchè impegnativo, ma la distanza si è fatta parecchio sentire. Per chi non volesse sfacchinare troppo, la stessa meta è raggiungibile con meno distanza e meno dislivello da San Bernardino.
Superata la Motta d'Asc, che altro non è se non un paio di casette sulla sinistra, si inizia a salire in maniera decisa nel bosco. In seguito si scollina e il sentiero prosegue a tratti in piano e a tratti in discesa. Sulla sinistra incrociamo la deviazione per l'Alp de Revi, posta sotto la Cima Di Cogn.
Attraversiamo il fiume Calancasca su un solido ponte metallico. Qualche deviazione è inevitabile in seguito a frane che hanno modificato il sentiero. La zona è stupenda, una grande piana scavata dall'acqua avvolta da alcuni impetuosi 3000, un'immagine favolosa.
Si superano un paio di ponti in legno ed il sentiero non è facilissimo da individuare. Finti sentieri ci illudono deviandoci fuori strada. Finalmente troviamo il giusto tratto. SI riprende a salire. Qualche pianta di mirtilli non guasta. Ora ci troviamo già in Val di Passit, appena sopra il Bosch del Mina, più o meno a Q1600. Alcuni passaggi sono agevolati da catene metalliche. Il sentiero prosegue costeggiando il versante nord della Val di Passit, attraversando 3 o 4 ruscelli più o meno ricchi d'acqua che scendono dalla nostra sinistra. Piu' in basso passa il corso d'acqua principale, regalandoci attimi di preziosa bellezza.
Ben presto scompaiono le piante e la Val di Passit è una favolosa distesa d'erba, sembra il tipico paesaggio da cartolina svizzera! Ad un certo punto si attraversa il corso d'acqua principale (se fosse stato in piena va messo in conto di bagnarsi i piedi, ponti non ce ne sono..) per poi risalire una ventina di metri di sassume abbastanza ripido. Incrociamo un paio di mandrie di manzi. Il sentiero inizia a spianarsi ma senza mai mostrare fino all'ultimo il favoloso paesaggio del Passo di Passit: una piana e due laghi alpini, un'infinità di animali tra manzi e capre, diverse persone probabilmente provenienti da San Bernardino. Siamo a Q2080 circa, vicini al primo lago, il più esteso dei due.
Non vedendo indicazioni ma inquadrando ormai la cima giusta ci incamminiamo nella sua direzione ma ben presto incrociamo le tracce del sentiero vero e proprio, che, se non erro, è il Sentiero Alpino Calanca. Con un po di fatica nelle gambe raggiungiamo in circa un'oretta il Pass de la Cruseta (Q2455) attraversando l'area che la mappa chiama Reverz di Passit. La vista sul Piz Pian Grand e sull'Alp D'Arbeola sottostante è favolosa, che precipizio!! Ovviamente la discesa da li è agevolata da catene fisse, ma non ci interessa.
Le ragazze si fermano qui, noi decidiamo di tentare comunque la cima del Piz D'Arbeola (Q2600) per la cresta Ovest. In realtà il Brenna consiglia il passaggio da Nord, ma noi lo abbiamo saputo solo al ritorno! Comunque è stata una divertente salita con l'aiuto delle mani su belle rocce, finchè ad un certo punto ci siamo dovuti arrendere alle difficoltà e all'esposizione, proseguire era troppo per le nostre capacità.
E allora abbiamo salutato la cima, li, poche manciate di metri sopra di noi. Sarà per l'anno prossimo (ma da San Bernardino!).
La discesa, per la stessa via, è risultata stremante ed infinita. Prima del Passo di Passit abbiamo deviato diretti verso il sentiero della Val Di Passit, ma con i rododendri ad altezza uomo non è stata una scelta intelligente.
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Escursione dai paesaggi incantevoli, distanza da non sottovalutare, ricca di corsi d'acqua e rigagnoli.
La vista dalla cima di Arbeola è favolosa su tutti i lati (non sappiamo il lato Est come fosse ma supponiamo bello anch'esso!)
Tourengänger:
Simone86,
botticchio


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