Ciaspolata in Valle Intrasca: Monte Todano (1667 m) e dintorni
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Facile escursione che permette di raggiungere 4 cime semplicissime, che, a dispetto delle quote modeste, offrono panorami mozzafiato e ambienti meravigliosi.
Gita decisa all'ultimo: ieri sera, giusto per non passare questo sabato libero in città, cerco un percorso non troppo lontano da casa e possibilmente che già conosco. La scelta ricade su queste belle montagne ai margini della Val Grande, che mai ho visitato con la neve.
Parcheggio un paio di curve prima di Cappella Fina, in quanto la strada più avanti non è del tutto pulita.
In pochi minuti raggiungo la bella cappelletta e imbocco il largo sentiero per Pian Cavallone.
La salita è abbastanza dolce e la neve quasi assente, le ciaspole per ora rimangono legate allo zaino.
Affronto con cautela un paio di brevi traversi esposti a nord-est, in cui la neve è più abbondante e la traccia molto stretta e in breve giungo all'inizio del bosco.
Qui la situazione cambia: la neve di colpo aumenta sensibilmente, regalando alla faggeta un aspetto meraviglioso.
Essendo la traccia ben battuta, riesco comunque a procedere senza racchette fino alla Colma di Curgei (1 h 05).
Si apre ora il fantastico panorama sui Corni di Nibbio, sul Proman, sul Rosa e sui 4000 vallesani fino alla Weissmies!
Guardando la cresta che devo percorrere vedo che il manto nevoso ora è più omogeneo, non ci sono tratti scoperti, così decido di calzare le ciaspole.
La traccia è ben battuta, così si riesce a procedere speditamente.
A parte qualche acrobazia per evitare dei massi affioranti prima della vetta (non ho voglia di togliere le ciaspole!) , raggiungo senza difficoltà la prima cima di giornata: il Pian Cavallone (1 h 30).
Eseguo il mio solito rituale di vetta (foto al panorama, autoscatti e spuntino) e poi riparto.
In pochi minuti scendo alla Cappelletta e inizio l'ultimo strappo che mi porta alla vetta più alta di oggi, il Monte Todano (1 h 50).
L'altitudine di questa vetta è modesta (1667 m), ma gode di un panorama a 360° davvero strepitoso. Purtroppo la densa foschia presente sul Lago Maggiore e nel Canton Ticino mi impedisce di gustarmi al massimo questa meravigliosa vista.
Lascio un messaggio sul libro di vetta e scopro con stupore che dal mio passaggio a novembre sono salite neanche una trentina di persone. Pensavo che in un posto così, facile da raggiungere e tutto sommato vicino alle grandi città ci salissero 30 persone a domenica!
Dopo aver pranzato ed essermi riposato sotto la grande croce inizio la discesa, percorrendo lo stesso percorso dell'andata.
Decido di salire anche il Pizzo Pernice, che inizialmente non avevo previsto.
Con un breve strappetto raggiungo la vetta (2 h 40), dove mi concedo un'altra pausa e decido di togliere le ciaspole, in quanto la neve sembra diminuire sensibilmente.
Continuando in cresta raggiungo un paio di anticime e giungo all'inizio della ripida discesa verso la Colma di Cossogno. La traccia, nella poca neve rimasta, non pare però battuta, mentre vedo delle impronte nella neve che scendono ripidamente a sinistra.
Decido di seguire questa traccia, che ben presto, scomparendo quasi del tutto la neve, diventa un vero e proprio sentiero, di cui non ero a conoscenza.
Con una vera e propria picchiata sbuco alla colmetta dove è posto il famoso cartello di legno a sei direzioni.
Io seguo per l'Alpe Cavallotti, che raggiungo tramite uno stretto sentierino reso insidioso da un sottile strato di neve "saponosa".
All'Alpe mi faccio ingolosire e opto per una breve risalita, per conquistare la quarta vetta di giornata, la Testa di Cremisello (3 h 30).
E' quasi esagerato definirla vetta, è un piccolo rilievo boscoso, il primo della lunga cresta che domina la Valle Intrasca.
Dalla cima torno all'Alpe Cavallotti, quindi per comodo sentiero a Cappella Fina e alla macchina (3 h 45).
Gita decisa all'ultimo: ieri sera, giusto per non passare questo sabato libero in città, cerco un percorso non troppo lontano da casa e possibilmente che già conosco. La scelta ricade su queste belle montagne ai margini della Val Grande, che mai ho visitato con la neve.
Parcheggio un paio di curve prima di Cappella Fina, in quanto la strada più avanti non è del tutto pulita.
In pochi minuti raggiungo la bella cappelletta e imbocco il largo sentiero per Pian Cavallone.
La salita è abbastanza dolce e la neve quasi assente, le ciaspole per ora rimangono legate allo zaino.
Affronto con cautela un paio di brevi traversi esposti a nord-est, in cui la neve è più abbondante e la traccia molto stretta e in breve giungo all'inizio del bosco.
Qui la situazione cambia: la neve di colpo aumenta sensibilmente, regalando alla faggeta un aspetto meraviglioso.
Essendo la traccia ben battuta, riesco comunque a procedere senza racchette fino alla Colma di Curgei (1 h 05).
Si apre ora il fantastico panorama sui Corni di Nibbio, sul Proman, sul Rosa e sui 4000 vallesani fino alla Weissmies!
Guardando la cresta che devo percorrere vedo che il manto nevoso ora è più omogeneo, non ci sono tratti scoperti, così decido di calzare le ciaspole.
La traccia è ben battuta, così si riesce a procedere speditamente.
A parte qualche acrobazia per evitare dei massi affioranti prima della vetta (non ho voglia di togliere le ciaspole!) , raggiungo senza difficoltà la prima cima di giornata: il Pian Cavallone (1 h 30).
Eseguo il mio solito rituale di vetta (foto al panorama, autoscatti e spuntino) e poi riparto.
In pochi minuti scendo alla Cappelletta e inizio l'ultimo strappo che mi porta alla vetta più alta di oggi, il Monte Todano (1 h 50).
L'altitudine di questa vetta è modesta (1667 m), ma gode di un panorama a 360° davvero strepitoso. Purtroppo la densa foschia presente sul Lago Maggiore e nel Canton Ticino mi impedisce di gustarmi al massimo questa meravigliosa vista.
Lascio un messaggio sul libro di vetta e scopro con stupore che dal mio passaggio a novembre sono salite neanche una trentina di persone. Pensavo che in un posto così, facile da raggiungere e tutto sommato vicino alle grandi città ci salissero 30 persone a domenica!
Dopo aver pranzato ed essermi riposato sotto la grande croce inizio la discesa, percorrendo lo stesso percorso dell'andata.
Decido di salire anche il Pizzo Pernice, che inizialmente non avevo previsto.
Con un breve strappetto raggiungo la vetta (2 h 40), dove mi concedo un'altra pausa e decido di togliere le ciaspole, in quanto la neve sembra diminuire sensibilmente.
Continuando in cresta raggiungo un paio di anticime e giungo all'inizio della ripida discesa verso la Colma di Cossogno. La traccia, nella poca neve rimasta, non pare però battuta, mentre vedo delle impronte nella neve che scendono ripidamente a sinistra.
Decido di seguire questa traccia, che ben presto, scomparendo quasi del tutto la neve, diventa un vero e proprio sentiero, di cui non ero a conoscenza.
Con una vera e propria picchiata sbuco alla colmetta dove è posto il famoso cartello di legno a sei direzioni.
Io seguo per l'Alpe Cavallotti, che raggiungo tramite uno stretto sentierino reso insidioso da un sottile strato di neve "saponosa".
All'Alpe mi faccio ingolosire e opto per una breve risalita, per conquistare la quarta vetta di giornata, la Testa di Cremisello (3 h 30).
E' quasi esagerato definirla vetta, è un piccolo rilievo boscoso, il primo della lunga cresta che domina la Valle Intrasca.
Dalla cima torno all'Alpe Cavallotti, quindi per comodo sentiero a Cappella Fina e alla macchina (3 h 45).
Tourengänger:
peter86
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