Anvéuda, Dotra e Croce Portera (1917 m)
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Da Piera salgo ad Anveuda tramite la stradina asfaltata; la neve è davvero poca e riesco a procedere comodamente anche senza ciaspole.
L'unica preoccupazione in questo tratto è di non fare una doccia ghiacciata: gli abeti sono belli carichi di neve, e con questo caldo si stanno scaricando velocemente!
Raggiunte le graziose baite di Anveuda (1 h 05) calzo le ciaspole e decido di seguire il Sentiero alto per la Croce Portera, per quanto non sia battuto e non l'abbia mai percorso in estate.
Sembra facile: si procede quasi in piano e qualche paletto segnavia aiuta a non perdere la retta via. In realtà, dopo alcuni minuti di tranquillo cammino, il terreno si fa più movimentato, e battere la traccia diventa sempre più faticoso.
Tutto è reso più appagante dal meraviglioso ambiente che mi circonda: distese di neve candida, tracciata solo da qualche animale, e verdi abeti ricoperti da una bella spolverata bianca. Sembra di essere in Scandinavia!
Vengo bruscamente riportato alla realtà dalla assenza dei segnavia che spariscono all'improvviso. Consulto un attimo la carta e decido di piegare leggermente a sinistra. La scelta si rivela azzeccata, infatti, risalito un piccolo valloncello, ritrovo un paletto segnavia (quota 1869 m).
Da qui però di nuovo non è ben chiaro dove andare... le possibilità mi paiono due: tagliare un ripido traverso esposto a sud (con questo caldo non mi pare il caso) o scendere verso valle.
Decido di scendere, dei segnavia neanche l'ombra e scendi scendi mi ricongiungo con la traccia delle motoslitte che da Anveuda porta a Dotra.
Raggiungo il bel nucleo di baite di Dotra (2 h 10) e tiro dritto verso la Croce Portera, su traccia ben battuta. In realtà mi aspetta una nuova sorpresa: la traccia ad un certo punto svolta secca a destra, invece di proseguire dritta seguendo il sentiero estivo.
Decido (sbagliando) di seguire la traccia... Sali sali raggiungo di nuovo i paletti segnavia del sentiero Alto (quello che stavo percorrendo prima!). Ovviamente la traccia non segue il sentiero, ma sale sempre di più, verso la Croce del Bosc.
Dunque abbandono il percorso battuto e di nuovo devo tracciarmi il percorso.
Il valico della Croce Portera è lì davanti a me, alla stessa mia altitudine, ma per raggiungerlo devo compiere diversi saliscendi, sotto il sole cocente e sprofondando ad ogni passo...
Finamente raggiungo la mia meta (2 h 55), stremato e in ritardo di un'ora rispetto al previsto! Mai avrei pensato di faticare così tanto per raggiungere la Croce Portera!
Mi fermo giusto il tempo di qualche foto e di uno spuntino. Per tornare decido di seguire il percorso estivo... è tutto da tracciare, ma almeno è più breve e tutto in discesa.
Ovviamente anche qui non manca qualche momento di smarrimento del percorso, ma alla fine senza eccessive difficoltà mi ricongiungo con la traccia dell'andata e, in breve torno a Dotra (3 h 35).
La Capanna in inverno non è custodita, ma è sempre aperta, così posso consumare il mio magro pranzo in tutta comodità all'interno della struttura.
Per tornare a Piera (4 h 30) decido di seguire il sentiero diretto che scende nel bosco. La neve nel primo tratto è ancora abbondante, anche se ormai decisamente molle e acquosa; a metà discesa invece, nei pressi di Oncedo, devo togliere le ciaspole.
Giornata particolare: il gran caldo, la neve pesante e tutta da battere per buona parte del percorso, i continui saliscendi fatti a causa di errori di percorso, mi hanno davvero stremato, nonostante il dislivello totale sia stato poco!
Ne è comunque valsa la pena!!
L'unica preoccupazione in questo tratto è di non fare una doccia ghiacciata: gli abeti sono belli carichi di neve, e con questo caldo si stanno scaricando velocemente!
Raggiunte le graziose baite di Anveuda (1 h 05) calzo le ciaspole e decido di seguire il Sentiero alto per la Croce Portera, per quanto non sia battuto e non l'abbia mai percorso in estate.
Sembra facile: si procede quasi in piano e qualche paletto segnavia aiuta a non perdere la retta via. In realtà, dopo alcuni minuti di tranquillo cammino, il terreno si fa più movimentato, e battere la traccia diventa sempre più faticoso.
Tutto è reso più appagante dal meraviglioso ambiente che mi circonda: distese di neve candida, tracciata solo da qualche animale, e verdi abeti ricoperti da una bella spolverata bianca. Sembra di essere in Scandinavia!
Vengo bruscamente riportato alla realtà dalla assenza dei segnavia che spariscono all'improvviso. Consulto un attimo la carta e decido di piegare leggermente a sinistra. La scelta si rivela azzeccata, infatti, risalito un piccolo valloncello, ritrovo un paletto segnavia (quota 1869 m).
Da qui però di nuovo non è ben chiaro dove andare... le possibilità mi paiono due: tagliare un ripido traverso esposto a sud (con questo caldo non mi pare il caso) o scendere verso valle.
Decido di scendere, dei segnavia neanche l'ombra e scendi scendi mi ricongiungo con la traccia delle motoslitte che da Anveuda porta a Dotra.
Raggiungo il bel nucleo di baite di Dotra (2 h 10) e tiro dritto verso la Croce Portera, su traccia ben battuta. In realtà mi aspetta una nuova sorpresa: la traccia ad un certo punto svolta secca a destra, invece di proseguire dritta seguendo il sentiero estivo.
Decido (sbagliando) di seguire la traccia... Sali sali raggiungo di nuovo i paletti segnavia del sentiero Alto (quello che stavo percorrendo prima!). Ovviamente la traccia non segue il sentiero, ma sale sempre di più, verso la Croce del Bosc.
Dunque abbandono il percorso battuto e di nuovo devo tracciarmi il percorso.
Il valico della Croce Portera è lì davanti a me, alla stessa mia altitudine, ma per raggiungerlo devo compiere diversi saliscendi, sotto il sole cocente e sprofondando ad ogni passo...
Finamente raggiungo la mia meta (2 h 55), stremato e in ritardo di un'ora rispetto al previsto! Mai avrei pensato di faticare così tanto per raggiungere la Croce Portera!
Mi fermo giusto il tempo di qualche foto e di uno spuntino. Per tornare decido di seguire il percorso estivo... è tutto da tracciare, ma almeno è più breve e tutto in discesa.
Ovviamente anche qui non manca qualche momento di smarrimento del percorso, ma alla fine senza eccessive difficoltà mi ricongiungo con la traccia dell'andata e, in breve torno a Dotra (3 h 35).
La Capanna in inverno non è custodita, ma è sempre aperta, così posso consumare il mio magro pranzo in tutta comodità all'interno della struttura.
Per tornare a Piera (4 h 30) decido di seguire il sentiero diretto che scende nel bosco. La neve nel primo tratto è ancora abbondante, anche se ormai decisamente molle e acquosa; a metà discesa invece, nei pressi di Oncedo, devo togliere le ciaspole.
Giornata particolare: il gran caldo, la neve pesante e tutta da battere per buona parte del percorso, i continui saliscendi fatti a causa di errori di percorso, mi hanno davvero stremato, nonostante il dislivello totale sia stato poco!
Ne è comunque valsa la pena!!
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peter86

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