Madonnino 2502 m
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Sono settimane che pensavamo di fare questa escursione, rimanda oggi, rimanda domani ma finalmente il giorno è arrivato.
Lasciamo l’auto in località Bortolotti, oggi qui non c’è nessuno mentre in estate è praticamente impossibile posteggiare. C’è aria di primavera in giro, il bosco sta ricominciando a vivere, vedremo anche la prima farfalla…
Saliamo tranquillamente nel bosco poi lungo la mulattiera che porta al lago Sucotto ancora semi gelato. Proseguiamo in direzione della Baita Cernello e dell’omonimo lago.
E’ la terza volta che saliamo al Madonnino da questo lato, ma è la prima in cui riusciamo a vedere l’intera salita, le volte precedenti siamo sempre saliti nella nebbia e siamo anche riusciti a prendere una dei temporali peggiori che ricordo! Arrivati alla Costa d’Agnone vediamo la situazione nella valle opposta, quella del Cardeto, da dove vorremmo scendere. C’è molta più neve e questo potrebbe creare qualche difficoltà poiché nei punti dove la poca neve rimasta non ha tenuto siamo finiti dentro fino ad oltre il ginocchio. Risalendo la Costa incrociamo un gruppo di bergamaschi cui chiediamo info sul sentiero del Cardeto. Ci suggeriscono però, visto la splendida giornata di fare il percorso di cresta, molto più bello. Ci danno qualche info.
…seguite la cresta…arrivate là (là dove non capisco bene, spero che Marco riesca a vederci meglio), poi potete girare di lì (sempre meglio…) oppure andate avanti fino al ripetitore (quello lo vedo) e lì girate così (e mima una semicurva a destra), mi raccomando non così (semicurva a sinistra) ma così (ancora semicurva a destra), poi arrivate al bosco, lo tenete a sx, arrivate ai prati dove ci sono delle case e da lì andate a dx.
Chiediamo: ma c’è sentiero?
Non chiediamo se ci siano o meno delle indicazioni, perché ci sembra evidente dalla spiegazione non ce ne sono, ma se almeno ci fosse qualche traccia non sarebbe male…
Risposta: si, si…
poi rispiega il tutto e il sentiero che prima partiva dal ripetitore sembra che invece lo troveremo al bosco, però il sentiero migliore lo troviamo ai prati, interviene un altro e ci dice: beh ragazzi basta che andiate a destra…ok abbiamo capito. Sentieri non ce ne saranno al massimo ci saranno tante tracce, forse, chissà.
Sono titubante ma so benissimo che andremo di là, appena Marco sente menzionare percorsi di questo tipo, gli si drizzano le antenne…Va beh dai cominciamo a salite e a raggiungere la cima al ravanamento ci penseremo dopo…
Raggiungiamo la cima, foto, mangiucchiamenti vari e poi giù perché il solito venticello impedisce di rimanere troppo in vetta.
Procediamo quindi lungo la cresta su una traccia ben visibile fino ad incrociare un sentiero che proviene dal Cernello. Lo seguiamo verso sinistra e rincontriamo i signori di prima, ci rispiegano il sentiero che dovremmo trovare prima o poi dopo il ripetitore e si raccomandano in ogni caso di andare sempre a destra.
Proseguiamo lungo la cresta, raggiungiamo il ripetitore, sentieri nulla, tracce nemmeno, bene, facciamo la semicurva a destra, evidentemente non doveva essere semi ma a destra decisamente perché così facendo sotto di noi troviamo il bosco e tenerlo a sinistra impossibile, per cui risaliamo e decidiamo di raggiungere una baita che avevamo visto dalla cresta. Il nostro pensiero è stato: “ad una baita un sentiero ci arriverà no?!?!”. Di fatto troviamo un sentierino che ci porta fino alla baita dove sostiamo a mangiare. La prima traccia che da valle sale alla baita la troviamo un poco più sotto, la seguiamo e dopo poco ne prendiamo un’altra più evidente, siamo però nel bosco e non lo stiamo tenendo alla nostra sinistra, per cui già qualcosa non torna. Fa niente tanto alla fine basta che andiamo a destra no? Raggiungiamo un capanno di caccia e proseguiamo ora su questo sentierino che raggiunge un prato, si perde, lo ritroviamo più in alto e ora è evidente che non stiamo facendo quello che ci avevano suggerito perché i prati con le case che avremmo dovuto raggiungere sono ormai alle nostre spalle. Proseguiamo su questa traccetta, nel bosco e raggiungiamo un’altra casetta, bene penso io, se non riusciamo a scendere un bel posto dove passare la notte lo abbiamo trovato!
Da qua però parte una bella ed evidente sterrata, la seguiamo, passiamo in mezzo al disastro che ha creato una vecchia valanga, alberi enormi spezzati di netto e raggiungiamo il sentiero fatto all’andata proprio dove ha inizio la mulattiera che sale al lago Sucotto. Non ci resta che tornare sui nostri passi e al posteggio.
Incontriamo nel frattempo altri bergamaschi che ci informano che il sentiero o traccia che dir si voglia che cercavamo probabilmente non esiste più oppure ce ne sono tanti altri che trovare quello giusto è diventato un rebus.
Beh in qualche modo siamo tornati!
DATI GPS
Dislivello 1602 m – km 17,92
Lasciamo l’auto in località Bortolotti, oggi qui non c’è nessuno mentre in estate è praticamente impossibile posteggiare. C’è aria di primavera in giro, il bosco sta ricominciando a vivere, vedremo anche la prima farfalla…
Saliamo tranquillamente nel bosco poi lungo la mulattiera che porta al lago Sucotto ancora semi gelato. Proseguiamo in direzione della Baita Cernello e dell’omonimo lago.
E’ la terza volta che saliamo al Madonnino da questo lato, ma è la prima in cui riusciamo a vedere l’intera salita, le volte precedenti siamo sempre saliti nella nebbia e siamo anche riusciti a prendere una dei temporali peggiori che ricordo! Arrivati alla Costa d’Agnone vediamo la situazione nella valle opposta, quella del Cardeto, da dove vorremmo scendere. C’è molta più neve e questo potrebbe creare qualche difficoltà poiché nei punti dove la poca neve rimasta non ha tenuto siamo finiti dentro fino ad oltre il ginocchio. Risalendo la Costa incrociamo un gruppo di bergamaschi cui chiediamo info sul sentiero del Cardeto. Ci suggeriscono però, visto la splendida giornata di fare il percorso di cresta, molto più bello. Ci danno qualche info.
…seguite la cresta…arrivate là (là dove non capisco bene, spero che Marco riesca a vederci meglio), poi potete girare di lì (sempre meglio…) oppure andate avanti fino al ripetitore (quello lo vedo) e lì girate così (e mima una semicurva a destra), mi raccomando non così (semicurva a sinistra) ma così (ancora semicurva a destra), poi arrivate al bosco, lo tenete a sx, arrivate ai prati dove ci sono delle case e da lì andate a dx.
Chiediamo: ma c’è sentiero?
Non chiediamo se ci siano o meno delle indicazioni, perché ci sembra evidente dalla spiegazione non ce ne sono, ma se almeno ci fosse qualche traccia non sarebbe male…
Risposta: si, si…
poi rispiega il tutto e il sentiero che prima partiva dal ripetitore sembra che invece lo troveremo al bosco, però il sentiero migliore lo troviamo ai prati, interviene un altro e ci dice: beh ragazzi basta che andiate a destra…ok abbiamo capito. Sentieri non ce ne saranno al massimo ci saranno tante tracce, forse, chissà.
Sono titubante ma so benissimo che andremo di là, appena Marco sente menzionare percorsi di questo tipo, gli si drizzano le antenne…Va beh dai cominciamo a salite e a raggiungere la cima al ravanamento ci penseremo dopo…
Raggiungiamo la cima, foto, mangiucchiamenti vari e poi giù perché il solito venticello impedisce di rimanere troppo in vetta.
Procediamo quindi lungo la cresta su una traccia ben visibile fino ad incrociare un sentiero che proviene dal Cernello. Lo seguiamo verso sinistra e rincontriamo i signori di prima, ci rispiegano il sentiero che dovremmo trovare prima o poi dopo il ripetitore e si raccomandano in ogni caso di andare sempre a destra.
Proseguiamo lungo la cresta, raggiungiamo il ripetitore, sentieri nulla, tracce nemmeno, bene, facciamo la semicurva a destra, evidentemente non doveva essere semi ma a destra decisamente perché così facendo sotto di noi troviamo il bosco e tenerlo a sinistra impossibile, per cui risaliamo e decidiamo di raggiungere una baita che avevamo visto dalla cresta. Il nostro pensiero è stato: “ad una baita un sentiero ci arriverà no?!?!”. Di fatto troviamo un sentierino che ci porta fino alla baita dove sostiamo a mangiare. La prima traccia che da valle sale alla baita la troviamo un poco più sotto, la seguiamo e dopo poco ne prendiamo un’altra più evidente, siamo però nel bosco e non lo stiamo tenendo alla nostra sinistra, per cui già qualcosa non torna. Fa niente tanto alla fine basta che andiamo a destra no? Raggiungiamo un capanno di caccia e proseguiamo ora su questo sentierino che raggiunge un prato, si perde, lo ritroviamo più in alto e ora è evidente che non stiamo facendo quello che ci avevano suggerito perché i prati con le case che avremmo dovuto raggiungere sono ormai alle nostre spalle. Proseguiamo su questa traccetta, nel bosco e raggiungiamo un’altra casetta, bene penso io, se non riusciamo a scendere un bel posto dove passare la notte lo abbiamo trovato!
Da qua però parte una bella ed evidente sterrata, la seguiamo, passiamo in mezzo al disastro che ha creato una vecchia valanga, alberi enormi spezzati di netto e raggiungiamo il sentiero fatto all’andata proprio dove ha inizio la mulattiera che sale al lago Sucotto. Non ci resta che tornare sui nostri passi e al posteggio.
Incontriamo nel frattempo altri bergamaschi che ci informano che il sentiero o traccia che dir si voglia che cercavamo probabilmente non esiste più oppure ce ne sono tanti altri che trovare quello giusto è diventato un rebus.
Beh in qualche modo siamo tornati!
DATI GPS
Dislivello 1602 m – km 17,92
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