Cimone di Straolgio
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Gran giornata, vogliamo fare qualcosa di nuovo per cui decidiamo di andare a fare una sciata inel parco della Valgrande. Non vi sono molte cime scialpinistiche, quantomeno le relazioni si contano sulle dita di una mano, ma studiando la cartina decidiamo che il Cimone di Straolgio potrebbe essere fattibile.Presi dall'entusiasmo trascuriamo il fatto che, vista la stagione, la strada che porta a Fondo li Gabbi sarà probabilmente chiusa, infatti ci fermiamo a Malesco per un caffè, quindi prendiamo la suddetta strada e dopo pochi metri ci imbattiamo in una sbarra chiusa...vabbè siamo qui, parcheggiamo le auto, per fortuna il fondo è innevato per cui possiamo calzare gli sci da subito. fino a Fondo li Gabbi il percorso è questo, vista la scarsa pendenza potrebbe sembrare monotono ma abbiamo modo invece di gustarci diversi scorci panoramici che percorrendo la strada in auto quasi non si vedono. Finalmente però arriviamo alle baite di Fondo li Gabbi e la pendenza aumenta, vi sono dei bei pendi ricoperti di neve polverosa, la giornata è splendida, intorno a noi il manto nevoso è solcato dalle tracce di decine di animali.
Raggiungiamo l'Alpe Cortenuovo e quindi la Cappella di Terza, qui buona parte del gruppo decide che, visto che ormai è quasi ora di pranzo, si accontenterà di aver raggiunto questa meta, in quattro proseguiamo verso il Cimone, arriviamo all'anticima di quota 2151, valutiamo il proseguio e decidiamo che il pendio, visto anche che abbiamo fame e che i nostri soci stanno dando fondo alle cibarie, non è sufficientemente stabile per cui, via gli sci, via le pelli e giù veloci che lo stomaco si fa sentire. La neve si rivela essere veramente di quelle buone: fondo portante ed un po' di polvere superficiale.
Arriviamo alla Cappella di Terza e ci buttiamo sul cibo: come sempre c'è l'iradiddio da mangiare.
Pennica postprandiale sul tetto della cappella e poi ci apprestiamo al ritorno. Troviamo dei bei canali pieni di polvere ed in breve siamo di ritorno a Fondo li Gabbi, da qui più che una sciata c'è un trasferimento su sci, comunque a parte qualche tratto dove ci tocca pattinare anche questo tragitto si rivela piacevole.
A Malesco decidiamo che una birra ce la siamo meritata.
Gita piacevole da farsi in compagnia ma da non inserirsi sicuramente fra le "classiche" degne di essere ripetute: troppo lungo il percorso fino a Fondo li Gabbi, i pendii successivi sono piacevoli e con buona neve, come quella da noi trovata, anche divertenti ma, come si suol dire: "il santo non vale la candela".
Raggiungiamo l'Alpe Cortenuovo e quindi la Cappella di Terza, qui buona parte del gruppo decide che, visto che ormai è quasi ora di pranzo, si accontenterà di aver raggiunto questa meta, in quattro proseguiamo verso il Cimone, arriviamo all'anticima di quota 2151, valutiamo il proseguio e decidiamo che il pendio, visto anche che abbiamo fame e che i nostri soci stanno dando fondo alle cibarie, non è sufficientemente stabile per cui, via gli sci, via le pelli e giù veloci che lo stomaco si fa sentire. La neve si rivela essere veramente di quelle buone: fondo portante ed un po' di polvere superficiale.
Arriviamo alla Cappella di Terza e ci buttiamo sul cibo: come sempre c'è l'iradiddio da mangiare.
Pennica postprandiale sul tetto della cappella e poi ci apprestiamo al ritorno. Troviamo dei bei canali pieni di polvere ed in breve siamo di ritorno a Fondo li Gabbi, da qui più che una sciata c'è un trasferimento su sci, comunque a parte qualche tratto dove ci tocca pattinare anche questo tragitto si rivela piacevole.
A Malesco decidiamo che una birra ce la siamo meritata.
Gita piacevole da farsi in compagnia ma da non inserirsi sicuramente fra le "classiche" degne di essere ripetute: troppo lungo il percorso fino a Fondo li Gabbi, i pendii successivi sono piacevoli e con buona neve, come quella da noi trovata, anche divertenti ma, come si suol dire: "il santo non vale la candela".
Tourengänger:
paoloski

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