Rifugio Santa Rita, 1988 m - Val Varrone
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lumi
Stavolta vorrei dare spazio a una leggenda indiana che mi ha colpito, e dedicarla a qualunque già la sappia, o ancora no, agli amanti della montagna, a qualunque come me, appena l’ha sentita…perché un viaggio in montagna ti apre il cuore, ti fa sognare e vivere le passioni…
Oggi, in una giornata insolita ma gelata ho trovato la gioia di amare camminando al Rifugio Santa Rita accompagnata degli amici del Cai Paullo. (www.caipaullo.it)
''C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone che diceva di avere il cuore più bello del mondo. Tutti quanti glielo ammiravano, era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano più il giovane si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: “Beh, a dire il vero… il tuo cuore è molto meno bello del mio.” Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto ed era anche pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse il più bello.
Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: ” Starai scherzando !”, disse. “Confronta il tuo cuore col mio, il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.”
“E’ vero !”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, nel mio ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore, alla quale ho dato un pezzo del mio cuore, e spesso, ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma certo ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato, ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto e questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone… e chissà ? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi adesso che cosa sia il vero amore ?”
Il giovane era rimasto senza parole e lacrime copiose gli rigavano il volto. Allora prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che gli tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi ne prese un pezzo rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più “il cuore più bello del mondo”, eppure lo trovava più meraviglioso che mai perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui''.
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grandemago
Non è bastato il terrorismo metereologico dei media a fermarci......
Certo non succede tutti i giorni di avere queste temperature, ma in gennaio e febbraio può capitare, alla faccia dell’innalzamento della temperatura del pianeta.......di questo pianeta dove gli “umani”, quelli civilizzati, enfatizzano ormai ogni evento naturale.
Se piove, nevica, o fa freddo diventa una catastrofe......quando arriverà l’estate lo stesso destino toccherà al troppo caldo!
Si vorrebbe godere per tutto l’anno di “temperatura ambiente”......non accettiamo che stakazzo di natura non si adatti a noi......che già abbiamo i nostri problemi, il più terrificante dei quali è di aver affidato il nostro destino alla borsa.....
Oggi è stata una di quelle giornate da “Pronti e....via!!!”
Il freddo non tollerava tentennamenti, la parola d’ordine è stata “Andare avanti”.
Una volta entrati “in regime” il freddo non si è più fatto sentire, ci siamo anche permessi una veloce sosta banana....gelata!
Alcuni compagni d’avventura li ho visti quando siamo scesi dalle auto e rivisti solo alla fine del tutto, una volta tornati alle auto. Mi è dispiaciuto ma non era giornata per soste lunghe, ci rifaremo nelle prossime gite!
Poco prima del rifugio Varrone c’è il bivio per il rifugio S. Rita. Fin qui abbiamo camminato senza ciaspole, su pista battuta dalla motoslitta del rifugio. Ora però le dovremo calzare perchè c’è solo una traccia battuta da alcuni scialpinisti. Ci mancano poco più di trecento metri di dislivello, perciò l’uso dei ciabattoni non mi pesa.
Raggiungiamo il rifugio S. Rita (chiuso) in quattro.......e non faccio nomi! Mangiamo veloci ed altrettanto veloci scendiamo per ricongiungerci al resto del gruppo, rimasto al caldo del rifugio Varrone, affollatissimo per causa di una gara scialpinistica.
Alla fine ci siamo fatti più di 22 km, di cui 18 senza ciaspole, camminando liberi sulla neve.....una meraviglia!
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lebowski
soundtrack: Antonio Vivaldi "L'inverno"
http://www.youtube.com/watch?v=uC-USAB530A&feature=related
Il torrente Varrone nasce dalle Bocchette di Trona, scendendo a valle si è scavato un letto tra le rocce metamorfiche ferrose.
Di solito è un tipo precipitoso, mentre oggi scorre lento sotto una coperta di ghiaccio, solo ogni tanto riaffiora per prendere ossigeno.
Bassa valle, ornata di faggi betulle e ontani decorati con fiocchi di neve che sembrano alberi del cotone. Non manca Il blues, ritmato e cantato dalle chiacchere del nostro gruppo di raccoglitori di esperienze in cammino.
Oggi il freddo è serio, lo sento penetrare fino all'amigdala, il centro emozionale del cervello, dove si analizza ogni esperienza e partono le reazioni agli stimoli esterni.
Oggi il freddo ubriaca i poeti, secca gli homeless e asfalta di ghiaccio trasparente la terra.
Non soffro particolarmente le basse temperature, vado in bicicletta anche d'inverno e faccio compagnia ai tedeschi per i primi bagni in mare primaverili, però quando provo la sensazione di avere un riccio giocherellone che rotola sulle guance esposte al gelo, il chilo e mezzo di massa grigia che ho tra le orecchie manda segnali preoccupati.
Scatta la reazione.
Aumenta il passo della locomotiva
lebowski, rifornita nella caldaia interna con banana e biscotti al cioccolato, che tuttavia arriva sferragliando al rifugio Casera senza più combustibile.
Lascio la salita al S.Rita agli adoratori delle ciaspole, molto più in forma di me.
Uno dei miei compagni salito senza copricapo, ha le chiocche dei capelli raccolte in piccoli dread di ghiaccio, sembra un vero "rasta delle nevi"!
Temperatura stimata meno venti.
Tutti abbiamo bisogno di una domenica siberiana, ci permettere di leggere più intensamente le pagine del Sergente nella Neve di Rigoni Stern e i racconti della Kolima di Salamov e di apprezzare anche il più afoso giorno d'estate senza lamenti e condizionatore a palla.
Il freddo inoltre ha una funzione catartica, elimina i pensieri superflui che si annidano come fastidiosi acari nelle pieghe del tessuto della mente.
L'uniformità della vita viene dissolta dall'intensità con la quale singolarmente la viviamo, un'immersione nel sottozero è una colata di solvente sulla vernice della pigrizia, una scossa che genera energia per salire più in alto alla prossima occasione!
PS: Oggi, il nostro gruppetto CAI Paullo, in puro ordine alfabetico: Brunella, Esilde, Lella, Lumi, Marica, Memi, Patrizia, Alberto (il capo gita), Aldo, Franco, Luca, Pino, Paolo, Roberto, Valter.

Stavolta vorrei dare spazio a una leggenda indiana che mi ha colpito, e dedicarla a qualunque già la sappia, o ancora no, agli amanti della montagna, a qualunque come me, appena l’ha sentita…perché un viaggio in montagna ti apre il cuore, ti fa sognare e vivere le passioni…
Oggi, in una giornata insolita ma gelata ho trovato la gioia di amare camminando al Rifugio Santa Rita accompagnata degli amici del Cai Paullo. (www.caipaullo.it)
''C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone che diceva di avere il cuore più bello del mondo. Tutti quanti glielo ammiravano, era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano più il giovane si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: “Beh, a dire il vero… il tuo cuore è molto meno bello del mio.” Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto ed era anche pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse il più bello.
Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: ” Starai scherzando !”, disse. “Confronta il tuo cuore col mio, il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.”
“E’ vero !”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, nel mio ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore, alla quale ho dato un pezzo del mio cuore, e spesso, ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma certo ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato, ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto e questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone… e chissà ? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi adesso che cosa sia il vero amore ?”
Il giovane era rimasto senza parole e lacrime copiose gli rigavano il volto. Allora prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che gli tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi ne prese un pezzo rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più “il cuore più bello del mondo”, eppure lo trovava più meraviglioso che mai perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui''.
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Non è bastato il terrorismo metereologico dei media a fermarci......
Certo non succede tutti i giorni di avere queste temperature, ma in gennaio e febbraio può capitare, alla faccia dell’innalzamento della temperatura del pianeta.......di questo pianeta dove gli “umani”, quelli civilizzati, enfatizzano ormai ogni evento naturale.
Se piove, nevica, o fa freddo diventa una catastrofe......quando arriverà l’estate lo stesso destino toccherà al troppo caldo!
Si vorrebbe godere per tutto l’anno di “temperatura ambiente”......non accettiamo che stakazzo di natura non si adatti a noi......che già abbiamo i nostri problemi, il più terrificante dei quali è di aver affidato il nostro destino alla borsa.....
Oggi è stata una di quelle giornate da “Pronti e....via!!!”
Il freddo non tollerava tentennamenti, la parola d’ordine è stata “Andare avanti”.
Una volta entrati “in regime” il freddo non si è più fatto sentire, ci siamo anche permessi una veloce sosta banana....gelata!
Alcuni compagni d’avventura li ho visti quando siamo scesi dalle auto e rivisti solo alla fine del tutto, una volta tornati alle auto. Mi è dispiaciuto ma non era giornata per soste lunghe, ci rifaremo nelle prossime gite!
Poco prima del rifugio Varrone c’è il bivio per il rifugio S. Rita. Fin qui abbiamo camminato senza ciaspole, su pista battuta dalla motoslitta del rifugio. Ora però le dovremo calzare perchè c’è solo una traccia battuta da alcuni scialpinisti. Ci mancano poco più di trecento metri di dislivello, perciò l’uso dei ciabattoni non mi pesa.
Raggiungiamo il rifugio S. Rita (chiuso) in quattro.......e non faccio nomi! Mangiamo veloci ed altrettanto veloci scendiamo per ricongiungerci al resto del gruppo, rimasto al caldo del rifugio Varrone, affollatissimo per causa di una gara scialpinistica.
Alla fine ci siamo fatti più di 22 km, di cui 18 senza ciaspole, camminando liberi sulla neve.....una meraviglia!
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soundtrack: Antonio Vivaldi "L'inverno"
http://www.youtube.com/watch?v=uC-USAB530A&feature=related
Il torrente Varrone nasce dalle Bocchette di Trona, scendendo a valle si è scavato un letto tra le rocce metamorfiche ferrose.
Di solito è un tipo precipitoso, mentre oggi scorre lento sotto una coperta di ghiaccio, solo ogni tanto riaffiora per prendere ossigeno.
Bassa valle, ornata di faggi betulle e ontani decorati con fiocchi di neve che sembrano alberi del cotone. Non manca Il blues, ritmato e cantato dalle chiacchere del nostro gruppo di raccoglitori di esperienze in cammino.
Oggi il freddo è serio, lo sento penetrare fino all'amigdala, il centro emozionale del cervello, dove si analizza ogni esperienza e partono le reazioni agli stimoli esterni.
Oggi il freddo ubriaca i poeti, secca gli homeless e asfalta di ghiaccio trasparente la terra.
Non soffro particolarmente le basse temperature, vado in bicicletta anche d'inverno e faccio compagnia ai tedeschi per i primi bagni in mare primaverili, però quando provo la sensazione di avere un riccio giocherellone che rotola sulle guance esposte al gelo, il chilo e mezzo di massa grigia che ho tra le orecchie manda segnali preoccupati.
Scatta la reazione.
Aumenta il passo della locomotiva

Lascio la salita al S.Rita agli adoratori delle ciaspole, molto più in forma di me.
Uno dei miei compagni salito senza copricapo, ha le chiocche dei capelli raccolte in piccoli dread di ghiaccio, sembra un vero "rasta delle nevi"!
Temperatura stimata meno venti.
Tutti abbiamo bisogno di una domenica siberiana, ci permettere di leggere più intensamente le pagine del Sergente nella Neve di Rigoni Stern e i racconti della Kolima di Salamov e di apprezzare anche il più afoso giorno d'estate senza lamenti e condizionatore a palla.
Il freddo inoltre ha una funzione catartica, elimina i pensieri superflui che si annidano come fastidiosi acari nelle pieghe del tessuto della mente.
L'uniformità della vita viene dissolta dall'intensità con la quale singolarmente la viviamo, un'immersione nel sottozero è una colata di solvente sulla vernice della pigrizia, una scossa che genera energia per salire più in alto alla prossima occasione!
PS: Oggi, il nostro gruppetto CAI Paullo, in puro ordine alfabetico: Brunella, Esilde, Lella, Lumi, Marica, Memi, Patrizia, Alberto (il capo gita), Aldo, Franco, Luca, Pino, Paolo, Roberto, Valter.
Communities: Hikr in italiano, Carpathians Mountains
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