Pizzo Erra 2416mt e ... dintorni
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Una bella vetta, non proprio banale in inverno …
A dispetto di qualcuno poco convinto, oggi la tecnologia ci ha aiutato a trovare i sentieri e a riprogettare sul posto il percorso.
L’ idea iniziale era molto più ambiziosa, ma escursioni di oltre 6 ore di cammino, mentre le giornate sono al minimo di ore di luce, sono poco realizzabili.
Si sono aggiunti altri due importanti imprevisti: abbiamo sbagliato strada per la località di partenza (poco male, abbiamo prontamente rivisto il percorso), ma il principale imprevisto è stata la mancanza di segnalazioni sui sentieri.
La vetta del giorno è il Pizzo Erra, un bel 2414mt la cima più alta tra il Matro ed il Molare, a cavallo tra Leventina e valle di Blenio. Ispiratore il buon siso, anche se ho scelto un percorso diverso dal suo.
Pizzo Erra visto dai 2200mt sopra il Passo dei Laghetti
Partiamo dall’ inizio: il punto di appoggio previso era Giò, ad ovest del Matro, sulla Leventina a 1600mt circa, ma ad un bivio lungo la stradina che sale da Cavagnago, prendiamo a sinistra invece di proseguire …. Morale ci troviamo a Pascorasc, un gruppo di belle baite a 1590mt.
Rivediamo velocemente il percorso, e partiamo.
Sentiero segnalato per Puscett che raggiungiamo in 15m, anche qui un gruppo di baite, con anche un laghetto, il sentiero dovrebbe proseguire salendo verso nord, ma nessuna indicazione.
Troviamo invece delle tracce di passaggio, che perdiamo varie volte, camminando dentro boschi di abeti e larici, un ambiente spettacolare, io che sono un “ammalato per i funghi” , me lo immagino con i porcini che spuntano dal terreno …..
Fortunatamente il gps con la mappa ci viene in aiuto, e oggi sarà una costante.
Raggiungiamo un bivio, dove troviamo un grande spiazzo, che corrisponde alla fine di una strada sterrata, che percorreremo al ritorno.
Segnaletica ancora nulla, seguiamo in salita tracce sul terreno.
Alle 10:00 siamo all’ Alpe Fopascia, un pianoro con una stalla ed una piccola baita spostata verso l’ alto, il paesaggio è stupendo, verso la Leventina con in grande evidenza il Pizzo Forno e la Val Chironico.
Vicino alla baitella più alta troviamo (previsto sulla mappa, ma sempre senza segnali) un bel sentiero che con lunghi traversi e tornanti ci porta sotto i paravalanghe della Croce di Sasso.
Si attraversano due grandi pietraie, il sentiero è ben battuto.
Si sale, e più si sale è più è ripido, manchiamo il bivio che porterebbe in qualche modo al Passo dei Laghetti, una rete di protezione chiude il passaggio ed obbliga a salire diritto sulla cresta, dove si trovano tre “oggetti misteriosi”, tre grandi manufatti in legno e ferro di cui ignoro e non riesco ad immaginare la funzione. Anzi, verso la Croce di Sasso (verso il Matro) ci sono altri tre di questi “oggetti”.
Si apre una magnifica vista verso la Valle di Blenio, con le grandi cime dalla Val Pontirone, la Val Malvaglia e su-su fino allo Scopì. Le nuvole nascondo le cime dei tremila, Adula in testa che sta proprio di fronte a noi.
Risaliamo verso nord fino ad un ometto, la quota è 2225mt, per scendere al Passo dei Laghetti si devono perdere 100mt.
Sulla cresta, su tutto il lato della Valle di Blenio ed i versanti esposti a nord, neve fino a 20-30cm in parte farinosa ed in parte ghiacciata.
La discesa al passo risulta molto più difficoltosa del previsto, la neve nasconde le buche e rende i sassi “saponati”.
Impieghiamo 25m per scendere il ripido (molto ripido) pendio, con molta attenzione e cercando la via migliore.
Al passo del Laghetto, 2130mt, incontriamo i primi bolli bianco-rossi su delle pietre, i primi della giornata da Puscett in sù.
Non sono molti, parecchio distanziati, ma il versante sud del Pizzo Erra è largo con prati e qualche roccia, nessun problema.
Io sono affaticato e come al solito fotografo i posteriori dei miei amici che mi precedono, e di molto.
Raggiungiamo l’ anticima sud, e si approccia la torre rocciosa con la vetta.
Qui il passaggio più insidioso, la neve nasconde i segnali, c’è da scalare un paio di roccette, per evitare passaggi ancora più insidiosi sul lato ovest.
In una foto vi ho tracciato il percorso che io, “fanalino di coda”, ho percorso, su suggerimento di chi prima di me ha cercato di risalire dei canaletti da est, con non pochi patemi.
In vetta, ci ricongiungiamo attorno alla “croce”, o meglio ad un monumento, cito testualmente dalla relazione di Siso:
È una “vetta laica”: al posto della consueta croce, qui fa bella mostra di sé una moderna statua di ferro, opera dell’ artista mendrisiense Paolo Selmoni.
Mangiamo tranquilli con una grande indigestione di panorami, la vista a 360° è notevole, spaziando tra le grandi vette della Valle di Blenio, al quelle ad ovest della Leventina, fino allo Scopì, il Lucendro, e la cresta che ci ospita, dal Matro salendo fino al Molare, al Pizzo del Sole, Pecian e Piecianet.
Pensare che le previsioni davano qualche pioggerella al mattino, e foschia e nuvole durante il giorno, invece ci troviamo un bel cielo blu intenso, con nuvolaglia che nasconde le cime dei grandi tremila della Greina.
Le giornate, come già detto, sono troppo corte e la sosta in vetta, la riduciamo a soli 45m.
Foto di vetta e scendiamo, risolto il passaggino subito sotto con attenzione scendiamo ora in cresta, senza seguire il sentiero segnalato.
Al bivio a 2203mt che reca su un sasso il segnale bianco-rosso con la scritta “P.Erra”, andiamo a compiere il giro ad anello (siamo o non siamo la Compagnia-B dell’ anello?), quindi non scendiamo al passo del Laghetto, ma la mappa dice che c’è un sentiero (o meglio tracce di sentiero, perché la mappa lo indica a tratti) che scende verso la cascina dei Piai, ancora una volta perdiamo il sentiero, scendiamo in libera per ripidi pratoni, quind NON seguite la nostra traccia a scendere dai 2200mt ai 1950 mt della cascina.
Vicino alla cascina, c’e’ un laghetto recitato e completamente ghiacciato, l’ ambiente è incantevole, e ci fermiamo 20m al sole a gustarci la giornata.
Ripartiamo sulla sterrata che in piano ci riporta a Fopascia, ripercorriamo il sentiero fino a 1770mt (spiazzo e fine-strada), per completare l’ anello prendiamo verso nord e seguendo una bella strada sterrata (sulla mappa è segnata come un sentiero) ritorniamo a Pascorasc alle 15:40, giusto in tempo per evitare il buio.
Ho classificato l’ escursione come T3, meriterebbe forse anche un +, nelle condizioni di neve ghiacciata che abbiamo trovato, e soprattutto per la grande mancanza di segnaletica per raggiungere il passo dei laghetti.
Concedetemi un’ ultima considerazione: per la posizione, altitudine, forma, vista panoramica … merita di essere visitata. Alla prossima !
Vista da

Ragazzi cosa aggiungere?
Avete espresso voi tutto quello che si poteva dire.
Per quanto mi riguarda posso affermare che il tratto che scendeva alla bocchetta su rocce con neve e ghiaccio anche se da fare con la massima attenzione mi ha particolarmente divertito, un po' meno onestamente il tratto sotto la cima dove io e Brown siamo arrivati sbagliando alla grande, siamo andati "lunghi", e' stata un'arrampicata non semplice causa neve e ghiaccio, mi permetto di ribadire che non ci si deve mai sentire sicuri e tranquilli, la montagna ci regala tantissimo ma merita sempre la massima considerazione e rispetto, cose che non mancano mai ci mancherebbe, ma e' un attimo trovarsi in situazioni da cui poi risulta difficile e pericoloso uscirne.
Vetta comunque molto panoramica e piacevole da raggiungere, unica nota negativa come gia' ampiamente scritto la quasi totale mancanza di segnaletica sia su rocce che su paline.
Per chi vuole una cima un po' fuori dall'usuale la consiglio sinceramente.
La neve tarda ad arrivare per quanto mi riguarda come sciatore mi spiace, ma come escursionista no, preferisco alla grande andare senza ciaspole, al max i ramponi, scusate gusto personale, sci ok.
Ciao ciao.
Vista da

Piacevolissima giornata passata in ottima compagnia.L'escursione e' stata impegnativa dal punto di vista segnaletica e per il tratto finale con neve e ghiaccio abbastanza insidiosi.
Gimmy ci ha suggerito una strada piu' sicura per arrivare in vetta in quanto io e Roberto eravamo finiti in un percorso troppo pericoloso a causa della macanza di indicazioni.(grazie Gimmy)
Sono convinto che la prossima nevicata rendera' il tracciato di questa escursione improponibile.
In vetta un simpatico topolino entrava e usciva velocemente dalla tana (ma andra' in letargo??) mentre abbiamo avvistato un camoscio lungo il percorso del ritorno e un 'aquila volteggiava sopra di noi .
I panorami in vetta hanno ripagato tutta la fatica e il nostro Giorgio ci ha erudito sulle vette che ci circondavano oltre che sull'utilizzo del gps ormai diventato compagno di viaggio indispensabile.
Alle prossime uscite,con la neve ???
Paolo Brown
Vista da

Giornata come sempre favolosa,itinerario un pò fuori pista fino sotto la vetta,abbastanza faticosa ma sempre allegra dalla compagnia.
Come dicevo salita sui ciuffi d'erba in certi punti anche ghiacciati,che come dice la Clerici di stare attentise no si : scarliga.
Sotto la vetta era impegnativa per neve da nord,poi in vetta il solito convivio a base di leccornie meritate,discesa sempre fuori pista fin giù al laghetto ghiacciato,abbiamo provato la tenuta della lastra dello stesso, ma per gli extra large teneva poco poi via per il rientro, escursione indimenticabile .
Ciao a tutti gli Hikriani
Il solito riassuntivo:
Andata: Pascorasc – Puscett – bivio e fine strada a 1770mt – Alpe Fopascia – cresta a NO della Croce di Sasso – passo dei laghetti – Pizzo Erra (pranzo)
6.1 Km alla vetta, 2:40m di orologio i primi in vetta
Ritorno: Pizzo Erra – bivio a 2203mt – Cascina dei Piai – Fopascia – Bivio fine strada 1770 – strada sterrata fino a Pascorasc
6Km, 2:20m di orologio (meno di 2h nette)
Dislivello: 830 mt assoluto, 1030 mt relativo
Altre foto, diario, tracce sul nostro sito (a breve)
Girovagando





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