Ferrata 30°OSA al Corno Ratt / Corno orientale di Canzo / Cresta del M.Moregallo
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Ferrata 30°OSA al Corno Ratt / Corno orientale di Canzo / Cresta del M.Moregallo
Questo bel giro ad “anello” (tanto per non smentirmi) mi è stato ispirato dalla suggestiva relazione di Patrizia (Patripoli) col nutrito gruppo di validi partecipanti (
GrandeMago,
Lumi & Co). Ero curioso di mettermi alla prova e mettere alla prova anche la valutazione di Vie Ferrate.it. Così, un po’ per farmi “perdonare” dai miei predecessori per aver “carpito” l’idea e un po’ per una mia naturale devianza masochista decidevo di allungare il percorso inserendo anche la bella cresta del Monte Moregallo. Il tutto si svolge in un ambiente che conoscevo poco avendovi fatto solo qualche escursione in passato. Non mi sento di scrivere molto di più di quanto non sia stato già scritto dai nostri eroi; vorrei aggiungere che se vi piace arrampicare su roccia lungo una ferrata perché vi garantisce sicurezza (specialmente se si è da soli come nel mio caso), non fate questa ferrata. Di rocce arrampicabili nel senso proprio del termine qui non ce n’è quasi per nulla; tutto il percorso, salvo la bella parte terminale e sporadicamente qualche breve tratto è tutto un inno alla prova di forza. Direi che è il paradiso per un body builder più che per un climber; qui la catena serve “davvero”, raramente puoi mollarla per mettere le mani sugli appigli e vaste zone sono “tappezzata” di staffe che sostituiscono gli appoggi che mancano. Direi che in arrampicata libera qui si va ben oltre il III o IV grado che vediamo di solito e le pareti sono talmente lisce da offrirsi solo al “tocco” dei vari Manolo ma non al povero “cristo”
gbal.
La tipologia della ferrata è anche responsabile della povertà del mio servizio fotografico sia perché il mio curatore d’immagine è in trasferta in Inghilterra per un importante servizio a Corte, sia perché, dovendo fare le foto da me, molto spesso non avevo più mani da destinare allo “scatto” JJJ
Comunque si va su, con attenzione e se c’è preparazione fisica; come ha detto Grande Mago: “breve ed intensa”. Già da subito i muscoli alti ancora freddi rischiano lo strappo sulla prima parete, quella che è detta del Sasso OSA e che rappresenta un bel test e dà un’idea del prosieguo. Esposizione notevole e verticalità complicano, se vogliamo, le sensazioni psicologiche di questa ferrata. Come ho detto prima la parte terminale è una bella paretina, questa sì, tradizionale, ben arrampicabile che dà soddisfazione e consente di riguadagnare la fiducia in se stessi.
Finita la prima ferrata si affronta l’ascesa al Corno orientale di Canzo che si svolge in prevalenza su sentiero di cresta, nel bosco, e solo in pochi casi un po’ di catene attrezzano alcune paretine. Qui non c’è neanche il cavo di sicurezza ma stavolta si può arrampicare in senso stretto e piacevole. Quanto poi al tratto terminale l’arrampicata, è anche aerea ed esposta ma comunque breve e molto bella.
Dopo una micro sosta mi incammino rapidamente verso la Bocchetta di Moregge in discesa per poi risalire in direzione Est verso il severo sovrastante Monte Moregallo (battesimo oggi per me); malauguratamente lo squillo del telefonino, telefonata importante cui non puoi dire di no, mi faceva perdere l’equilibrio che recuperavo sgraziatamente e il mio piede sx se ne accorgeva ed iniziava da allora a lamentarsi per la storta appena guadagnata. Comunque ho fatto una mezza maratona con una caviglia gonfia e sono sopravvissuto per cui ho stretto i denti ed i tempi ed ho affrontato il saliscendi che caratterizza questa bella cresta che raccorda alcuni bei torrioni che movimentano la cresta stessa. In alcuni tratti questa è parecchio esposta ed aerea e non la consiglierei a chi ha qualche problema di vertigine o d’equilibrio; vi si trovano catene “corrimano” che offrono un conforto psicologico più che servire per trazione. La vetta del Moregallo è strana, piuttosto pianeggiante, con un bell’albero, una Madonnina e la Croce. Di lì proseguendo verso Est scendevo rapidamente alla Bocchetta di Sambrosera dove seguivo le indicazioni per Valmadrera pervenendo prima alla Fonte di Sambrosera, importante crocevia situato in un vallone percorso da un torrente. Di lì prendevo il bellissimo sentiero nel bosco per San Tommaso e poi Belvedere di Valmadrera dove avevo parcheggiato l’auto.
Giro di grande soddisfazione! Lo consiglio vivamente con le puntualizzazioni che ho sparso nella relazione.
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Belvedere di Valmadrera |
0 |
0 |
Attacco Ferrata |
0:50 |
0:50 |
Sosta x vestizione |
0:10 |
1:00 |
Ferrata 30°OSA Corno Ratt |
1:05 |
2:05 |
Sentiero attrezzato Corno E di Canzo |
1:14 |
3:19 |
Sosta spuntino e svestizione |
0:08 |
3:27 |
Cresta Monte Moregallo |
0:48 |
4:16 |
Belvedere di Valmadrera |
1:38 |
5:55 |
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello assoluto 1.175m
Lunghezza percorso 10,4 km
Tempo totale lordo 5h55’
Tempo totale netto 5h37’
Soste totali 18'

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