Cima di Medeglia (1260 m) da Canedo
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Oggi avrei voluto scalare il Camoghè. Purtroppo, la barriera all’ingresso della Val Serdena mi ha costretto a rinunciare e a ripiegare su una cima che ho già raggiunto il mese scorso.
Inizio dell’escursione: ore 8:15
Fine dell’escursione: ore 10:55
Temperatura alla partenza: 5°C
Temperatura al rientro: 9°C
Esco dall’Autostrada A2 a Rivera, poco prima della galleria del Monteceneri, e imbocco la strada cantonale in direzione sud. Da Bironico risalgo la Val d’Isone. Raggiunto il villaggio di Medeglia svolto a sinistra seguendo la segnaletica per Canedo. La comoda strada asfaltata mi permette di raggiungere la località di Canedo in 1,5 km. Parcheggio di fianco all’oratorio di San Giulio, eretto nel 1710 dal mastro Carlo Antonio Simoni. Sulla facciata spiccano tre affreschi del 1996 con San Lucio di Cavargna, San Giulio e Sant’Antonio abate.
Il toponimo Canedo deriva da canneto. Per la verità oggi non ho visto nessuna canna di palude; per contro, parecchi sono i prati umidi presenti nelle radure della regione, con abbondanza di giunchi palustri.
Nel nucleo del paesino sono attratto dalla lavagnetta dell’osteria; la scritta recita: “Oggi si ciba ciò che c’è”. Come dire, o vi accontentate, oppure mangerete altrove; un invito alla modestia, che non guasta, abituati come siamo nelle trattorie dei centri con un’offerta di decine di piatti diversi.
Il sentiero, marcato in bianco – rosso – bianco, risale alle spalle del villaggio, in direzione NW. Sale gradualmente in un bosco misto di betulle e roverelle, fra affioramenti di rocce silicee, una delle quali è un masso cuppellare facente parte dell’inventario cantonale. In mezz’ora raggiungo Troggiano (1065 m), un maggengo con una dozzina di rustici, alcuni dei quali in uno stato di degrado. Dalla radura si aprono dei bellissimi scorci sulle montagne del massiccio del Monte Tamaro. Continuo l’escursione seguendo il sentiero in direzione NW. Superato un alpeggio a quota 1140 m, senza nome sulla carta topografica, in zona Sopra Canaa, osservo delle trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Oltrepassato il torrente Troggiano, il sentiero piega deciso in direzione nord. Il bosco viene sostituito dal pascolo. I prati troppo umidi, formati principalmente da piante acide, vengono disdegnati dal bestiame. Predominano comunque le erbe secche, i cespugli e il ginepro. Il panorama si allarga offrendomi dei bellissimi scorci sul Lago di Locarno e sulle montagne che fanno da corona al Piano di Magadino. Anche a sud si stagliano numerosi profili, sempre più lievi, indefiniti ed impercettibili, man mano si avvicinano alla Pianura Padana.
Ore 9.20: Cima di Medeglia geschafft!
Che bello, non ci sono aeroplanini telecomandati: posso godermi la vetta in santa pace senza rumori molesti.
Cima di Medeglia (1260 m)
Non c’è il libro di vetta. Scatto comunque la foto all’etichetta di Hikr.org, alla base della croce, e scrivo la perla di saggezza del giorno:
“I piccoli mali sono la sorgente del nostro dolore. Gli uomini non inciampano nelle montagne ma sulle pietre”. Proverbio cinese.
Decido di scendere lungo la strada militare, lungo il versante nord della Cima di Medeglia.
Qui ghiaccio e brina conferiscono un carattere invernale alla gita. A 1150 m di quota abbandono la sterrata e mi incammino verso sud, cercando un percorso alternativo. Passo così da Predoso, dove seguo il Riale di Ferre, lungo staccionate, sfruttando le peste degli animali da pascolo. Non è facile orientarsi; direi che si tratta di un utile allenamento di “orienteering”. Raggiungo Corte di Sopra (1080 m), un pascolo che mi offre una spettacolare panoramica sul Pizzo di Corgella, sul Camoghè e sul Gazzirola. Seguo di nuovo il Riale di Ferre fino a 1030 m di quota, quando lo attraverso, portandomi sul suo lato destro. Poco dopo perdo la giusta traccia di sentiero. Me ne rendo conto analizzando a casa il tracciato GPS. Seguo così un sentierino poco battuto, circa 100 m più in alto di quello che avrei dovuto trovare. Poco male, arrivato all’altezza di Canedo, mi devo abbassare di quota, nel fitto bosco, ripido e coperto di foglie secche. Sono costretto anche a calarmi fra qualche placca di roccia e a superare con prudenza una “ganna” sopra le prime case della frazione, dove mi ricongiungo con il sentiero percorso in salita. Un po’ di pepe sul finale ci voleva!
Tutto sommato è stata una piacevole escursione con condizioni meteo ideali, che desidererei rifare con le racchette da neve.
Tempo di salita: 1 h 05 min
Tempo totale: 2 h 40 min
Tempi parziali
Canedo (840 m) – Troggiano (1065 m): 30 min
Troggiano (1065 m) – Cima di Medeglia (1260 m): 35 min
Cima di Medeglia (1260 m) – Predoso (1140 m): 20 min
Predoso (1140 m) – Canedo (840 m): 55 min
Dislivello teorico in salita: 421 m
Sviluppo complessivo: 5 km
Difficoltà: T2
Coordinate Cima di Medeglia: 716.335 / 109.890
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: discreta / buona

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