Campo dei Fiori di Varese
|
||||||||||||||||||||||||||
Se in quest'ultima strana estate sono riuscito a fare qualche piccola impresa in montagna, lo devo alle escursioni invernali e primaverili sui monti di casa mia: il massiccio del Campo dei Fiori di Varese. La bassa quota (1226 la cima principale) non deve trarre in inganno. seppur brevi, le pendenze sono di tutto rispetto. Affrontate poi nei ritagli di tempo, a tutta velocità, rappresentano un ottimo campo d'allenamento, assolutamente remunerativo dal punto di vista paesaggistico. Ho salito queste montagne decine di volte ma è sempre una novità, perchè il territorio varia moltissimo in base alle condizioni stagionali.
Di tutte le innumerevoli escursioni che si possono fare, quella che segue è la mia preferita, perciò, reduce dall'uscita mattutina, la descrivo.
Alla Rasa di Varese, prima del ponte, si lascia l'auto su un ampio piazzale sterrato a destra, si attraversa la strada e ci si immette nella gippabile a sinistra. Essa procede in falsopiano e incontra il primo bivio. A sinistra si va sulla direttissima verso il Sacro Monte (q.800 ca), prendere a destra e fare ciao ciao al cagnetto rognoso che sembra voglia sbranare il mondo ma, ad oggi, si è sempre fermato a tre cm dalla caviglia.
Procedere sulla strada che attraversa la parte alta del paese e alla fine di questa prendere a sinistra su ampio sentiero in leggera salita. Siamo ormai nel bosco, a volte si incontra di sfuggita un camoscio, le sorgenti dell'Olona sono ovunque. La via sale dapprima dolcemente poi, grazie ad alcuni tornanti inframezzati da traversi risale un pendio fin sotto la depressione del passo Varrò. Qui il primo vero strappo, breve ma molto ripido porta al suddetto passo: è un luogo incantato, un altopiano a q.800 molto fresco in cui la luce del sole sembra affettata dalle fronde degli alberi. Un cartello segnavia indica di voltare a sinistra e attraversare in piano questa zona a giungere all'attacco della salita vera e propria che richiede una svolta decisa a destra, in corrispondenza di un segnavia (E/1) posto su un albero e poco visibile. Ci troviamo sul grande sentiero che collega Capo Nord con il sud Italia, il sentiero E/1 appunto. Il primo tratto, dritto per dritto, toglie il respiro, poi alcuni tornantelli agevolano il passo e portano a q. 900, in corrispondenza del passo delle Pizzelle, crocevia di sentieri. Tenersi sull'E/1 e proseguire ora su terreno più agevole a pervenire ad un'ampia scalinata che conduce al piazzale del Grand Hotel Campo dei Fiori, o perlomeno di quanto ne rimane visto che dagli anni '60, questo gioiello liberty che ebbe risonanza in tutta Europa, è chiuso. Così come è chiusa la vecchia stazione della funicolare, altro mirabile esempio di architettura liberti di cui il Somaruga fu artefice.
In cima alla scalinata, tenersi a destra e proseguire su ampia via pianeggiante per alcune centinaia di metri godendosi il panorama. Si arriva dunque sotto la palestra di roccia. Il primo tratto, un po' esposto, è superabile con una bella scalinata scavata nella roccia e protetta da una ringhiera. Giunti sotto la placconata, la stessa si supera seguendo i segnavia (10/15 metri senza mai mettere le mani a terra), oppure si risale con libera e divertente arrampicata, che ognuno può configurare in base ai suoi gusti.
In cima alla palestra c'è quello che considero uno dei luoghi più affascinanti di questa montagna: uno sperone roccioso affacciato sulla valle sottostante, sul lago Maggiore, sui monti del Malcantone, della Verzasca, del Comasco e, naturalmente, sui giganti ossolani. Se si evitano i momenti in cui il CAI varesino fa esercitazioni, questo è un posto quasi sempre solitario, spazzato dal vento, innevato in inverno perchè esposto a Nord: il posto mio, insomma.
Prendere ora il sentierino non segnalato ma visibile che si addentra nel bosco e percorrerlo (con neve e ghiaccio può essere un po' pericoloso) sino ad un bivio in cui si volge a sinistra scendendo qualche scalino per poi risalire, sempre su gradoni, ad una larga e verdeggiante cresta in cui d'estate molti si arrostiscono al sole. Dopo la cresta si esce al monte Tre Croci, mistico e panoramicissimo luogo con vista sulla pianura padana e lo si discende attraverso la scalinata della Via Sacra che, in breve, riporta al Grand Hotel. Con medesimo percorso dell'andata, si ritorna al passo delle Pizzelle e quindi si volta a destra, percorrendo la cresta che conduce al piazzale del sacro Monte, borgo di rara bellezza a cui bisognerebbe dedicare una bella visita.
Al piazzale, dietro il bar "Al Ceppo", parte il sentiero che scende in direttissima alla Rasa, a ritrovare l'automobile. Si scende dapprima un versante boschivo, quindi si attraversano dei prati sotto il piazzale ad intercettare il cartello segnavia che manda a sinistra in discesa costante e rompiginocchia.
Poichè, come detto, uso questi terreni come campi di allenamento, di solito riesco a fare tutto il giro in un paio d'ore, tuttavia chi volesse affrontarlo per la prima volta dedicando il giusto tempo alla contemplazione e al riposo può impegare un' intera giornata (molte aree attrezzate per pic nic), esperienza estensibile a tutta la famiglia.
Percorso di circa 8 km.
Inserisco fotografie prese durante le mie numerose gite. Nessuno si spaventi se vede neve a q. 800 d'agosto!!
Di tutte le innumerevoli escursioni che si possono fare, quella che segue è la mia preferita, perciò, reduce dall'uscita mattutina, la descrivo.
Alla Rasa di Varese, prima del ponte, si lascia l'auto su un ampio piazzale sterrato a destra, si attraversa la strada e ci si immette nella gippabile a sinistra. Essa procede in falsopiano e incontra il primo bivio. A sinistra si va sulla direttissima verso il Sacro Monte (q.800 ca), prendere a destra e fare ciao ciao al cagnetto rognoso che sembra voglia sbranare il mondo ma, ad oggi, si è sempre fermato a tre cm dalla caviglia.
Procedere sulla strada che attraversa la parte alta del paese e alla fine di questa prendere a sinistra su ampio sentiero in leggera salita. Siamo ormai nel bosco, a volte si incontra di sfuggita un camoscio, le sorgenti dell'Olona sono ovunque. La via sale dapprima dolcemente poi, grazie ad alcuni tornanti inframezzati da traversi risale un pendio fin sotto la depressione del passo Varrò. Qui il primo vero strappo, breve ma molto ripido porta al suddetto passo: è un luogo incantato, un altopiano a q.800 molto fresco in cui la luce del sole sembra affettata dalle fronde degli alberi. Un cartello segnavia indica di voltare a sinistra e attraversare in piano questa zona a giungere all'attacco della salita vera e propria che richiede una svolta decisa a destra, in corrispondenza di un segnavia (E/1) posto su un albero e poco visibile. Ci troviamo sul grande sentiero che collega Capo Nord con il sud Italia, il sentiero E/1 appunto. Il primo tratto, dritto per dritto, toglie il respiro, poi alcuni tornantelli agevolano il passo e portano a q. 900, in corrispondenza del passo delle Pizzelle, crocevia di sentieri. Tenersi sull'E/1 e proseguire ora su terreno più agevole a pervenire ad un'ampia scalinata che conduce al piazzale del Grand Hotel Campo dei Fiori, o perlomeno di quanto ne rimane visto che dagli anni '60, questo gioiello liberty che ebbe risonanza in tutta Europa, è chiuso. Così come è chiusa la vecchia stazione della funicolare, altro mirabile esempio di architettura liberti di cui il Somaruga fu artefice.
In cima alla scalinata, tenersi a destra e proseguire su ampia via pianeggiante per alcune centinaia di metri godendosi il panorama. Si arriva dunque sotto la palestra di roccia. Il primo tratto, un po' esposto, è superabile con una bella scalinata scavata nella roccia e protetta da una ringhiera. Giunti sotto la placconata, la stessa si supera seguendo i segnavia (10/15 metri senza mai mettere le mani a terra), oppure si risale con libera e divertente arrampicata, che ognuno può configurare in base ai suoi gusti.
In cima alla palestra c'è quello che considero uno dei luoghi più affascinanti di questa montagna: uno sperone roccioso affacciato sulla valle sottostante, sul lago Maggiore, sui monti del Malcantone, della Verzasca, del Comasco e, naturalmente, sui giganti ossolani. Se si evitano i momenti in cui il CAI varesino fa esercitazioni, questo è un posto quasi sempre solitario, spazzato dal vento, innevato in inverno perchè esposto a Nord: il posto mio, insomma.
Prendere ora il sentierino non segnalato ma visibile che si addentra nel bosco e percorrerlo (con neve e ghiaccio può essere un po' pericoloso) sino ad un bivio in cui si volge a sinistra scendendo qualche scalino per poi risalire, sempre su gradoni, ad una larga e verdeggiante cresta in cui d'estate molti si arrostiscono al sole. Dopo la cresta si esce al monte Tre Croci, mistico e panoramicissimo luogo con vista sulla pianura padana e lo si discende attraverso la scalinata della Via Sacra che, in breve, riporta al Grand Hotel. Con medesimo percorso dell'andata, si ritorna al passo delle Pizzelle e quindi si volta a destra, percorrendo la cresta che conduce al piazzale del sacro Monte, borgo di rara bellezza a cui bisognerebbe dedicare una bella visita.
Al piazzale, dietro il bar "Al Ceppo", parte il sentiero che scende in direttissima alla Rasa, a ritrovare l'automobile. Si scende dapprima un versante boschivo, quindi si attraversano dei prati sotto il piazzale ad intercettare il cartello segnavia che manda a sinistra in discesa costante e rompiginocchia.
Poichè, come detto, uso questi terreni come campi di allenamento, di solito riesco a fare tutto il giro in un paio d'ore, tuttavia chi volesse affrontarlo per la prima volta dedicando il giusto tempo alla contemplazione e al riposo può impegare un' intera giornata (molte aree attrezzate per pic nic), esperienza estensibile a tutta la famiglia.
Percorso di circa 8 km.
Inserisco fotografie prese durante le mie numerose gite. Nessuno si spaventi se vede neve a q. 800 d'agosto!!
Tourengänger:
rochi
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (3)