Anche se le mie articolazioni scricchiolano e duolgono oggi non riesco proprio a riposare e così decido per un itinerario non lunghissimo che avevo già adocchiato da tempo: il Piz da la Margna vero e proprio simbolo dell'alta Engadina.
Alle 7.30 sono in riva al Lej da Segl, scarponi ai piedi, pronto per salire questo bel tremila.
La giornata si presenta abbastanza bella, anche se speravo un po' meglio, ma in montagna il tempo cambia velocemente e quindi non mi scoraggio anche perchè per oggi le previsioni sono buone, salvo il pericolo di foschie o lievi temporali pomeridiani.
In giro non c'è moltissima gente solo qualche pescatore e qualcuno che corre in riva al lago o che passeggia con il cane.
Subito alla partenza ho percorso il sentierino che costeggia il lago anche se è possibile, stando appena a destra, imboccare la strada che corre parallela ma un po' più alta.
Giunto in vista di Plan Brüsciabraga sulla destra, segnalato c'è il bivio con l'indicazione per Ca d'Starnam che si raggiunge su una strada sterrata.
Dopo aver oltrepassato la malga occorre fare attenzione di imboccare il sentiero appena a destra che sale sulla dorsale e non quello che prosegue dritto, con minore pendenza, che porta in Val Fedoz.
Nel salire ho superato due signori con un bellissimo cane bianco nero (mi sembrava un Border Collie) che per un tratto si è aggregato a me prima di tornare dai suoi padroni.
La salita è proceduta molto bene anche se il tempo nel frattempo si è annuvolato e non poco.
Arrivato alla pietraia occorre fare affidamento agli ometti indicatori e qui il sentiero inizia a salire molto più decisamente sulla destra fino ad arrivare in prosimità della cresta finale dove compaiono dei segni e delle frecce in vernice blu.
A questo punto, oltrepassando dei residui di nevai ma senza l'utilizzo dei ramponi e con dei brevi e facili passi di arrampicata ho raggiunto in tre ore esatte la vetta del Piz da la Margna a 3159mt.
Essa si presenta come una spianata piuttosto ampia dove, un grosso ometto di pietre con bandierine Tibetane che sventolano, segna la cima.
Ho incrociato una ragazza che scende poco più sotto ed ora sono in completa solitudine e nel silenzio più totale, solo il vento di tanto in tanto mi fa sentire la sua voce.
Purtroppo il panorama che mi aspettavo di vedere resta per il momento nel mio immaginario, ma non mi dispero perchè mi fermerò qui per una lunga pausa.
Effettivamente le nuvole di tanto in tanto si aprono e lasciano intravvedere dei panorami mozzafiato e, soprattutto verso valle, dei colori stupendi.
In questa situazione il tempo passa molto velocemente e arriva in fretta l'ora di scendere; peccato perchè si sta molto bene quassù e la temperatura è veramente gradevole.
La discesa la faccio a ritroso lungo l'itinerario di salita tranne che la strada finale che corre un po' più alta sul Lago di Sils, piuttosto che il sentierino che lo costeggia.
Mentre scendo il tempo migliora decisamente e mi offre degli scorci fantastici sui Laghi dell'Engadina.
Grazie Montagna e arriverderci.
Kommentare (2)