E' una limpida domenica di dicembre, il sole pascola radioso nel cielo.
Siamo in un luogo di esplorazione dell'infinito, un piccolo osservatorio astronomico nei pressi dei piani del Tivano decisi a percorrere la dorsale del triangolo Lariano per una scorribanda sulla neve.
Da Colma di Sormano ci siamo inoltrati nel bosco, dove un largo sentiero sale presso il piccolo altopiano di origine glaciale che le geometrie bizzarre della tettonica hanno plasmato nel mezzo dei due rami del lago di Como.
Imbocchiamo una salita ripida che ci porta in quota, dinanzi al crinale che precede la prima delle due gobbe di cammello che ci separano dalla cima del Monte Palanzone (1434 metri).
Il Palanzone lo percepisco subito come un vecchio amico di cui ci si può fidare, è un pacioso gigante sdentato dalla testa rotonda, sulla quale svetta una bruttissima piramide massonica in pietra sovrastata da una croce, altro simbolo che rimanda a tale ispirazione.
Il colpo d’occhio è notevole, spazia dalle Grigne, al Legnone, dall'Arera al Monte Rosa.
Entra in scena un attore di prestigio: il vento, oggi scandinavo freddo e potente.
Barriera tra uomini e dei, così gelido che immagino uscito direttamente dalle pagine delle leggende nordiche del Kalevala, dove si narra che il suo soffio sia provocato da Ilmatar, la figlia dell'aria presa nella sua danza evanescente e bellissima, tra le nuvole e l'azzurro sopra le nostre teste mortali
La seconda cima, il monte Palanzo (1391 m) è agevolmente raggiunta dopo pranzo seguendo le creste innevate sulla traccia anarchica segnata da
grandemago , che ci guida con la sicurezza di un cane da slitta con la bussola in testa.
Arrivano folate improvvise anticipate da un muggito sinistro per scaricarsi come una pioggia di aghi di ghiaccio sulle zone esposte di epidermide.
Il turbine vivace e argenteo della neve polverosa accompagna la salita come un fedele compagno di cammino.
Mentre la maggior parte del gruppo riprende il sentiero di ritorno, insieme ad altri tre ingordi di verticalità(
Pizzo1954,
Lella e
patripoli) arranco verso il monte Preàola (1417 m) che porterà a tre, (numero perfetto sacro e filosofico, ancora massoneria!) il numero di cime salite oggi.
Ciaspole? No grazie opto per la fatica, oggi le porterò con me appese allo zaino solo come un peso aggiuntivo.
Dopo la terza cima pago i due mesi di inattività montana, la lancetta delle mie riserve di energia dirotta inesorabilmente sul rosso.E' necessario un doping a base di cioccolato per rimettermi in moto ad andatura ridotta, infatti il mio incedere ricorda quello un automa difettoso con i meccanismi assemblati in un giorno di sciopero.Conosci te stesso, e conoscerai l’Universo e gli Dei...
Il vento aumenta le sue spinte, Ilmatar ha ripreso a danzare.
Scendiamo in fila indiana, siamo una striscia di bandierine tibetane scosse dal vento, e se come dicono ogni filo strappato alla stoffa dalla violenza delle raffiche è una preghiera che sale al cielo Maurizio era in stato di grazia perchè una parte di lui si è dissolta nell'aria, mentre il suo corpo mortale è sollevato e scagliato a terra dal vento!
La giornata finisce con un'ottima torta che
Titti ha preparato per il nostro gruppo Cai, annegata in cioccolata cappuccini , birra e chiacchere.
Mentre il colore incantato del tramonto stende le ultime pennellate accese sulle Grigne, la pianura luccica come le Pleiadi, e la notte nel suo camerino perfeziona il trucco pronta ad entrare in scena...
soundtrack:
"Sunday morning"
The Velvet Underground & Nico
http://www.youtube.com/watch?v=eF_CQGHqzts
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