Palanzone & dintorni
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2 – 3 Aprile 2011
Fine settimana dedicato alla lentezza.
Sabato scorso al Moregallo sono partito troppo veloce sperando che fosse utile a recuperare l’allenamento, invece mi sono stancato subito e ne ho risentito i giorni seguenti.
Approfitto di questi due giorni di bel tempo per muovermi il più possibile ma senza forzare l’andatura e facendo soste frequenti.
Sabato: parto da Asso, con calma; una sosta ad Enco dove faccio quattro chiacchiere con la Cristina che gestisce l’agriturismo; riparto verso il Palanzone facendo il giro largo, la giornata è bella ma umida; una sosta per mangiare qualcosa e riparto per la cima; altra sosta cercando di vedere il panorama, c’è molta foschia, e anche le Grigne sono invisibili; fino a qui non ho incontrato nessuno, e anche sulla cima ci sono poche persone.
Scendo al Rifugio Riella per la scorciatoia; 3 ore e 45 minuti, escluse soste.
Alle 14,30 il rifugio è ancora affollato, prendo una buona minestra d’orzo e legumi, poi riparto in cerca di tranquillità.
Mi dirigo verso il Monte di Palanzo, lasciato il bivio per la Colma di Sormano non trovo più nessuno; altra sosta sulla cima poi salgo il Monte Preàola; ritorno al Rifugio ormai deserto, altre 2 ore 15 minuti; siamo in pochi a cenare e solo io a dormire.
Una buona cena, poi prendo il binocolo che ho portato; non c’è la luna, ma la densa foschia rende troppo luminoso il cielo e le stelle non si vedono molto bene, ma sempre meglio che da Milano.
Domenica: fatta colazione e pagato il conto, parto in direzione sud; arrivo alla Bocchetta di Palanzo, salgo il Pizzo dell’Asino, e giungo alla Bocchetta di Lemna. Breve sosta e salgo al Bolettone; il rifugio è chiuso, altra sosta sulla cima e scendo alla Capanna Mara. Non è ancora ora di pranzo, ma i tavoli esterni sono già quasi tutti occupati; mangio qualcosa velocemente e inizio la discesa verso Erba.
Sentiero tranquillo e poco frequentato, gli escursionisti salgono quasi tutti dall’Alpe del Vicerè; verso metà discesa una breve deviazione in salita porta alla Croce Pessina, luogo panoramico quando non c’è foschia, dove faccio una sosta più lunga per mangiare e riposare un po’, le ginocchia cominciano a lamentarsi.
Riprendo la discesa, passo dal Sasso d’Erba, dove parecchie persone sono impegnate ad arrampicare; mi fermo un po’ ad osservare, poi riparto arrivando ad Erba.
Non ci sono indicazioni per la stazione, cerco di ricordare il percorso visto su una carta, e arrivo giusto in tempo per saltare sul treno, 4 ore e 15 minuti dal Riella.
In questi due giorni sono riuscito a non stancarmi, ho faticato dove il percorso era faticoso, ma ho sempre recuperato bene; adesso bisogna cercare di proseguire sempre così.
I progetti che ho in mente sono tanti, e vorrei riuscire a concluderne qualcuno.
Alla prossima…
Stefano
Fine settimana dedicato alla lentezza.
Sabato scorso al Moregallo sono partito troppo veloce sperando che fosse utile a recuperare l’allenamento, invece mi sono stancato subito e ne ho risentito i giorni seguenti.
Approfitto di questi due giorni di bel tempo per muovermi il più possibile ma senza forzare l’andatura e facendo soste frequenti.
Sabato: parto da Asso, con calma; una sosta ad Enco dove faccio quattro chiacchiere con la Cristina che gestisce l’agriturismo; riparto verso il Palanzone facendo il giro largo, la giornata è bella ma umida; una sosta per mangiare qualcosa e riparto per la cima; altra sosta cercando di vedere il panorama, c’è molta foschia, e anche le Grigne sono invisibili; fino a qui non ho incontrato nessuno, e anche sulla cima ci sono poche persone.
Scendo al Rifugio Riella per la scorciatoia; 3 ore e 45 minuti, escluse soste.
Alle 14,30 il rifugio è ancora affollato, prendo una buona minestra d’orzo e legumi, poi riparto in cerca di tranquillità.
Mi dirigo verso il Monte di Palanzo, lasciato il bivio per la Colma di Sormano non trovo più nessuno; altra sosta sulla cima poi salgo il Monte Preàola; ritorno al Rifugio ormai deserto, altre 2 ore 15 minuti; siamo in pochi a cenare e solo io a dormire.
Una buona cena, poi prendo il binocolo che ho portato; non c’è la luna, ma la densa foschia rende troppo luminoso il cielo e le stelle non si vedono molto bene, ma sempre meglio che da Milano.
Domenica: fatta colazione e pagato il conto, parto in direzione sud; arrivo alla Bocchetta di Palanzo, salgo il Pizzo dell’Asino, e giungo alla Bocchetta di Lemna. Breve sosta e salgo al Bolettone; il rifugio è chiuso, altra sosta sulla cima e scendo alla Capanna Mara. Non è ancora ora di pranzo, ma i tavoli esterni sono già quasi tutti occupati; mangio qualcosa velocemente e inizio la discesa verso Erba.
Sentiero tranquillo e poco frequentato, gli escursionisti salgono quasi tutti dall’Alpe del Vicerè; verso metà discesa una breve deviazione in salita porta alla Croce Pessina, luogo panoramico quando non c’è foschia, dove faccio una sosta più lunga per mangiare e riposare un po’, le ginocchia cominciano a lamentarsi.
Riprendo la discesa, passo dal Sasso d’Erba, dove parecchie persone sono impegnate ad arrampicare; mi fermo un po’ ad osservare, poi riparto arrivando ad Erba.
Non ci sono indicazioni per la stazione, cerco di ricordare il percorso visto su una carta, e arrivo giusto in tempo per saltare sul treno, 4 ore e 15 minuti dal Riella.
In questi due giorni sono riuscito a non stancarmi, ho faticato dove il percorso era faticoso, ma ho sempre recuperato bene; adesso bisogna cercare di proseguire sempre così.
I progetti che ho in mente sono tanti, e vorrei riuscire a concluderne qualcuno.
Alla prossima…
Stefano
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stefano58
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