Monte Zeda (2156 m) - Pizzo Marona (2051 m)
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Gita al Monte Zeda via Pizzo Marona dalla Cappella Porta. Da Verbania si sale in direzione di Cambiasca, poi si svolta a destra per la Valle Intrasca, poi a sinistra per Caprezzo e superato l’abitato si sale verso Pönt. Proseguendo, si arriva al termine della strada alla Cappella Porta, dove si lascia l’auto. Ci si incammina sul sentiero che sale diritto (non quello a destra, né la via tagliafuoco a sinistra: quello in mezzo, il più ripido) in un bel bosco di faggi (sentiero-natura, con dei pannelli esplicativi della natura circostante). I tronchi numerati sono 20 (l’ultimo è situato alla fine del bosco, prima della salita finale al Rif. Pian Cavallone). Dopo i primi 5 minuti, la pendenza si addolcisce e il bosco comincia a presentare le prime conifere. Si sale, poi c’è un lungo tratto pianeggiante nel bosco di abeti e poi, dopo la fine del bosco, un’ottima sorgente e il tratto finale un po’ ripido che porta al rifugio Pian Cavallone. Dal rifugio il sentiero si dirige a sinistra verso la cappelletta dove inizia il traverso (nel quale appaiono già le prime catene) che permette di evitare il saliscendi dal Monte Todano. Avvertenza: al mattino molto presto o dopo una giornata piovosa è consigliabile salire e scendere dal Todano piuttosto che questo traverso (nonostante i circa 100 metri di dislivello prima in salita e poi in discesa), in cui l’erba, che facilmente arriva ad altezza uomo, è sempre bagnata. In un modo o nell’altro si perviene poi alla Forcola (1518 m), da cui si prosegue salendo inizialmente sulla cresta della Cima Cugnacorta (la “Maronina”). Il sentiero si sposta poi sulla destra, sul lato del Colle di Onunchio: anche qui, inizialmente, l’erba alta può dare fastidio, a seconda delle condizioni e della stagione. Si prosegue, ed in qualche punto, per aiutare la marcia sono posizionate delle catene, talvolta un po’ eccessive, certo utili con il bagnato. L’erba torna poi ad altezza normale, e se si è riusciti a non bagnarsi, da qui in avanti si resterà probabilmente asciutti… Si arriva così ai piedi della “Scala Santa”, una facile ma ripida scalinata, e, superatala, si giunge nei pressi del Passo del Diavolo, uno stretto passaggio a picco sulla Val Marona: niente di difficile, ma indigesto a chi soffre di vertigini. Rimane adesso l’ultima rampa finale ed in breve si arriva sulla cima del Pizzo Marona (2051 m), bellissimo balcone sulla zona centrale del Lago Maggiore. La cappelletta di vetta funge anche da bivacco d’emergenza e permette di stare al calduccio nel caso la giornata lo richieda. A destra si stacca poi il sentiero che con alcuni saliscendi e qualche passaggio attrezzato, con circa 100 metri di dislivello ancora da superare, porta in vetta al Monte Zeda. La vista qui è regale, come da ogni buona piramide che si rispetti e che non abbia, nelle immediate vicinanze, vette (molto) più alte a coprire la visuale. Se si ha tempo, vale la pena fermarsi a gustare il panorama e crogiolarsi al sole: come balcone è davvero perfetto!
Ritorno per la stessa via.
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Tourengänger:
tapio

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