SASSA D'ENTOVA 3331 m. NEL RICORDO DEL CARO AMICO FAUSTO
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Finalmente Massimo ha coronato il suo sogno, erano mesi che continuava con qs. Sassa d'Entova,lo capisco perfettamente, è stata una bellissima giornata di sole in un contesto alpino di rara bellezza,attorno a noi si ergeva un'anfiteatro di giganti e in mezzo a tutti dominava il pizzo del Bernina con i suoi 4049 m. di quota ma, il momento cruciale e commovente è stato in vetta quando abbiamo commemorato e dedicato qs. conquista al suo caro amico Fausto scomparso il 7 maggio 2009 in un tragico incidente sul Resegone.
Per il sottoscritto è stato un momento di grande commozione.
Chissa' se veramente Fausto in quei momenti era con noi !!!
Non è facile trovare una risposta a qs. dubbio, ma forse è giusto sia cosi.
La permanenza in vetta è stata di ca. 1h. e dopo aver consumato il nostro pasto con foto ricordo, ci siamo avviati sulla via del ritorno verso le h. 14.00, una piccola sosta al vecchio ex rifugio albergo Scerscen e alle h. 18.00 eravamo alle ns. auto.
RELAZIONE vista da Alberto: Mi ritrovo a Lecco con Massimo,poi visto che Francesco e Claudio non arrivano,Massimo chiama: hanno cannato strada,ma la colpa è solo ed esclusivamente di quel ciciarun del Claudio che non ascolta e continua a parlare a mo di mitragliatrice. Comunque,senza troppi giri,ci ritroviamo al posto che ho suggerito a Max,onde evitare di perdere troppo tempo e così,finalmente si parte. Il viaggio non è pesante,ma è nel reggere Claudio che non sta zitto un secondo,quindi è stato come trascorrere una settimana in auto con Lui he he he. Giunti a Chiesa,in perfetto orario,ci si ritrova con Mario,amico di Max e Giois una ragazza,molto spigliata,amica di Mario: ripartiamo e giunti al rifugio Sasso Nero,si pensava di fare una colazione...ma apriva alle 7,30 (erano le 7),quindi si riparte e giungiamo al parcheggio di Bracciascia,dove l'aria era sul tantinello fredda e quindi parto con la camicia felpata che terrò per tutto il giorno (evitandomi le scottature). Chiarisco subito con i nuovi amici,che io sono il lento del gruppo,non per niente mi sono soprannominato “il Bradipo”. Il cammino prende il passo tranquillo alle ore 7,20,ma Giois si vede che viaggia,sempre con alle calcagna Claudio (chissà che mal di testa,poverina) e Mario di tanto in tanto mi chiede come va: bene gli rispondo,nessun problema! Giunti all'alpe Entova,si prende il sentiero indicato come alta via,che taglia parecchio la strada assai lunga (la segnaletica verticale,è da 3/4 anni che c'è,fino all'ultima volta che ho fatto questo percorso,non esisteva). Si procede seguendo i segnali a vernice e su sentiero abbastanza marcato...poi,visto che è scomparso il sentiero domando: ma...dov'è il sentiero? Risposta: il sentiero lo abbiamo lasciato perchè va di là (a sinistra) ,qui basta tagliare in su diritti...a@@@ ci siamo,a me sa mì, che me tuca rampegà,mondo ladro ai taglioni! Va bene,con passo ridotto,salgo e ad un certo punto vedo la strada,ok fra poco mi ci infilo sopra e non mi interessa una bella mazza di ciò che faranno gli altri! Lo sguardo mi fa notare che gli amici si stanno inerpicando a mo di stambecchi...io non ho intenzione di soffrire e arrivare allo spasmo,quindi il mio ricercare la semplicità del percorso (in questo sono bravo) con occhio clinico vedo a sinistra dei cartelli e la strada oramai al mio stesso livello. Mollo il gruppo e sento Max: Alberto di qua...si va bene,( tra me mi dicevo: andate voi che io voglio percorrere senza troppa fatica tracciati a me più consoli) e proseguo imperterrito con la mia idea e raggiungo la strada che percorro senza sfiancarmi,mentre vedevo gli amici che si inerpicavano aiutandosi con le mani e anche con i denti he he he,dal tanto che era erto il pendio. Colpa di Claudio,che ha cannato: mai fidarsi di chi sta davanti,bisogna cercare di collaborare aprendo bene gli occhi,perchè nessuno è esente da sbagliare! (compreso io). Giunti a quota 2700 vedo gli amici seduti a far merenda: be,forza andiamo e un vaffa....parte,raggiungendomi he he he. Ma si sà,il bradipo non necessita di queste soste,egli dopo aver fatto una sostanziosa colazione appena alzatosi dal letto,è a posto fino alla programmata meta,questione di abitudine,ma...non imitatemi,ci vogliono anni e predisposizione del fisico a reagire così. Giunti poco oltre,al bradiposki,gli prende el mal de co (qualche giramento di testa,un classico quando giungo alla quota dei 2800 m.) quindi,metto le ridotte (riesco ad andare ancora più piano,però vado) e piano piano raggiungo gli amici all'ex rifugio albergo Scerscen m.3001. Mentre gli amici si saziano,io prima cosa scatto le foto,poi mi bevo un bicchierino di tisana,con aggiunta di miele,bella fresca e buona. Mentre gli amici si domandano se servono i ramponi,il bradiposki si attrezza di codesti ramponi e segue gli amici,un poco impacciato perchè un breve tratto e su roccia,ma poi...su ghiacciaio innevato prima (dove il mio passo è stabile,mentre gli amici qualche slittatina l'anno fatta),poi su ghiaccio vivo,dove Max mi dice se stavo aspettando il tonfo di qualcuno: he he he,sinceramente sì,ma nessuno scivolò. Poi il ghiacciaio si fa ripido,Mario prende una via che a me sinceramente non mi aggrada,quindi suggerisco di tenere la destra,cosa che viene confermata anche da Mario che a gattoni si inerpicava per sfasciumi. Alla fine del ghiacciaio,con tanto di neve fresca,c'è da superare delle rocce quasi lisce,ma con sopra granelli di sassi e terriccio dove non solo io trovo problematico il preoseguire. Quasi quasi,mi fermo li e vada via...però provo,tolgo i ramponi e capisco che lo scarpone scivola: non voglio rovinarmi le vacanze,quindi rimetto i ramponi e proseguo sull'erto ghiacciaio superando quel breve ma insidioso tratto raggiungendo la sommità della cresta dove Max mi attendeva. Una stretta di mano e l'oramai vicina croce si vedeva e piano piano eccoci arrivati in vetta: sono le 13,00 e siamo a quota 3331 (dato riportato sulla carta Svizzera). Mentre tutti si rifocillavano a dovere,io messo giu lo zaino,non sentivo la necessità di mangiare,ma di fotografare,poi mi siedo e consumo il povero pasto che consisteva in un pezzo di pizza e un tuchelin de ciuculat. Un breve silenzio per commemorare l'amico Fausto,poi alle 14.00 si riprende la discesa anche se a voler guardare,stare lassù senza vento era una cosa fantastica,oltre al panorama superbo che si manifestava ai nostri occhi. Scendiamo e prendiamo subito il ghiacciaio,dove c'è chi scivola su esso a mo di equilibrista e chi con le terga vi scivola sopra: io constantemente con il passo da bradiposki. Mentre proseguiamo,ad un certo punto...a@@@ la mia gamba sinistra scompare nella neve: al momento chiedo aiuto,poco convinto,mentre gli amici stavano lì,pronti per ogni evenienza. Ma senza disperarmi,con l'altra gamba rimasta fuori,cerco di fare leva,e piano piano la gamba ritorna all'aria aperta: e se andavano dentro tutte e due le gambe? Quanto sarà stato profondo il “buco” o crepaccio? Bè,mi è andata bene,così avviso Max di prestare attenzione mentre si avvicinava. Io e Max siamo rimasti insieme,mentre il quartetto era già lontano: in queste situazioni,MAI restare o lasciare da soli qualcuno,domandiamoci sempre; e se mi succedesse qualcosa e dovessi aver bisogno di aiuto? Giunti al rifugio,breve sosta per togliere i ramponi e la giacca a vento (messa in caso di scivolamento in crepaccio,per non raggelare nel frattempo che arrivano gli aiuti: non è pessimismo ma...prevenzione) che oramai non necessitava,poi discesa a quota 2700,dove nel laghetto,Mario si è fatto il bagno. Caspiterina,il bagno più alto che abbia mai visto! Poi ripreso il cammino,si giunge nei pressi del fuori pista fatto nell'andata: il bradiposki decide,con o senza gli amici di proseguire fino al vero sentiero,cosi solo Mario e Giois scendono per l'erto pendio,mentre noi proseguiamo ancora un poco su strada,poi prendiamo il sentiero,dove in alcuni tratti si disperde,un poco per la poca evidente marcatura e purtroppo anche per la scarsa segnalazione a vernice. Ma con rilfessione e senza mai scendere di dislivello,si trovavano i segnali che ci conducono all'alpe Entova dove ci ricongiungiamo. Poi avanti,la discesa è ancora lunga...Max: ma ancora 15 minuti e arriviamo,HA HA HA hi hi hi! E voleva pure scommettere! Infatti Giois,conferma ciò che gli dico: almeno 40 minuti di interminabile strada, così fu! E' stata una fantastica giornata dal punto di vista meteo,ma anche i nuovi amici,sono stati di piacevole compagnia. Grazie a tutti! N.B.: Il percorso è fattibile anche a famiglie,almeno fino al'ex rifugio: anche se il cammino è senza pericoli ma piuttosto lungo,il luogo merita una visita! Ricordatevi: alzarsi la mattima presto,ci si potrà avvalere di un cammino con grande resa (se lo dico io,ci si può credere) poi,si potrà godere di un eccellente panorama senza nuvole,le quali si manifestano facilmente intorno le 11,00. Le ore di cammino in salita,calcolate sul mio passo dato che ero l'ultimo e togliendo le soste, è stato ben di 4 ore e 45. per il video:
http://www.facebook.com/profile.php?id=1172472211#!/video/video.php?v=1692891960122
Kommentare (11)