RELAZIONE DI FRANCESCO ..Dopo qualche mese il gruppo si ricompatta per una gita nelle Orobie Bergamasche”Val Sanguigna” una suggestiva escursione ad anello ai laghi Alpini di Valgoglio. Giunti a Valgoglio si prosegue per circa 1 km e si prende una strada sulla destra con l’indicazione per la Loc Bortolotti , si arriva ad un piccolo parcheggio e qui finisce la strada. Si consiglia di salire al mattino presto perché i posti auto sono pochi e partendo da questa località, invece che dal paese, si risparmia una buona mezzora di cammino su asfalto. Ci incamminiamo lungo il sentiero 228 che segue per un breve tratto una condotta forzata poi entra nel bosco, sale tranquillamente prendendo quota, passa sotto la condotta forzata e dopo un altro tratto di bosco incrocia una strada forestale che porta ad uno spiazzo dal quale il sentiero riprende a salire con buona pendenza fino ad arrivare ad un edificio dei guardiani delle dighe ed al soprastante lago Sucotto. Da qui si vede il rifugio Baita Cernello che si raggiunge in poco tempo costeggiando il lago sulla sinistra orografica. Dalla baita si prende il n.229 che passa sulla diga del lago Cernello, sale un ripido passaggio con gradoni nella roccia e prosegue mantenendosi sempre in quota e superando con saliscendi una serie di laghi alpini (Campelli basso, Campelli alto, Nero e Aviasco), ormai tutti sbarrati da dighe per lo sfruttamento delle acque. “Comlpimenti per lo scempio creato”.
RELAZIONE vista da Alberto: Questa escursione è fattibile a tutti,anche a famiglie con bambini: il percorso in gran parte è una mulattiera,costruita negli anni '20,in modo da agevolare gli spostamenti dei guardiani per il controllo delle dighe. Ci ritroviamo alla frazione Bortolotti m.1142 situata sopra Valgoglio e dopo esserci scambiati i saluti,con Massimo,Francesco,Graziano (cugino di Max),Giuseppe e Tilde ed Angelo,ci mettiamo in cammino alle 8.00 sul bel sentiero verso la meta (forse un'acquazzone o un bel temporalone? Viste le previsioni e la nuvolaglia che lascia poche speranze). Max,con il suo pesante zaino (e poi dicono del mio) nonostante ciò,aveva abbastanza fiato per insistere che sarebbe uscito il sole (come a Camogli? Speriamo di no!). Bene,dopo 1 ora e 30 ci siamo fatti un buon dislivello di oltre 600 metri (senza esserci doppati,s'intende) giungiamo al primo lago dove viene presa la decisione (saggia) di andare prima al rifugio baita Cernello m.1954 dove i volontari del cai a cui appartiene,erano all'opera per la sistemazione di alcuni lavori. Da qui,andiamo in direzione del passo di Aviasco,immerso nelle nuvole: il percorso offre la bella e mai monotona visione della zona,con vedute da varie prospettive,sia delle creste circostanti che dei laghi che visiteremo. Purtroppo a causa della nuvolosità,i laghi si presentavano con un aspetto un po cupo,forse poco piacevole,essendo abituati a vedere l'acqua blu come il cielo terso. Ma anche questo rientra nel contesto della montagna. Purtroppo non avevo previsto che vi poteva esserci così tanta neve,l'attrezzatura per evitare di bagnare i pantaloni,è rimasta a casa (ma la nostra “fortuna” è stata l'assenza si sole,altrimenti qualche problemino lo avremmo avuto,sperando senza farsi male,vedendo certi buchi!) Giunti al lago di Aviasco,era papale la non possibilità nel proseguire senza la dovuta attrezzatura per la neve,ed era impensabile si salire su una cima per vedere,pardon,per non vedere nulla di nulla,quindi si opta per scendere alla capanna lago Nero m.1990 che raggiungiamo dopo ben 4 ore e 30 (sono le 12,30). Qui ci “appropriamo” di una lunga tavolata per consumare il lauto pasto: si stava bene fuori,mentre altri escursionisti erano dentro la struttura e altri ancora si stavano arrampicando sulle vie poste proprio dietro alla capanna. Dallo zaino di Max,esce un contenitore capiente di pasta fredda,super condita,ciliege e altra frutta (quanto pesava lo zaino?) e Francesco pone sul tavolo il buon vino bianco,che anche il bradipo,poco intenditore che non ama vini amari,riesce ad apprezzarne il gusto,pagandone la conseguenza con leggeri giramenti di testa (data la rarità nel bere vino e birra). Poi si mette a tagliare la pancetta affumicata,mentre dal mio zaino estraggo le focacce (precedentemente fatte e surgelate come scorta viveri per queste occasioni) che,nonostante siano un poco saporite,vengono spazzolate. Poi la grappa offerta da Francesco (io non ne assaggio neanche il profumo,che basterebbe per mandarmi a ko),poco dopo si entra in capanna per un caffè,pure corretto per qualcuno (la grappa si vede che non era troppo forte?) e dopo il tepore della capanna si decide per avviarsi verso il ritorno. Fuori la nuvolaglia si era completamente uniformata,l'aria si era fatta fredda e un bel tuono si fece sentire, al che,io dissi: attenzione,al terzo tuono,piove! Giunse il secondo mentre ci stavamo preparando con tanto di mantelle (mancava la tuta da palombaro,sarà per la prossima volta) e Francesco era speranzoso che avremmo potuto raggiungere il bosco evitando di prendere l'acqua,ma...terzo tuono,bello secco e con saetta,qualche secondo e...tic tac tic,goccioloni che si spiaccicavano a terra allagandosi,formando chiazze d'acqua del diametro di tre centimetri,il tempo di capire e...giù acqua a manetta. Un fuggi fuggi di escursionisti che si stavano preparando per scendere,il gestore ci dice che l'altra struttura era molto più grande (il dormitorio con legnaia ma senza riscaldamento),infatti,dentro la capanna,faceva un bel caldino,ma saremmo stati come in una scatola di sardine (ecco del perché è stata una saggia decisione fare il giro passando prima dal rifugio baita Cernello,molto più piccola la saletta e senza riscaldamento). Così attendiamo che si scateni la natura...che in meno di 10 minuti...puf, finito: be,tutto qui? Certo che se quell'acqua ci avesse sorpreso distanti da un riparo,saremmo scesi in buona parte con i pantaloni inzuppati. Ci rimettiamo in cammino equipaggiati nel caso di un secondo raund,ma poco dopo,dobbiamo scoprirci per il troppo sudore che le mantelle creano. Una breve pausa alla casa dei custodi delle dighe,con uno dei quali ci intratteniamo un poco e gli domando se stava quassù tutto l'anno: la risposta è sì. Bene gli dico,all'aria sempre buona! (oltre alla tranquillità da eremiti,nonostante due paraboliche mega,quasi da intercettare programmi trasmessi da Marte). Giunti alle auto si opta per una rinfrescatina all'ugola arsa (ma se di sole non se ne visto neanche...l'ombra? No,un raggio! He he he) forse dal ciciaramento,intrattenuto dal gruppo,nessuno escluso (hem...forse Graziano,che è partito come uno skai runner in solitaria). Bene,ora voglio per dovere di cronaca,ringraziare Massimo per la favolosa pasta fredda,ben condita,gradita a tutti,per la frutta che ha messo a disposizione e per...il fiato e le gambe che ci sono volute a portarla fin lassù. Un ringraziamento a Francesco che ha offerto il buon vino,la pancetta e la grappa e a Giuseppe che ha offerto la bevuta al ristoro. A tutti gli altri,un grazie per averci aiutato a non portare nulla indietro he he he. A parte gli scherzi,voglio ringraziarvi tutti per la buona riuscita della gita,per la simpatia del gruppo e...avanti,sempre così che invece di perdere chili,li assimiliamo!!!!! Ciao a tutti
VISTA DA MASSIMO
Non ho nulla da aggiungere anche perché se dovessi dilungarmi più che una relazione diventerebbe un romanzo!!!!
P.S. Caro Alberto questa volta ti ho preso in castagna!
Da attento osservatore come tu dici di essere non me lo sarei mai aspettato che tu non hai visto spuntare la bottiglia di vino dal mio zaino.
Ebbene si anche quella faceva parte del mio carico
Ora hai capito il perché pesava leggermente!!!!!!!!!!!!
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