Monte Pradella 2626 m
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Valutate un paio di escursioni decidiamo per le Orobie bergamasche. A Valgoglio scopriamo che le strade per la Diga dell’Enel e per Bortolotti sono diventate a pagamento, 5 euro. Per la diga non ne vale assolutamente la pena perché dal posteggio fuori paese ci s’impiegano una decina di minuti in piano per l’altra invece si potrebbe fare, anche se c’è un sentiero che taglia i tornanti.
Non sapendo da che parte scenderemo lasciamo la macchina a Valgoglio. Tramite un sentierino saliamo a Bortolotti ed entriamo nel bosco. Raggiungiamo una sterrata che poco dopo torna sentiero e comincia a inerpicarsi a stretti tornanti fino a raggiungere il lago Sucotto. Proseguiamo verso la Capanna Lago Nero dove facciamo una breve sosta.
La relazione che avevo per il Pradella diceva di prendere una traccia prima del lago di Aviasco. Letta così, per me voleva dire arrivare all’inizio del lago o almeno a vederlo, lago che le tabelle mettono a 45 minuti dal rifugio e che lì avremmo trovato la traccia/sentiero. Probabilmente era una cosa vecchia o un percorso diverso da quello classico, perché effettivamente la traccia c’è, anzi sembra proprio un bel sentiero. La seguiamo ma arrivati a dei laghetti termina, ottimo!
Lasciando i laghetti alla nostra dx proviamo a salire per i dossi a sx, raggiungiamo un punto da dove vediamo il sentiero ben più sotto di noi ma da qui o ci spuntano le ali o non se ne fa nulla! Continuiamo a cercare un punto da dove poter scendere ma la sfortuna vuole che si alzi pure la nebbia ma, in ogni caso da questo lato non si scende proprio! Torniamo quindi ai laghetti e a questo punto vediamo se riusciamo a raggiungere il sentiero salendo piuttosto che scendendo. La nebbia comincia a dissolversi, va e viene alle nostre spalle! Passiamo quindi accanto ai laghetti e imbocchiamo la valletta sulla sx, appaiono degli ometti, poi una traccia, la traccia sparisce ma rimangono gli ometti…più in alto vediamo qualcuno scendere su neve e poco sotto il sentiero, pensiamo. Sembra che se continuiamo a salire dovremmo riuscire più facilmente a raggiungerlo. Continuiamo a seguire gli ometti fino al punto in cui vediamo che riusciamo a traversare e raggiungere agevolmente il sentiero ufficiale. Probabilmente avremmo potuto continuare a seguire gli ometti che quasi sicuramente prima o poi avrebbero raggiunto il sentiero ma non essendone certi…
Raggiunto il sentiero ci fermiamo un attimo e vedendo due ragazzi in discesa chiediamo loro dove avremmo dovuto prendere il sentiero giusto. In pratica dall’arrivo della teleferica alla Capanna Lago Nero. Avremmo dovuto seguire la condotta e poi avremmo trovato le indicazioni su un sasso. Una descrizione un po’ diversa da quella che avevo io. A questo punto mi sa che sono proprio due cose diverse. La nostra probabilmente è un percorso non ufficiale ma comunque, dopo che si trova il primo ometto ben segnato, mentre l’altro è il sentiero Cai, anche se sulle carte non sono riportati nessuno dei due.
Il sentiero ora s’impenna, passiamo qualche nevaio residuo, raggiungiamo quella che possiamo definire anticima e con l’aiuto di un cordino, percorriamo un paio di brevi traversi esposti, una breve risalita e siamo in cima. Sul versante Aviasco il panorama è incredibile, dall’altra parte, la Val Sanguigno è nella nebbia più totale!
Dopo aver scambiato qualche chiacchiera con una coppia salita dal versante opposto proseguiamo lungo la cresta. Un unico passaggio un poco esposto nei pressi della croce che se fatto in salita non presenterebbe problemi ma in discesa…la discesa è tutta ben bollata in bianco, scende al lago Gelt, ce ne sono due, questo dovrebbe essere quello di Pradella, l’altro, sempre da queste parti è quello di Aviasco. La discesa tra massi e torrentelli raggiunge la Val Sanguigno quasi al suo termine nei pressi di una baita. Da qui comincia la lunghissima discesa della bella Val Sanguigno, tanto bella quanto lunga!
Facciamo sosta a rifugio Gianpace dove per poter consumare anche una bibita bisogna essere tesserati, poco male, aggiungiamo un’altra tessera alle mille che già abbiamo, ora facciamo parte degli amici del Gianpace!
Lasciato il rifugio scendiamo alla Diga dell’Enel e velocemente facciamo ritorno alla macchina.
Bellissimo anello peccato le nebbie in Val Sanguigno che ci dicono essere piuttosto frequenti in questo periodo!
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