Punta Rossa della Grivola
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La punta Rossa è un'escursione straordinaria sia per l'ambiente spettacolare sia perchè in condizioni normali è una delle cime più alte delle Alpi (3630 m) raggiungibili senza alcuna difficoltà alpinistica. L'escursione si può fare tranquillamente in due giorni dormendo al rifugio Sella o al Bivacco Gratton. Noi ne abbiamo impiegati due e mezzo (partendo alle otto di sera del venerdì da Valnontey) per acclimatarci meglio e goderci il pomeriggio al bivacco.
Primo giorno. Da Valnontey al rifugio Sella sulla classica mulattiera (è bene prenotare, il posto è assai frequentato) . Percorso piacevole anche di notte alla luce delle frontali.
Secondo giorno. Dal rifugio si segue per una mezz'ora il percorso dell'Alta via 2; quindi si piega a destra e si risale a tornanti il pendio erboso, ripido nell'ultima parte, che porta al colle della Rossa. Di qui si procede in traverso, inizialmente in leggera discesa, poi più decisamente in salita, su una traccia abbastanza evidente che taglia il pendio di sfasciumi e blocchi sottostante la punta Rossa fino a raggiungere la cresta che scende verso il colle del Pousset. Questo tratto del percorso può presentare problemi a inizio stagione se innevato (consigliabili, nel caso, i ramponi). Raggiunta a quota 3400 circa la cresta, che si presenta in realtà come un ampio pendio detritico, si potrebbe direttamente, in poco più di mezz'ora, salire in cima. Noi la abbiamo tenuta per il mattino successivo (vuoi mettere goderti l'alba da lassù) e siamo scesi per un ripido pendio di blocchi (segnalazioni con ometti - fare attenzione a non smuovere pietre) fino al bivacco. Lì abbiamo tutto il tempo di goderci il pomeriggio e fare conoscenza con altri escursionisti: anche il bivacco Gratton è piuttosto frequentato nei fine settimana e il rischio di non trovare posto c'è: noi ci siamo fatti spazio in dieci o undici, non ricordo bene, utilizzando il pavimento oltre alle nove cuccette. Del resto il luogo, con vista sulla Grivola e sul ghiacciaio del Trajo, è veramente di grande bellezza (e vale da solo la visita anche se non si vuole salire in cima). Al bivacco l'acqua è solo di fusione, ma vista la quota non dovrebbero esserci problemi.
Terzo giorno. Si risale il gradino detritico fino alla quota 3400 dove arrivava il traverso del giorno prima. Di qui, si risale su tracce (ometti) il pendio che gradualmente si restringe. Aggirate sulla destra alcune anticime, si arriva velocemente in vetta. L'ultima parte del percorso è in qualche punto esposta. In condizioni normali (terreno asciutto) direi che comunque non ci sono problemi (a meno che non si soffra di vertigini, ovviamente). Se, invece, si trova neve o ghiaccio (nel nostro caso c'erano tracce di neve fresca) i problemi possono essere maggiori. Dalla cima si ridiscende al bivacco e si ritorna a Cogne attraverso il lungo e verdeggiante vallone del Pousset. Da Cogne a Valnontey in bus o attraverso la stradina nella pineta.
Primo giorno. Da Valnontey al rifugio Sella sulla classica mulattiera (è bene prenotare, il posto è assai frequentato) . Percorso piacevole anche di notte alla luce delle frontali.
Secondo giorno. Dal rifugio si segue per una mezz'ora il percorso dell'Alta via 2; quindi si piega a destra e si risale a tornanti il pendio erboso, ripido nell'ultima parte, che porta al colle della Rossa. Di qui si procede in traverso, inizialmente in leggera discesa, poi più decisamente in salita, su una traccia abbastanza evidente che taglia il pendio di sfasciumi e blocchi sottostante la punta Rossa fino a raggiungere la cresta che scende verso il colle del Pousset. Questo tratto del percorso può presentare problemi a inizio stagione se innevato (consigliabili, nel caso, i ramponi). Raggiunta a quota 3400 circa la cresta, che si presenta in realtà come un ampio pendio detritico, si potrebbe direttamente, in poco più di mezz'ora, salire in cima. Noi la abbiamo tenuta per il mattino successivo (vuoi mettere goderti l'alba da lassù) e siamo scesi per un ripido pendio di blocchi (segnalazioni con ometti - fare attenzione a non smuovere pietre) fino al bivacco. Lì abbiamo tutto il tempo di goderci il pomeriggio e fare conoscenza con altri escursionisti: anche il bivacco Gratton è piuttosto frequentato nei fine settimana e il rischio di non trovare posto c'è: noi ci siamo fatti spazio in dieci o undici, non ricordo bene, utilizzando il pavimento oltre alle nove cuccette. Del resto il luogo, con vista sulla Grivola e sul ghiacciaio del Trajo, è veramente di grande bellezza (e vale da solo la visita anche se non si vuole salire in cima). Al bivacco l'acqua è solo di fusione, ma vista la quota non dovrebbero esserci problemi.
Terzo giorno. Si risale il gradino detritico fino alla quota 3400 dove arrivava il traverso del giorno prima. Di qui, si risale su tracce (ometti) il pendio che gradualmente si restringe. Aggirate sulla destra alcune anticime, si arriva velocemente in vetta. L'ultima parte del percorso è in qualche punto esposta. In condizioni normali (terreno asciutto) direi che comunque non ci sono problemi (a meno che non si soffra di vertigini, ovviamente). Se, invece, si trova neve o ghiaccio (nel nostro caso c'erano tracce di neve fresca) i problemi possono essere maggiori. Dalla cima si ridiscende al bivacco e si ritorna a Cogne attraverso il lungo e verdeggiante vallone del Pousset. Da Cogne a Valnontey in bus o attraverso la stradina nella pineta.
Tourengänger:
Nando,
Marco "CP"


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