Ocone-Ocone Nord-Camozzera-Cresta della Giumenta e Magnodeno
Oggi giro ad anello nel lecchese, con partenza da Erve, facendo tutto il periplo della Valle Galavesa. Il totale delle cime con nome sarà di 9 ma da aggiungere vi è la bella vetta tra l'Ocone e la Camozzera che a volte è chiamato il vero Ocone e che qui citerò come Ocone Nord, oltretutto più alto della cima principale. Non sono mancati i brividi per via di un non previsto temporale con grandine a metà percorso.
Parcheggiato nella piazza di Erve 560 m circa, saliamo fino al cimitero e proseguendo per una stradina, arriviamo alla panoramica chiesa della Madonna del Corno, posta sull'orlo del dirupo. Quindi saliamo con il sentiero 831 e con piccola deviazione a destra saliamo alla prima vetta del giorno: il Corno Bezzà 971 m ( Località Sopracorna ). Poi ridiscesi al bivio, lasciamo il sentiero ufficiale, per salire sulla dorsale ovest del Monte Spedone. Inizialmente troviamo anche cavetti e corde che aiutano a salire le roccette, sul costone troviamo una gran quantità di appostamenti di caccia, arrivati in cima dello Spedone 1110 m proseguiamo in leggera discesa sul suo costone Nord-Est passando dal Passo della Pertulena 1039 m, saliamo per una strada, per poi abbandonarla e ascendere al Ponte degli Spagnoli al Passo del Pertus 1193 m e proseguendo sul costone arriviamo al Monte Ocone 1355 m ( croce ). Ora per errore scendo sul sentiero che a destra va verso la Valle Imagna, per fortuna ci rendiamo subito conto e risaliamo a prendere la giusta traccia che scende ripida più a sinistra. Poi in un tratto bisogna perdere quota a sinistra sotto cresta ( anche se è ancora visibile un vecchio bollo che sale in cresta ) per poi risalire alla cima 1410 m che in alcune pubblicazioni è chiamato anch'esso Ocone e che chiamerò Ocone Nord per evitare confusione, in effetti come mi fà notare Aldo per la carta IGM è il vero Ocone. Il cielo si rabbuia mentre proseguiamo su un tratto roccioso e molto scabroso, in mezzo a fenditure e piccoli canyon di calcare, e infine risaliamo alla Corna Camozzera 1452 m che sarà la cima più alta del giorno. Purtroppo inizia a piovere e a tuonare, scendiamo più velocemente possibile alla Passata, dove troviamo riparo sotto una tettoia, mentre nel frattempo grandina anche. La sosta pranzo serve anche per permettere al sole di ritornare.
Ripartiamo, passando dalle miniere e da Rolla fino al Passo del Fò con la Capanna Ghislandi 1284 m.
Poi saliamo alla sovrastante croce, ma per proseguire verso la Giumenta bisogna scendere a prendere il sentiero. Saliamo alla prima vetta, che secondo il Gps è anche la più alta, poi dopo una ripida discesa con catene si risale anche alla seconda vetta ( 15 metri meno ), ma la cartografia è un delirio qui, la Cima del Fò che dovrebbe essere la più alta è addirittura posizionata in una sella. La prosecuzione della Cresta della Giumenta è sempre molto bella e attrezzata. Poi quando le difficoltà finiscono, lasciamo il sentiero per poco per salire a quella che forse è la cima di Sambuco 1226 m, e dopo una sella dove convergono altri sentieri saliamo al Monte Magnodeno 1241 m e al suo bivacco. Poi scenderemo lungo il costone sud, senza tralasciare la breve deviazione per il Monte Forcellino :-)), poi quando il sentiero scende sul fianco sinistro, noi cerchiamo di proseguire comunque sul costone, tra i molti casotti di caccia, passando anche dal Monte Pizzetto. Nel pendio sotto una poco amichevole recinzione con cartello intima " proprietà privata", ma non possiamo fare altro che aggirarla e proseguire, visto che è quasi buio, e il terreno argilloso bagnato non aiuta a tenere un ritmo veloce. Una scivolata nella melma non mi è mancata.
Arrivati alle case della frazione Costalottiere, possiamo cominciare a togliere le incrostazioni argillose da scarpe e bastoncini, e per la strada e una scalinata torniamo a Erve.
Parcheggiato nella piazza di Erve 560 m circa, saliamo fino al cimitero e proseguendo per una stradina, arriviamo alla panoramica chiesa della Madonna del Corno, posta sull'orlo del dirupo. Quindi saliamo con il sentiero 831 e con piccola deviazione a destra saliamo alla prima vetta del giorno: il Corno Bezzà 971 m ( Località Sopracorna ). Poi ridiscesi al bivio, lasciamo il sentiero ufficiale, per salire sulla dorsale ovest del Monte Spedone. Inizialmente troviamo anche cavetti e corde che aiutano a salire le roccette, sul costone troviamo una gran quantità di appostamenti di caccia, arrivati in cima dello Spedone 1110 m proseguiamo in leggera discesa sul suo costone Nord-Est passando dal Passo della Pertulena 1039 m, saliamo per una strada, per poi abbandonarla e ascendere al Ponte degli Spagnoli al Passo del Pertus 1193 m e proseguendo sul costone arriviamo al Monte Ocone 1355 m ( croce ). Ora per errore scendo sul sentiero che a destra va verso la Valle Imagna, per fortuna ci rendiamo subito conto e risaliamo a prendere la giusta traccia che scende ripida più a sinistra. Poi in un tratto bisogna perdere quota a sinistra sotto cresta ( anche se è ancora visibile un vecchio bollo che sale in cresta ) per poi risalire alla cima 1410 m che in alcune pubblicazioni è chiamato anch'esso Ocone e che chiamerò Ocone Nord per evitare confusione, in effetti come mi fà notare Aldo per la carta IGM è il vero Ocone. Il cielo si rabbuia mentre proseguiamo su un tratto roccioso e molto scabroso, in mezzo a fenditure e piccoli canyon di calcare, e infine risaliamo alla Corna Camozzera 1452 m che sarà la cima più alta del giorno. Purtroppo inizia a piovere e a tuonare, scendiamo più velocemente possibile alla Passata, dove troviamo riparo sotto una tettoia, mentre nel frattempo grandina anche. La sosta pranzo serve anche per permettere al sole di ritornare.
Ripartiamo, passando dalle miniere e da Rolla fino al Passo del Fò con la Capanna Ghislandi 1284 m.
Poi saliamo alla sovrastante croce, ma per proseguire verso la Giumenta bisogna scendere a prendere il sentiero. Saliamo alla prima vetta, che secondo il Gps è anche la più alta, poi dopo una ripida discesa con catene si risale anche alla seconda vetta ( 15 metri meno ), ma la cartografia è un delirio qui, la Cima del Fò che dovrebbe essere la più alta è addirittura posizionata in una sella. La prosecuzione della Cresta della Giumenta è sempre molto bella e attrezzata. Poi quando le difficoltà finiscono, lasciamo il sentiero per poco per salire a quella che forse è la cima di Sambuco 1226 m, e dopo una sella dove convergono altri sentieri saliamo al Monte Magnodeno 1241 m e al suo bivacco. Poi scenderemo lungo il costone sud, senza tralasciare la breve deviazione per il Monte Forcellino :-)), poi quando il sentiero scende sul fianco sinistro, noi cerchiamo di proseguire comunque sul costone, tra i molti casotti di caccia, passando anche dal Monte Pizzetto. Nel pendio sotto una poco amichevole recinzione con cartello intima " proprietà privata", ma non possiamo fare altro che aggirarla e proseguire, visto che è quasi buio, e il terreno argilloso bagnato non aiuta a tenere un ritmo veloce. Una scivolata nella melma non mi è mancata.
Arrivati alle case della frazione Costalottiere, possiamo cominciare a togliere le incrostazioni argillose da scarpe e bastoncini, e per la strada e una scalinata torniamo a Erve.
Tourengänger:
Antonio59 !

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Kommentare (6)