Monte Magnodeno & dintorni, Corno Camozzera, Ocone
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Questo giro era nato con l'intenzione di percorrere la ferrata del Gallavesa. Poi una volta scoperto che la ferrata era stata smantellata, il tutto era rimasto a riposo, a maturare in attesa di trovare la giusta occasione per farlo, con qualche modifica.
Percorsa qualche viuzza del paese imbocco il sentiero che in poco tempo porta al Castello dell'Innominato da cui si gode una bella vista su Calolziocorte e il Lago di Olginate. Ripreso il sentiero, seguo le flebili indicazioni su di un sasso che indicano Vicerola che scopro essere una croce posizionato su di un altro bel pulpito panoramico.
Una netta svolta a sinistra mi porta a salire sul Monde Mudarga, continuo lungo la dorsale e con qualche sali e scendi transito dal Bivacco Corti. Continuo a seguire la dorsale, tralasciando il sentiero più ufficiale che taglia sul versante di destra passo dal Corno di Grao e poi sul più famoso Magnodeno. Da qui, prendo il sentiero per il Fò e la Capanna, fino ad un successivo bivio in cui si può scegliere se seguire il più semplice sentiero basso o percorrere la più impegnativa Cresta della Giumenta.
Opto per quest'ultima, percorrendo la cresta dove alcune catene aiutano nei punti più verticali e esposti. Dal Passo del Fò scendo alla Capanna Alpinisti Monzesi, aperta e con un buon numero di clienti. Faccio volentieri una pausa riscaldato dal sole di questa stupenda giornata di dicembre poi imbocco il sentiero 515 per La Passata.
Qui seguo i segnavia e i bolli rossi nel bosco su un sentierino un pochino malandato (rispetto a quelli appena percorsi) ma che mi conduce comunque in cima al Corno Camozzera. Ripreso il sentiero, proseguo in direzione Ocone. Questa parte richiede più attenzione, dovendo superare all'inizio un tratto con delle rocce, semplice ma che richiede l'uso delle mani, poi una ripida discesa su prati (sempre ben segnalata), qualche sali e scendi sconneso ed infine un'ultima rampa conduce in vetta.
Mi dirigo al Passo del Pertus dove imbocco un sentiero trovando le indicazioni scritte a pennarelli su dei sassi: metodo artigianale ma efficace. Riesco così a trovare il giusto sentiero per Erve ed infine con una breve risalita alla Croce di Vicerola torno a Somasca.
Bello riscoprire nuovi itinerari in zone così a ridosso della pianura.
Percorsa qualche viuzza del paese imbocco il sentiero che in poco tempo porta al Castello dell'Innominato da cui si gode una bella vista su Calolziocorte e il Lago di Olginate. Ripreso il sentiero, seguo le flebili indicazioni su di un sasso che indicano Vicerola che scopro essere una croce posizionato su di un altro bel pulpito panoramico.
Una netta svolta a sinistra mi porta a salire sul Monde Mudarga, continuo lungo la dorsale e con qualche sali e scendi transito dal Bivacco Corti. Continuo a seguire la dorsale, tralasciando il sentiero più ufficiale che taglia sul versante di destra passo dal Corno di Grao e poi sul più famoso Magnodeno. Da qui, prendo il sentiero per il Fò e la Capanna, fino ad un successivo bivio in cui si può scegliere se seguire il più semplice sentiero basso o percorrere la più impegnativa Cresta della Giumenta.
Opto per quest'ultima, percorrendo la cresta dove alcune catene aiutano nei punti più verticali e esposti. Dal Passo del Fò scendo alla Capanna Alpinisti Monzesi, aperta e con un buon numero di clienti. Faccio volentieri una pausa riscaldato dal sole di questa stupenda giornata di dicembre poi imbocco il sentiero 515 per La Passata.
Qui seguo i segnavia e i bolli rossi nel bosco su un sentierino un pochino malandato (rispetto a quelli appena percorsi) ma che mi conduce comunque in cima al Corno Camozzera. Ripreso il sentiero, proseguo in direzione Ocone. Questa parte richiede più attenzione, dovendo superare all'inizio un tratto con delle rocce, semplice ma che richiede l'uso delle mani, poi una ripida discesa su prati (sempre ben segnalata), qualche sali e scendi sconneso ed infine un'ultima rampa conduce in vetta.
Mi dirigo al Passo del Pertus dove imbocco un sentiero trovando le indicazioni scritte a pennarelli su dei sassi: metodo artigianale ma efficace. Riesco così a trovare il giusto sentiero per Erve ed infine con una breve risalita alla Croce di Vicerola torno a Somasca.
Bello riscoprire nuovi itinerari in zone così a ridosso della pianura.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (2)