Wild Ganna - Poncione di Ganna con Poncione
La Valganna è un'oasi selvaggia all'interno della megalopoli insubrica. Forse a chi vi si approccia può apparire abbandonata a sé stessa, con i sentieri in declino, i boschi invasi dai rovi e in vari punti cosparsi di rami o alberi interi divelti, come se negli ultimi cinquant'anni tutto fosse stato lasciato all'oblio. Ma non è così.
La Valganna ha un proprio custode che la conosce profondamente. Se vi capitasse mai di incontrarlo di persona allora potreste scoprire che la valle ha un proprio valore naturalistico.
Se, come lui, disponete di creatività potete estrarre da questa micro-regione il suo potenziale.
In questa uscita ho avuto la fortuna di essere guidato dal custode della Valganna in persona,
Poncione.
Insieme abbiamo toccato 4 cime distinte: il Monte Val de Corni, il Poncione di Ganna, il Monte Minisfreddo e il Monte San Bernardo. Bada bene: "toccato le cime con commento descrittivo di Emiliano in tempo reale".
Sguardo sulla Valganna dal Monte Val de Corni

Descrizione
In breve svolgiamo un anello in senso orario da Ganna toccando le cime che dividono Valganna e Val Ceresio. Il Poncione di Ganna, che è l'elevazione più peculiare grazie alla sua forma quasi piramidale, si potrebbe salire direttamente dal Passo del Tedesco, ma noi decidiamo di allungare il percorso per poter vedere il Poncione da nord.
Comodi comodi partiamo dopo le 11.00 da Ganna City.
Non ci sono cartelli ma c'è Emiliano che mi guida. Saliamo tramite sentiero a Boarezzo.
Si tratta di un borgo caratteristico molto bello. La gente del luogo conosce Emiliano tant'è che non possiamo evitare l'invito a deviare un poco dal nostro percorso per poter ammirare le sculture di legno scolpite dal marito di una sciura del posto. Nel villaggio notiamo anche la presenza di dipinti e di affreschi, un lavatoio ben curato e un piccolo centro culturale vivacemente animato.
La piccola deviazione ci fa respirare un po' di aria artistica.
Riprendiamo la salita in direzione SE lungo il versante ovest del Val de Corni. Sulla CNS non c'è segnata traccia ma noi disponiamo di un sentiero. Raggiunto un enorme masso, intorno ai 900 m, il sentiero non è più evidente e saliamo dritti verso la cima.
Versante ovest del Monte Val de Corni - Grande masso a 100 metri dalla cima

La prima cima in realtà sarebbe un'anticima settentrionale quotata 991 m. Ci spostiamo di pochi passi verso sud e tocchiamo la vera cima. In entrami in casi si è nel bosco. La vetta principale corrisponde anche ad un punto trigonometrico.
Seguendo la cresta gradualmente ci abbassiamo verso il Passo del Tedesco godendo del panorama. Il terreno si fa roccioso e, in parte, erboso.
Cresta di collegamento per il Poncione di Ganna (dal Monte Val de Corni)

Il tempo va migliorando e ci abbassiamo facilmente lungo la cresta. Il sentiero offre ampie vedute sulla Valganna e sul Poncione, nostra prossima tappa. Ci fermiamo anche a mangiare presso una piccola panca.
Dopo la pausa scendiamo al Passo del Tedesco e ci avviciniamo al Poncione di Ganna da nord. Seguiamo il sentiero normale che ci conduce, superata una radura, verso il suo versante orientale. Lo stesso si fa via via più ripido fino a quando il sentiero si divide: a destra si prende la traccia per la cresta nord, a sinistra si aggira il versante est e si sale da sud. Noi prendiamo la "Variante Emiliano", la quale risale il bosco su terreno ripido (T3+) lungo tracce segnate da ometti (posizionati da lui stesso, Emiliano o
Poncione).
Salendo attraversiamo un bel varco formato da grandi rocce e perveniamo alla cresta E/SE, che, più agevolmente rispetto al precedente terreno, risaliamo fino alla vetta. A metà strappo finale c'è una roccia caratteristica che ho fotografato.
Emiliano mi fa notare come la geologia muta improvvisamente da porfido a calcare.
Varco roccioso lungo il versante E del Poncione di Ganna

La cima del Poncione di Ganna ha una bella croce e un libro di vetta che compilo.
La vista spazia da Campo dei Fiori al Generoso. Se limpido va ben oltre.
Ci fermiamo per le foto di rito e proseguiamo la traversata verso il Minisfreddo. Ora perdiamo soltanto un'ottantina di metri (la depressione precedente ce ne aveva fatti perdere più di 200).
Il contesto con faggi e roveri intercalati da ampi squarci sulle valli è piacevole. La salita al Minisfreddo prevede un risalto roccioso finale attrezzato con fune metallica. Qui si potrebbe valutare T4 meno il passaggio. Si usano le mani su un terreno generoso di appigli. Poco prima c'è un crocevia di sentieri che convenzionalmente è stato nominato "Passo del Minisfreddo". Emiliano mi ha detto che scendendo lungo il lato orientale c'è un arco di roccia da visitare.
Traversata Poncione di Ganna - Minisfreddo

Passaggio finale per il Monte Minisfreddo da nord

Il Minisfreddo ha una piccola cima molto panoramica sul lato orientale.
Da questa vetta, che é la più alta di giornata, proseguiamo ulteriormente verso sud-est fino al San Bernardo, modesta elevazione senza nome sulla CNS. Scendiamo quindi nella sella successiva dalla quale si dipartono 4 sentieri. Il nostro va a destra per scendere al Passo del Vescovo. A sinistra si scende invece nella Valle del Ceresio, dritto si sale al Rho di Arcisate.
La discesa inizialmente è resa disagevole dalla strage di piante sul terreno.
Dal Passo del Vescovo rapidi scendiamo sulla Valganna nei pressi della fattoria (Agriturismo San Gemolo).
Proseguiamo poi sul sentiero a sinistra della statale e costeggiamo il lago di Ganna fino a ritornare al punto di partenza.
Chiudiamo dopo quasi sei ore l'anello.
Poncione
Che dire?...
A causa di una mancata gita in ciaspole nell'innevata Val Cavargna, causa condizioni meteo sfavorevoli,
Michea82 mi propone un giro dalle mie parti - che ancora non aveva "toccato con mano" - accettato molto volentieri: troviamo una giornata inizialmente grigia e con qualche timida goccia che ancora non sembra arrendersi al bello, ma alla fine esce il sole, comparso al nostro arrivo sul Poncione di Ganna.
Come giustamente sottolineato da Michea, la segnaletica in Valganna è davvero parca e spartana, specie in basso, e i sentieri un po' abbandonati e lasciati a sè stessi... e in parte questo è il suo "fascino", benchè chi viene da fuori, non conoscendo bene i luoghi ne i suoi principali accessi, potrebbe incontrare qualche difficoltà d'orientamento in partenza.
Parentesi a parte, è stato un giro piacevole, da affrontare giusto con un pizzico di attenzione sul viscido e roccioso lato nord del Minisfreddo, e soprattutto orientato a "riscoprire" le antiche "vie normali" sia del Monte Val de' Corni (l'antica mulattiera da Boarezzo citata sulle guide CAI/TCI degli anni quaranta) che del Poncione di Ganna.
La Valganna ha un proprio custode che la conosce profondamente. Se vi capitasse mai di incontrarlo di persona allora potreste scoprire che la valle ha un proprio valore naturalistico.
Se, come lui, disponete di creatività potete estrarre da questa micro-regione il suo potenziale.
In questa uscita ho avuto la fortuna di essere guidato dal custode della Valganna in persona,

Insieme abbiamo toccato 4 cime distinte: il Monte Val de Corni, il Poncione di Ganna, il Monte Minisfreddo e il Monte San Bernardo. Bada bene: "toccato le cime con commento descrittivo di Emiliano in tempo reale".
Sguardo sulla Valganna dal Monte Val de Corni

Descrizione
In breve svolgiamo un anello in senso orario da Ganna toccando le cime che dividono Valganna e Val Ceresio. Il Poncione di Ganna, che è l'elevazione più peculiare grazie alla sua forma quasi piramidale, si potrebbe salire direttamente dal Passo del Tedesco, ma noi decidiamo di allungare il percorso per poter vedere il Poncione da nord.
Comodi comodi partiamo dopo le 11.00 da Ganna City.
Non ci sono cartelli ma c'è Emiliano che mi guida. Saliamo tramite sentiero a Boarezzo.
Si tratta di un borgo caratteristico molto bello. La gente del luogo conosce Emiliano tant'è che non possiamo evitare l'invito a deviare un poco dal nostro percorso per poter ammirare le sculture di legno scolpite dal marito di una sciura del posto. Nel villaggio notiamo anche la presenza di dipinti e di affreschi, un lavatoio ben curato e un piccolo centro culturale vivacemente animato.
La piccola deviazione ci fa respirare un po' di aria artistica.
Riprendiamo la salita in direzione SE lungo il versante ovest del Val de Corni. Sulla CNS non c'è segnata traccia ma noi disponiamo di un sentiero. Raggiunto un enorme masso, intorno ai 900 m, il sentiero non è più evidente e saliamo dritti verso la cima.
Versante ovest del Monte Val de Corni - Grande masso a 100 metri dalla cima

La prima cima in realtà sarebbe un'anticima settentrionale quotata 991 m. Ci spostiamo di pochi passi verso sud e tocchiamo la vera cima. In entrami in casi si è nel bosco. La vetta principale corrisponde anche ad un punto trigonometrico.
Seguendo la cresta gradualmente ci abbassiamo verso il Passo del Tedesco godendo del panorama. Il terreno si fa roccioso e, in parte, erboso.
Cresta di collegamento per il Poncione di Ganna (dal Monte Val de Corni)

Il tempo va migliorando e ci abbassiamo facilmente lungo la cresta. Il sentiero offre ampie vedute sulla Valganna e sul Poncione, nostra prossima tappa. Ci fermiamo anche a mangiare presso una piccola panca.
Dopo la pausa scendiamo al Passo del Tedesco e ci avviciniamo al Poncione di Ganna da nord. Seguiamo il sentiero normale che ci conduce, superata una radura, verso il suo versante orientale. Lo stesso si fa via via più ripido fino a quando il sentiero si divide: a destra si prende la traccia per la cresta nord, a sinistra si aggira il versante est e si sale da sud. Noi prendiamo la "Variante Emiliano", la quale risale il bosco su terreno ripido (T3+) lungo tracce segnate da ometti (posizionati da lui stesso, Emiliano o

Salendo attraversiamo un bel varco formato da grandi rocce e perveniamo alla cresta E/SE, che, più agevolmente rispetto al precedente terreno, risaliamo fino alla vetta. A metà strappo finale c'è una roccia caratteristica che ho fotografato.
Emiliano mi fa notare come la geologia muta improvvisamente da porfido a calcare.
Varco roccioso lungo il versante E del Poncione di Ganna

La cima del Poncione di Ganna ha una bella croce e un libro di vetta che compilo.
La vista spazia da Campo dei Fiori al Generoso. Se limpido va ben oltre.
Ci fermiamo per le foto di rito e proseguiamo la traversata verso il Minisfreddo. Ora perdiamo soltanto un'ottantina di metri (la depressione precedente ce ne aveva fatti perdere più di 200).
Il contesto con faggi e roveri intercalati da ampi squarci sulle valli è piacevole. La salita al Minisfreddo prevede un risalto roccioso finale attrezzato con fune metallica. Qui si potrebbe valutare T4 meno il passaggio. Si usano le mani su un terreno generoso di appigli. Poco prima c'è un crocevia di sentieri che convenzionalmente è stato nominato "Passo del Minisfreddo". Emiliano mi ha detto che scendendo lungo il lato orientale c'è un arco di roccia da visitare.
Traversata Poncione di Ganna - Minisfreddo

Passaggio finale per il Monte Minisfreddo da nord

Il Minisfreddo ha una piccola cima molto panoramica sul lato orientale.
Da questa vetta, che é la più alta di giornata, proseguiamo ulteriormente verso sud-est fino al San Bernardo, modesta elevazione senza nome sulla CNS. Scendiamo quindi nella sella successiva dalla quale si dipartono 4 sentieri. Il nostro va a destra per scendere al Passo del Vescovo. A sinistra si scende invece nella Valle del Ceresio, dritto si sale al Rho di Arcisate.
La discesa inizialmente è resa disagevole dalla strage di piante sul terreno.
Dal Passo del Vescovo rapidi scendiamo sulla Valganna nei pressi della fattoria (Agriturismo San Gemolo).
Proseguiamo poi sul sentiero a sinistra della statale e costeggiamo il lago di Ganna fino a ritornare al punto di partenza.
Chiudiamo dopo quasi sei ore l'anello.

Che dire?...
A causa di una mancata gita in ciaspole nell'innevata Val Cavargna, causa condizioni meteo sfavorevoli,

Come giustamente sottolineato da Michea, la segnaletica in Valganna è davvero parca e spartana, specie in basso, e i sentieri un po' abbandonati e lasciati a sè stessi... e in parte questo è il suo "fascino", benchè chi viene da fuori, non conoscendo bene i luoghi ne i suoi principali accessi, potrebbe incontrare qualche difficoltà d'orientamento in partenza.
Parentesi a parte, è stato un giro piacevole, da affrontare giusto con un pizzico di attenzione sul viscido e roccioso lato nord del Minisfreddo, e soprattutto orientato a "riscoprire" le antiche "vie normali" sia del Monte Val de' Corni (l'antica mulattiera da Boarezzo citata sulle guide CAI/TCI degli anni quaranta) che del Poncione di Ganna.
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