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Vista da Giorgio - ( giorgio59m)
Mulattiera del Benefattore, sarò ripetitivo ma trovo giusto aprire con la giusta citazione
Citazione da Paesidivaltellina
Ogni mulattiera è un capolavoro di ingegno e gusto.
La lunga mulattiera che da Gordona sale all'alpe Cermine è fra le più belle in Valchiavenna. Si tratta della cosiddetta mulattiera del benefattore (la denominazione locale è "strèda de scèrman", cioè strada di Cermine), uno splendido manufatto, realizzato a regola d'arte, che si sviluppa da Gordona a Cermine per circa 4 km e 1000 metri di dislivello. Prima degli anni settanta del Novecento, quando venne realizzata l'attuale carrozzabile che da Gordona raggiunge Bodengo, essa rappresentava la via principale di accesso agli alpeggi sopra Gordona ed alla Val Bodengo stessa. Fu finanziata dal benefattore Giovan Battista Mazzina ("Pin Mazzina") e realizzata, grazie al lavoro di molti Gordonesi, nel 1928-29. Il Mazzina, nato nel 1884, dopo un'infanzia da pastore sugli alpeggi sopra Gordona cercò e trovò fortuna nel settore alberghiero in Sud America, in particolare a Buenos Aires, dove lavorarono diversi gordonesi. Molteplici le sue iniziative benefiche, a Gordona, Mese e Chiavenna. In particolare restaurò anche la cappella dedicata alla Madonna del Rosario lungo la mulattiera, oltre al Monumento ai Caduti, al Municipio ed all'Acquedotto di Gordona. A lui sono state intitolate la scuola primaria e la scuola media di Gordona, dove morì il 19 maggio 1931. Percorrere interamente questa mulattiera è un'esperienza faticosa ma suggestiva. Si può toccare... con piede la sapiente gestione delle pietre e dei dislivelli che agevola per quanto possibile la fatica della salita. Se poi si ha un ottimo allenamento si può puntare più in alto, all'alpe Cima ed all'alpe Forcola. Ma procediamo gradino per gradino.
Era da molto tempo che volevo vedere e percorrere questa "Mulattiera del Benefattore" a Gordona, zona molto ricca di percorsi, soprattutto la bella Val Bodengo, ma non da meno le varie laterali, per me tutte da scoprire.
Nessuno ha voglia di pestar neve, quindi partiamo bassi per raggiungere una altitudine al limite della quota neve, la salita all'Alpe Cermine sembra perfetta.
Parcheggiamo dove inizia la strada a pagamento per Val Bodengo e Alpe Orlo, percorriamo un breve tratto su asfalto per imboccare finalmente questa famosa mulattiera.
Come da descrizione è una vera opera d'ingegno, un lastricato di 1m - 1.5m di larghezza con muretto a secco da un lato. Il sentiero corre quasi completamente nel bosco, nella prima parte castani, poi salendo faggi ed abeti.
La salita è sempre costante, la prima apertura è a Donadivo dove troviamo un primo punto panoramico, qui si trova anche il bivio stradale tra la Val Bodengo e la Val Pilotera. Noi seguiamo fedelmente la mulattiera, che prosegue in costante ascesa, a volta anche con buona pendenza.
La seconda apertura nel bosco la troviamo all'Alpe Orlo, primo vero agglomerato di baite, visto l'orario decidiamo per una breve deviazione per raggiungere il punto panoramico di Orlo, dove oltre alle baite si trovano anche impianti d'antenna.
La vista si apre sull'alta Bodengo, con una magnifica vista verso la Val Garzelli con il Pizzo Rabbi ed il canale della bocchetta del Cannone (prima o poi ...), ma anche sulla imponente mole del Pizzo Cavregasco (la massima elevazione della provincia di Como), tutte magnificamente imbiancate.
Ritornati sui nostri passi, poco sopra il parcheggio dell'Alpe Orlo, iniziamo l'ultima salita sempre sulla mulattiera verso in nostro obiettivo finale.
In cerca mezz'ora da Orlo raggiungiamo la radura prativa dell'Alpe Cermine, un paesino a 1350mt fatto di magnifiche baite tutte perfettamente ristrutturate.

E' molto presto, circa le 10:20, qualcuno vorrebbe sicuramente proseguire, ma la salita al Mottone o la successiva Alpe Cima, sono ancora innevate e soprattuto altri +600 molto ripidi ed impegnativi, quindi relax.
Saliamo sopra il paesino, dove ricordavo di aver visto in foto due grandi altalene ed un tavolo attrezzato per picnic, lo raggiungiamo pestando un pò di neve e qui ci accampiamo per quasi un'ora, scaldandoci al sole o giocando con l'altalena.

Il sole non raggiunge il tavolone dove volevamo pranzare, ma notiamo che all'inizio dell'Alpe Cermine ci sono altri due tavoli, questi due ben soleggiati, quindi scendiamo attraversando le baite per raggiungere quest'altra area picnic situata poco sopra il parcheggio auto di Cermine.
Qui facciamo una lunga sosta pranzo, la vista non è così vasta come la precedente sosta, ma siamo riparati dal vento, al sole e con davanti la Val Pilotera fino in alto all'Alpe Lavorerio ed il Pizzo Gandaiole e Setaggiolo.
Imerio ci ricorda che abbiamo sottoscritto di passare una notte al rifugio Lavorerio, lo scorso anno è saltato, ma questo potrebbe essere quello buono.
Dopo poco più di tre ore, direi una delle soste più lunghe che possa ricordare, ci prepariamo per scendere.
Abbiamo pensato di seguire la strada e non la mulattiera, ci permette di fare un anello, e di camminare senza guardare troppo davnti ai piedi, ma chiaccherando fra noi e guardando in giro. La discesa sarà ben più lunga della salita (7km vs 4km), comunque veloce percorsa su strada.
Al parcheggio ci cambiamo e concludiamo con la solita sosta birra prima di tornare a casa.
Peccato per chi mancava, i due gruppi sono così ben amalgamati che sembra che camminiamo insieme da sempre, manca l'esperienza rifugio, ma è nell'aria.
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