Alpe Prà e Alpe Ghiaccio.
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L’idea di questa escursione nasce dopo aver visto un filmato fatto da Lidia (youtuber che posta le sue uscite sul canale «Alla Prossima»), dove viene visitato un bel bivacco situato in un punto molto panoramico, in una zona per me nuova.
Per motivi di impegni vari e di meteo, oggi anticipiamo l’uscita a martedì e non siamo con gli amici della Girovagando e quindi, in quattro Malnat, ci troviamo al parcheggio Enel nei pressi di Gulo (raggiunto da Pieve Vergonte).
Vedendo in auto le montagne prima del nostro arrivo, notiamo che la linea della neve inizia sopra i 1000 m di quota, per cui decidiamo di lasciare in auto le ciaspole e di portarci solo le ghette e i ramponcini.
Rintracciato il cartello segnavia con la nostra meta, iniziamo subito a risalire lungamente il bosco, reso un po’ viscido dalla pioggia conclusa in nottata e da alcuni punti ghiacciati, passando dagli alpeggi dell’Alpe La Villa, Jacheggi e Gabattina; la salita nel bosco è agevolata dai segnavia presenti sugli alberi, che seguiamo con attenzione, lungo un percorso ben individuabile.
Intorno ai 1000 m iniziamo a trovare la neve nel bosco (poca e un po’ ghiacciata) e, seguendo sempre i segnavia, incrociamo molto in alto una gippabile che seguiamo brevemente arrivando all’Alpe Prà, dove ci sono una ventina di cm di neve fresca e dove veniamo accolti da un panorama mozzafiato, grazie al netto miglioramento del tempo (come da previsioni meteo).
Rintracciato il bivacco (lascito di in valligiano del posto), entriamo e ci mettiamo in libertà ma, siccome è presto, anziché dedicarci a rendere più confortevole la sosta (accensione camino, preparazione caffè, ecc.) prendiamo la decisione di provare a salire anche all’Alpe Ghiaccio, della quale si vede una baita proprio in verticale sopra di noi, al termine di un piccolo bosco che sovrasta l’Alpe Prà: sarebbe stato un vero peccato «sprecare» una giornata così bella senza provare a salire ancora un po’…
Questa salita sarà la parte più bella di tutta l’escursione, perché camminiamo nella neve fresca (caduta anche in nottata) alta fino al ginocchio, su un pendio ripido e con un sentiero di non facile individuazione superando un dislivello di 250 m, ma la fatica che facciamo (anche se gli zaini li abbiamo lasciati nel bivacco), viene ampiamente ripagata dagli scenari incontaminati e dal panorama delle montagne che ci circondano, incorniciate da un cielo limpido e blu e da alcune nuvole intrappolate sui loro crinali, un vero scenario da cartolina!
Raggiunta la meta e fatte le foto di rito, riprendiamo subito la discesa, prima che la neve si smolli e quando ritorniamo al bivacco finalmente mangiamo quello che ci siamo portati; verso la fine del pranzo arriva un simpatico valligiano (Tiziano, proprietario di una baita posta poco sopra), con il quale ci intratteniamo un po’.
Poco prima delle 14, con grande rimpianto, lasciamo l’alpe Prà ed iniziamo la discesa che questa volta facciamo seguendo la gippabile, sicuramente più lunga ma con pendenze più tranquille rispetto a quelle della salita di stamattina; arrivati in valle, prima di ritornare all’auto visitiamo il paesino di Gulo, posto un po’più in basso rispetto al parcheggio.
Escursione dal buon impegno fisico (quasi 1200 m di salita per 5,30 ore di cammino per circa 10 km di sviluppo) in uno scenario fiabesco, almeno nella parte alta. Altri commenti nelle didascalie delle foto.
La difficoltà T3 si riferisce solo all'ultimo tratto tra l'Alpe Prà e l'Alpe Ghiaccio, per la presenza della neve fresca, altrimenti sarebbe anche qui T2.
Per motivi di impegni vari e di meteo, oggi anticipiamo l’uscita a martedì e non siamo con gli amici della Girovagando e quindi, in quattro Malnat, ci troviamo al parcheggio Enel nei pressi di Gulo (raggiunto da Pieve Vergonte).
Vedendo in auto le montagne prima del nostro arrivo, notiamo che la linea della neve inizia sopra i 1000 m di quota, per cui decidiamo di lasciare in auto le ciaspole e di portarci solo le ghette e i ramponcini.
Rintracciato il cartello segnavia con la nostra meta, iniziamo subito a risalire lungamente il bosco, reso un po’ viscido dalla pioggia conclusa in nottata e da alcuni punti ghiacciati, passando dagli alpeggi dell’Alpe La Villa, Jacheggi e Gabattina; la salita nel bosco è agevolata dai segnavia presenti sugli alberi, che seguiamo con attenzione, lungo un percorso ben individuabile.
Intorno ai 1000 m iniziamo a trovare la neve nel bosco (poca e un po’ ghiacciata) e, seguendo sempre i segnavia, incrociamo molto in alto una gippabile che seguiamo brevemente arrivando all’Alpe Prà, dove ci sono una ventina di cm di neve fresca e dove veniamo accolti da un panorama mozzafiato, grazie al netto miglioramento del tempo (come da previsioni meteo).
Rintracciato il bivacco (lascito di in valligiano del posto), entriamo e ci mettiamo in libertà ma, siccome è presto, anziché dedicarci a rendere più confortevole la sosta (accensione camino, preparazione caffè, ecc.) prendiamo la decisione di provare a salire anche all’Alpe Ghiaccio, della quale si vede una baita proprio in verticale sopra di noi, al termine di un piccolo bosco che sovrasta l’Alpe Prà: sarebbe stato un vero peccato «sprecare» una giornata così bella senza provare a salire ancora un po’…
Questa salita sarà la parte più bella di tutta l’escursione, perché camminiamo nella neve fresca (caduta anche in nottata) alta fino al ginocchio, su un pendio ripido e con un sentiero di non facile individuazione superando un dislivello di 250 m, ma la fatica che facciamo (anche se gli zaini li abbiamo lasciati nel bivacco), viene ampiamente ripagata dagli scenari incontaminati e dal panorama delle montagne che ci circondano, incorniciate da un cielo limpido e blu e da alcune nuvole intrappolate sui loro crinali, un vero scenario da cartolina!
Raggiunta la meta e fatte le foto di rito, riprendiamo subito la discesa, prima che la neve si smolli e quando ritorniamo al bivacco finalmente mangiamo quello che ci siamo portati; verso la fine del pranzo arriva un simpatico valligiano (Tiziano, proprietario di una baita posta poco sopra), con il quale ci intratteniamo un po’.
Poco prima delle 14, con grande rimpianto, lasciamo l’alpe Prà ed iniziamo la discesa che questa volta facciamo seguendo la gippabile, sicuramente più lunga ma con pendenze più tranquille rispetto a quelle della salita di stamattina; arrivati in valle, prima di ritornare all’auto visitiamo il paesino di Gulo, posto un po’più in basso rispetto al parcheggio.
Escursione dal buon impegno fisico (quasi 1200 m di salita per 5,30 ore di cammino per circa 10 km di sviluppo) in uno scenario fiabesco, almeno nella parte alta. Altri commenti nelle didascalie delle foto.
La difficoltà T3 si riferisce solo all'ultimo tratto tra l'Alpe Prà e l'Alpe Ghiaccio, per la presenza della neve fresca, altrimenti sarebbe anche qui T2.
Tourengänger:
imerio

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Kommentare (4)