Monte Tamaro - Monte Gradiccioli
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Un impegno al pomeriggio sulla sponda lombarda del Lago Maggiore mi porta a scegliere un percorso in queste zone, che solitamente frequento poco.
Qualche settimana prima avevo addocchiato la bella dorsale che congiunge Monte Tamaro e Monte Gradiccioli: a livello di tempistiche sembrerebbe fare proprio al caso mio.
Per precauzione metto nello zaino un paio di ramponcini (mi saranno utili in un paio di punti in salita), parto in autostrada in direzione Sopraceneri e risalgo in direzione di Indemini parcheggiando l'auto ad una deserta Alpe di Neggia.
Sono solo stamattina, e per tutto il percorso di salita fino al Monte Tamaro non incontrerò nessuno.
Alla partenza i cartelli indicano 1h40 per la vetta: tempistica coerente e realistica.
Il sentiero è esposto a Nord e per tutta la durata della salita non vedrò il sole. In compenso alla mia sinistra ho una splendida visuale dell'alto Lago e di Locarno.
Un paio di scorci alla mia destra mi permettono di intravedere che il Gradiccioli è leggermente imbiancato. Poco dopo, in terreno più aperto, mi si palesa davanti anche la sagoma del Tamaro, ugualmente innevata.
Procedo con cautela su sentiero ghiacciato in alcune parti, ma il fondo sassoso è un po' insidioso. Avendo dietro i ramponcini, decido di utilizzarli per procedere più speditamente.
Speditamente mi porto al di sotto della sommità del Tamaro e tramite sentiero a zig zag risalgo la piramide terminale fino a raggiungere la grande vetta.
Mi si apre un bel panorama anche se le nubi sono piuttosto basse. Riesco a vedere distintamente Lugano, Locarno e Bellinzona.
Per essere una meta così frequentata, mi stupisco di essere l'unico. Firmo il libro di vetta, scatto qualche foto, e comincio a scendere in direzione della dorsale di raccordo col Gradiccioli.
Anche su questo versante è necessario prestare attenzione in un paio di punti alle rocce ghiacciate.
All'altezza della Bassa di Indemini incontro l'unico altro escursionista della giornata, che sta svolgendo la mia stessa traversata ma in senso opposto. Ci incontreremo infatti sia all'andata che al ritorno.
Mi muovo rapidamente fino alla Bassa di Montoia (dove recentemente è stata intravista una nuova cucciolata di lupi) e comincio a risalire in direzione del Monte Gradiccioli con la nebbia che progressivamente comincia a salire. Scelgo di non puntare all'evidente traccia di salita da Nord, che farò al ritorno, bensì traverso sotto la piramide sommitale e salgo in vetta da Sud-Ovest.
La salita è molto breve. Giungo alla croce e alla panchina presenti in vetta avvolto dalla più totale nebbia. Peccato, ma mi ritengo fortunato di aver potuto godere di una bella vista già dal Tamaro.
Sulla croce è presente una frase davvero bella.
Non mi soffermo molto data l'assenza di panorama e riprendo a scendere dalla cresta Nord. Rientrando verso la Bassa di Montoia la foschia comincia nuovamente a diradarsi e di fronte a me appare nuovamente la sagoma del Tamaro, che nel suo lato meridionale non è innevato. Sono ben presenti i tornanti del sentiero presente sul suo fianco meridionale, che però eviterò prendendo il traverso che dalla Bassa di Indemini porta direttamente alla Bocchetta del Motto Rotondo. Anche questa traccia è piuttosto evidente già in lontananza e non presenta alcuna difficoltà.
Affronto quest'ultimo tratto di salita, raggiungo la bocchetta e mi abbasso sul versante settentrionale dove calzo nuovamente i ramponcini: il sentiero è ancora molto ghiacciato e si passa in prossimità di numerose e suggestive stalattiti. Ad un certo punto si oltrepassa anche una galleria naturale. Oltrepassato questo tratto mi ricongiungo con la via di salita e da qui mi abbasso nuovamente verso l'Alpe di Neggia seguendo lo stesso percorso dell'andata.
Qualche settimana prima avevo addocchiato la bella dorsale che congiunge Monte Tamaro e Monte Gradiccioli: a livello di tempistiche sembrerebbe fare proprio al caso mio.
Per precauzione metto nello zaino un paio di ramponcini (mi saranno utili in un paio di punti in salita), parto in autostrada in direzione Sopraceneri e risalgo in direzione di Indemini parcheggiando l'auto ad una deserta Alpe di Neggia.
Sono solo stamattina, e per tutto il percorso di salita fino al Monte Tamaro non incontrerò nessuno.
Alla partenza i cartelli indicano 1h40 per la vetta: tempistica coerente e realistica.
Il sentiero è esposto a Nord e per tutta la durata della salita non vedrò il sole. In compenso alla mia sinistra ho una splendida visuale dell'alto Lago e di Locarno.
Un paio di scorci alla mia destra mi permettono di intravedere che il Gradiccioli è leggermente imbiancato. Poco dopo, in terreno più aperto, mi si palesa davanti anche la sagoma del Tamaro, ugualmente innevata.
Procedo con cautela su sentiero ghiacciato in alcune parti, ma il fondo sassoso è un po' insidioso. Avendo dietro i ramponcini, decido di utilizzarli per procedere più speditamente.
Speditamente mi porto al di sotto della sommità del Tamaro e tramite sentiero a zig zag risalgo la piramide terminale fino a raggiungere la grande vetta.
Mi si apre un bel panorama anche se le nubi sono piuttosto basse. Riesco a vedere distintamente Lugano, Locarno e Bellinzona.
Per essere una meta così frequentata, mi stupisco di essere l'unico. Firmo il libro di vetta, scatto qualche foto, e comincio a scendere in direzione della dorsale di raccordo col Gradiccioli.
Anche su questo versante è necessario prestare attenzione in un paio di punti alle rocce ghiacciate.
All'altezza della Bassa di Indemini incontro l'unico altro escursionista della giornata, che sta svolgendo la mia stessa traversata ma in senso opposto. Ci incontreremo infatti sia all'andata che al ritorno.
Mi muovo rapidamente fino alla Bassa di Montoia (dove recentemente è stata intravista una nuova cucciolata di lupi) e comincio a risalire in direzione del Monte Gradiccioli con la nebbia che progressivamente comincia a salire. Scelgo di non puntare all'evidente traccia di salita da Nord, che farò al ritorno, bensì traverso sotto la piramide sommitale e salgo in vetta da Sud-Ovest.
La salita è molto breve. Giungo alla croce e alla panchina presenti in vetta avvolto dalla più totale nebbia. Peccato, ma mi ritengo fortunato di aver potuto godere di una bella vista già dal Tamaro.
Sulla croce è presente una frase davvero bella.
Non mi soffermo molto data l'assenza di panorama e riprendo a scendere dalla cresta Nord. Rientrando verso la Bassa di Montoia la foschia comincia nuovamente a diradarsi e di fronte a me appare nuovamente la sagoma del Tamaro, che nel suo lato meridionale non è innevato. Sono ben presenti i tornanti del sentiero presente sul suo fianco meridionale, che però eviterò prendendo il traverso che dalla Bassa di Indemini porta direttamente alla Bocchetta del Motto Rotondo. Anche questa traccia è piuttosto evidente già in lontananza e non presenta alcuna difficoltà.
Affronto quest'ultimo tratto di salita, raggiungo la bocchetta e mi abbasso sul versante settentrionale dove calzo nuovamente i ramponcini: il sentiero è ancora molto ghiacciato e si passa in prossimità di numerose e suggestive stalattiti. Ad un certo punto si oltrepassa anche una galleria naturale. Oltrepassato questo tratto mi ricongiungo con la via di salita e da qui mi abbasso nuovamente verso l'Alpe di Neggia seguendo lo stesso percorso dell'andata.
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Mezmerize

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