Pizzo Mellasc


Publiziert von Mezmerize , 20. Oktober 2024 um 11:52.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 5 August 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 1020 m
Abstieg: 1020 m
Strecke:13,5 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Laveggiolo, piccolo parcheggio gratuito posto al termine del paese.

Oggi sono con Francy e decidiamo di tornare in Val Gerola per una meta che ancora ci manca, il Pizzo Mellasc.
Ci documentiamo ampiamente in rete riguardo al percorso da seguire per il raggiungimento della vetta dal versante gerolese (Valle della Pietra) perché, a vedere sulle mappe, non sono presenti itinerari di salita segnalati. L'unica via segnata è dal versante varronese, ma è spesso indicata come scivolosa e particolarmente esposta. Pare invece che sia dalla Valle della Pietra, sia dalla Val Vedrano, gli itinerari siano molto più semplici. E in effetti, una volta individuata la via, così sarà.
Parcheggiamo a Laveggiolo in uno degli ultimi spiazzi disponibili in fondo al paese, e perdiamo qualche decina di minuti nel far raffreddare la mia povera auto, che ho fatto bollire come una caffettiera salendo forse troppo rapidamente i tornanti. In realtà scopriremo poche settimane dopo che la guarnizione della testa sarebbe stata da rifare...
Ad ogni modo, ci incamminiamo sulla pista agro silvo pastorale che Laveggiolo punta verso il Rifugio Trona Soliva. Abbiamo percorso già diverse volte questo itinerario, molto semplice e molto piacevole, tra l'altro anche in un precedente tentativo autunnale di salita al Mellasc, abbandonato in seguito alla forte pioggia che ci ha fatto desistere nei pressi del Rifugio Trona.
È possibile seguire integralmente la pista sterrata, che compie un lungo traverso lungo la Val Vedrano, oppure abbandonarla quasi subito per scendere nel solco vallivo, attraversare il torrente e risalire dall'altro lato. Così facendo si risparmia qualche centinaio di metri, opzione consigliata vista la lunghezza complessiva del percorso.
Una volta riguadagnata la pista sterrata, la si segue senza ulteriori difficoltà fino al già citato Rifugio, che raggiungiamo in un'oretta e mezza abbondante. 
La giornata è splendida, non c'è in cielo una nuvola, e il rifugio comincia già ad essere movimentato. Ci prendiamo una breve pausa per studiare l'itinerario, che da qui in avanti sarà totalmente fuori pista.
Individuiamo la sagoma del Mellasc davanti a noi, così come i due punti chiave citati in più relazioni: la cascatella di quota 2.080 m e l'ampio canale erboso posto poco al di sotto della vetta, culminante sulla cresta a quota 2.400 m circa. 
Differentemente da quanto indicato, troviamo dietro al rifugio una piacevole novità: un'ampia e nuova pista sterrata che risale il fianco della vallata fino ad una baita posta a quota 2.050 m. Usufruiremo integralmente di questa pista al ritorno, per l'andata ne percorriamo solo un pezzo, per portarci il più possibile nei pressi della cascata, che aggiriamo sulla destra accedendo a un ampio pianoro correntemente utilizzato a pascolo.
Procediamo incrociando ogni tanto qualche poco pronunciata traccia di sentiero, verificando di tanto in tanto sopra la nostra testa che l'itinerario seguito sia corretto. Di fatto la salita è piuttosto libera, il versante da risalire è privo di pericoli se non quelli rappresentati dalla curiosità delle capre orobiche che in più occasioni, in particolare al ritorno, si avvicineranno in massa. Sono presenti diversi ometti di pietra posizionati qua e là, a mio avviso non sempre sono utili e nemmeno facilissimi da individuare.
In terreno sempre più ripido, intercettiamo una traccia che porta all'imbocco del canalino erboso che sale verso la bocchetta di quota 2.400 m. Si tratta decisamente della parte più faticosa dell'itinerario. Procediamo piuttosto lentamente, la salita sembra non finire mai. Finalmente attorno a quota 2.400 m (in realtà l'altimetro segna qualcosa in più, ma potrebbe non essere stato molto preciso) scolliniamo e ci affacciamo sul versante varronese. Il panorama si apre quasi a 360 gradi: dietro di noi tutte le Orobie, davanti a noi appaiono le familiari sagome di Grigne e Resegone, alla nostra sinistra fa capolino in tutta la sua maestosità il gruppo del Pizzo Tre Signori, molto bello da questa prospettiva. 
Manca poco alla vetta, una cinquantina di metri di dislivello scarso. Nelle recensioni si cita una ipotetica traccia che risale la cresta, che in tutta onestà non troviamo. Ci abbassiamo leggermente sul versante varronese, che pare più semplice, e risaliamo il dosso erboso terminale fino ad approdare alla quota 2.465, ossia alla vetta, contraddistinta da una piccola croce.
Finalmente davanti a noi il panorama si completa con l'intera dorsale che dal Legnone porta al Monte Rotondo, recentemente raggiunto.
Siamo molto contenti: la giornata è splendida, si vede di tutto, dal Monte Rosa al Disgrazia. 
La salita è stata particolarmente faticosa, ma non difficile.
Facciamo pausa pranzo direttamente in cima, disturbati da un fitto nugolo di moscerini piuttosto molesti, ma a parte questo, la temperatura è assolutamente ideale. Non abbiamo incontrato nessuno per l'intera salita.
L'orizzonte è strapieno di cime note, ci divertiamo ad enumerarne diverse, specialmente quelle già fatte. Una delle più belle, ancora mancante, è il Pizzo Trona, che svetta maestoso davanti a noi.
Dopo aver fatto davvero tante foto, un po' dispiaciuti riprendiamo la marcia in discesa. 
Questa volta, avendo davanti a noi l'intero versante dall'alto, decidiamo di scendere un po' più a sinistra rispetto all'andata, cercando di intercettare il più possibile la pista sterrata e rendere così più agevole la discesa. 
Di fatto forse sarebbe stato meglio seguire lo stesso itinerario di salita, abbiamo subito l'impressione di aver sia complicato sia allungato il percorso. Ci ritroviamo ad attraversare una pietraia e poco più sotto dobbiamo continuare a fiancheggiare la montagna sulla sinistra per evitare alcuni salti non affrontabili. Ci dobbiamo anche tenere a debita distanza da una serie di capre molto invadenti che si avvicinano minacciose ogni qual volta tentiamo di sconfinare nel loro territorio. 
Sul fianco opposto della vallata notiamo un altro gregge che in maniera piuttosto irruenta corre in discesa verso due altri poveri escursionisti.
A parte questo incontro molesto, il resto della discesa non è complicato. Raggiungiamo in breve la pista sterrata e passiamo nei pressi della già citata baita, per poi abbassarci nuovamente verso il Rifugio Trona, davvero affollatissimo. Da qui il percorso di ritorno è il medesimo dell'andata.

Tourengänger: Mezmerize


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