Bolettone - sgambata bagnata
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Anello con pioggia, vento e tormenta
Meteo invernale e pioggia continua per tutta la settimana, uscire con questo tempo è un pò da pazzi.
Impossibile rinunciare all'uscita settimanale, quindi scegliamo il giorno meno-peggio ed un punto di appoggio dove pranzare al caldo ed asciugare gli indumenti. L'idea cade sulla Baita Patrizi, sotto il Bolettone, montagna di casa per noi Girovagando. Ritrovo con due Malnat alle 7:30 poco dopo il 2° tornante, dove inizia la gippabile che sale alla Patrizi. Iniziamo il cammino alle 7:35, fortunatamente non piove, ma siamo attrezzati al peggio. Salita fino al rifugio lungo la gippabile, un percorso comodo anche se ha qualche strappetto bello ripido. Da qui prendiamo a destra, verso l'Alpe del Vicerè e qui inizia a piovigginare. Arrivati all'attacco della direttissima Q950 ci copriamo meglio e prendiamo gli ombrelli. Inizia la lunga salita dritto-per-dritto lungo la direttissima, troviamo la prima neve nei prati e sul sentiero già a Q1000. Si costeggiano delle piante di faggio e nocciolo, a Q1100 inizia la file di abeti, l'elemento distintivo del Bolettone visto da lontano. Io sono come sempre l'ultimo, e gli amici ogni tanto mi aspettano. Quando incontriamo gli abeti sta nevicando, la pioggia diventa neve e tira aria gelida ed insistente, bisogna tener duro l'ombrello. Arriviamo alla vetta, e appena sotto ci ripariamo tra le piante per cambiarci, risaliamo alla croce ma ci fermiamo giusto il tempo per qualche foto, non si vede nulla e a terra circa 10cm di neve fresca. Scendiamo rapidi verso la bocchetta di Molina, da qui sempre sotto neve e vento prendiamo il largo sentiero che scende alla Patrizi, la neve tornerà ad essere pioggia a circa Q1000. Qualche minuto dopo le 11:00 siamo alla baita, con larghissimo anticipo per la nostra prenotazione per il pranzo. Visto che il rifugio è aperto e vista la grande cortesia del personale, entriamo e riusciamo a scaldarci ed asciugarci, ci facciamo anche un prosecco attendendo il mezzogiorno. Due commenti veloci sulla Baita Patrizi: locale stupendamente ristrutturato, veramente un lavoro ben fatto, poi grande cortesia del personale, eravamo gli unici clienti e siamo stati viziati e coccolati, ma si capisce bene che la cortesia è di casa qui. Infine i piatti : una bella scelta, ben più di quel ci si aspetta da un rifugio di montagna, ma provano a soddisfare le esigenze di un pubblico ben più ampio dell'escursionista classico, in effetti siamo a 30min a piedi dal parcheggio dell'Alpe del Vicerè, percorso praticamente pianegggiante ed adatto a tutti. Ottima la polenta ed i funghi, come il tagliere di antipasto. Anche il conto si è rivelato al di sotto delle aspettative, considerando doppio giro di caffè e di grappette. Alle 13:50 riprendiamo il cammino per scendere, stavolta senza ombrelli, ha cessato di piovere. Senza percorrere la gippabile, andiamo verso l'Alpe del Vicerè, da qui scendiamo per un breve tratto su asfalto, poco sotto il bivio per il Buco del Piombo prendiamo il sentiero che scende tagliando i molti tornanti della strada e veloci arriviamo al parcheggio (1:10 dalla Patrizi). Giro bagnato ma fortunato, soddisfatti dell'ottimo pranzo, e ho rivisto con piacere il Bolettone con la neve. |
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Henry Van Dyke, Il tempo è
Il tempo è
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