Monte Disgrazia 3678 m


Publiziert von Antonio59 ! , 28. August 2023 um 15:54.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:18 August 2023
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS+
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 14:30
Aufstieg: 1202 m
Abstieg: 1806 m
Strecke:18,30 km

Il Monte Disgrazia, una ripetizione per me dopo 10 anni, ma in ben altre condizioni. Stavolta la cresta è completamente "asciutta" e senza neve, e allora il ghiacciaio-nevaio arrivava alla Sella di Pioda e risaliva anche un tratto di cresta, era il 25 luglio, contro il 18 agosto di stavolta.
Per Samuele una prima, che non credeva alla sua portata.

La nostra rifugista propone la colazione alle 4 per tutti i "disgraziati", dice delle scariche di sassi dal Monte Pioda e che è meglio evitare le ore calde.
Va bene, ma già Sam pensa che sia esagerata una simile levataccia, già, visto che lui vola come uno skyrunner :))

Notte insonne per il sottoscritto, mi capita a volte nei rifugi,. Un tipaccio russa leggermente e beatamente poco più in là nella camerata. Inutile dire che sono tra i primi ad alzarmi già alle 3,30. Ma il mio socio indugia ancora un pò e infine io scendo da solo a fare colazione, mentre gli altri stanno già per finire, poi concludo anch'io,  intanto che l'inserviente già rassetta 
la sala pranzo. Sam ancora non si vede, sfarfalleggia oltre la porta vetro, con il suo Thermos che sembra un urna cineraria, perchè lui anche sotto la tempesta di neve, deve poter bere acqua ghiacciata ( non tè caldo ).
Tengo il posto anche se ho finito da un pò, pronto a spiegare che c'è ancora uno che scenderà ( quando si deciderà ) a varcare la soglia per far colazione.

Finalmente entra il compagno d'avventura e comincia a mangiare, mentre gli altri 15 sono già stati inghiottiti dalle tenebre là fuori.
Dopo qualche minuto passato solo per fargli compagnia, esco a imbracarmi e mettere gli scarponi. Sono pronto da un pò e l'insonnia notturna mi rende parecchio nervosetto, quando sento attraverso la porta-vetro, il nostro "eroe" intrattenersi lungamente in chiacchiere con la collaboratrice latino-americana del rifugio. Già, pensavo, se ha sempre la bocca aperta per chiacchierare come fà a mangiare e quando finirà.
 Siamo finalmente fuori, si parte. I più lenti e anche i più tiratardi sulla partenza. Già prevedo che scenderemo qualche ora dopo gli altri.


Usciti dal rifugio alle 5 o poco prima, alla luce delle frontali, traversiamo la vallecola in falsopiano, per guadagnare il filo della morena.  Fin qui è tutto segnato in biancorosso : è il Sentiero Roma che lasceremo proprio qui. Proseguiamo risalendo lungamente il filo della morena per poi arrivare nella pietraia, dove gli ometti ci aiutano a non dover pensare la linea da seguire. E' già giorno e raggiungiamo il bordo inferiore del ghiacciaio.
Irriconoscibile solo 10 anni dopo, nessun crepaccio era visibile il 25 luglio 2013.
Ci imbraghiamo, ma saliamo senza corda, ghiaccio ripido e pulito, senza neve. Cerchiamo di stare al centro, con zig zag tra i numerosi crepacci. Sul lato sinistro sono evidenti i massi caduti e che continuano a scendere sul ghiacciaio.
Alla fine arriviamo al culmine del ghiacciaio di Predarossa o quello che ne resta. Quasi tutti hanno qui abbandonato i ramponi. Lo facciamo pure noi, anche se conservo con me la picozza, per eventuali dry tooling, non si sa mai. Il ghiacciaio è circa 20 metri sotto la Sella di Pioda, che raggiungiamo non certo così facilmente. Impegniamo la cresta ONO, dei crinali nevosi di 10 anni fà non v'è traccia, è tutta una ricerca, anche se facilitata dai segni dei ramponi che fungono da veri segnavia. Una corda penzola sopra di noi, ma già con i trefoli esposti, nessuna voglia di raggiungerla per attaccarci. Man mano ci vengono incontro in discesa i nostri compagni di "Disgrazia", già in discesa loro. In realtà uno ha rinunciato già alla base del ghiacciaio per via dei ramponi "sbagliati", altri 3 sono legati e scendono senza aver raggiunto la vetta per via di uno di loro alquanto scioccato per l'esposizione. Ma noi vecchi incoscienti, siamo abbastanza imperturbabili alle emozioni altrui. Nel segno delle 3 V, che ormai è la nostra linea guida: Vado-Vedo-Valuto.

In effetti non capisco come faccia Sam con un piede solo a essere così imperturbabile, visto che non può certo galoppare in caso di maltempo improvviso.
Alla fine pian pianino arriviamo all'anticima, che dovrebbe poi essere la Cima Siber-Gysi, dal nome di un polemico alpinista che non ce la fece a raggiungere la vetta, ma che mise in dubbio anche che altri ce l'avessero fatta ( la cordata Anderegg-Stephen-Kennedy-Cox ).
Ora si tratta di cavalcare il cosiddetto "Cavallo di Bronzo", o magari come feci 10 anni prima risalire una placca a destra,  che quella volta però era ricoperta di neve.
Essendo scarsi in equitazione, decidiamo per la placca, che ahimè è fatta di roccia verde "saponata". Non me ne vogliano i geologi per questa definizione poco scientifica.
Ma quando vedo questo tipo di roccia, non vedo altro paragone, è peggio che fosse unta di olio.
Fortunatamente dopo poco, una piccola crepa la incide e permette di uscire lateralmente da essa, senza risalirla tutta. Il resto è abbastanza tranquillo fino al segnale trigonometrico di vetta.
Felicità alle stelle. e anche stavolta nessuna voglia di andare a vedere dove è il Bivacco Rauzi, che dovrebbe stare solo 50m- sotto, sul lato della Via della Corda Molla.
Con la dovuta cautela cerchiamo di ripercorrere i molti passaggi esattamente tali e quali, non sempre riuscendoci. Trovandoci proprio al passo di Pioda e già in vista dei ramponi a fare una variante da brividi, fortunatamente già sul granito del Monte Pioda.
Ripreso l'assetto glaciale, Sam decide di prendere il comando e scendere come hanno fatto i bresciani, cioè alquanto sotto le rocce "roulette russa" del Pioda. Un pò meglio come pendenza e crepacci, ma preoccupanti secondo me.
Infatti spesso richiamo l'amico all'ordine,  consigliando di spostarsi in centro.
Alcuni grossi blocchi di roccia grandi come un utilitaria, giacciono sul ripido ghiacciaio sopra di noi, il caldo potrebbe metterli in marcia. La discesa per quanto pericolosa sul margine destro, bisogna ammettere che è stata più rapida, anche se per la legge della sopravvivenza mi è cresciuto un terzo occhio sulla nuca, onde poter controllare le pietre alle nostre spalle :-))  
Arrivati al margine inferiore del ghiacciaio, sospiro di sollievo, è fatta.
C'è ormai solo da discendere la pietraia e sui 2800 agganciare il filo della morena, col suo bel sentierino. 
Arrivati alla deviazione per il Rifugio Ponti, noi continuiamo a seguire la morena verso il basso. Non segnata, ma con percorso logico, si arriva alla torbiera superiore di Predarossa, con notevole risparmio di tempo, si costeggia a destra questa torbiera e si confluisce sul sentiero normale che scende dal rifugio Ponti. E con questo giù all'auto.




La prima salita del Disgrazia o Pizzo Bello avvenne per opera degli inglesi Edward Kennedy e il reverendo Lesley Stephen ( padre della scrittrice Virginia Woolf ) con il maggiordomo Thomas Cox e grazie soprattutto alla maestria della guida svizzera dell'Oberland Melchior Anderegg: vero artefice della salita il24 agosto 1862.
Solo pochi anni ( luglio 1865 ) dopo i signori svizzeri Siber-Gysi e Blumer con rispettive guide si arrestarono sull'anticima, mettendo in dubbio la prima ascensione.
Poi  fu il francese barone di Beurnonville con le sue guide svizzere a rinunciare prima della vetta nel 1866, fermandosi sull'anticima, ma le sue guide  Peter Jenni e Alexander Flury raggiunsero la vetta effettuando la prima ripetizione, erigendo anche un ometto.
Poco dopo  ( 1867 ) anche l'onnipresente Tuckett ancora con Melchior Anderegg e Jakob Anderegg raggiunse la vetta.
Il 7 agosto 1874 invece la prima ascensione italiana.




Un nome poco raccomandabile

Sembra che "Monte Disgracio" sia apparso per la prima volta su una mappa nel 1820 sulla Carta del Raymond, poi fu ripreso con alcune varianti da altre carte : Monte delle Disgrazie, della Disgrazia e Disgrazia (solo). Sembra che il toponimo fosse "malenco", esisteva anche un secondo nome : Pizzo Bello, ma si sa che gli italiani propendono più per la cronaca nera ed ebbe vita breve.
Un ipotesi è che localmente  ( morbegnese e Val Malenco ) è che venisse chiamato  El Munt de Giasc o de Giascia, ( accademico De Glacio ) poi passato attraverso topografi spesso stranieri come il Raymond, a Disglacio e poi Disgrazia.
Da indagini dell'alpinista  Giovanni De Simoni nel 1955, intervistando un vecchio alpigiano del luogo, è emerso che la spalla con radi larici sopra l'Alpe Sentieri si chiamasse "Desdacia" o "Desgracia", spiegando che quella era una zona considerata estrema, esposta com'era alla caduta di ghiaccio e sassi, e non adatta a portare bestiame.
Ancora nel 1935 una guida del Cas svizzero riportava Monte Disgrazia oder Pizzo Bello
Dal lato Val Masino era noto come Cima della Vedretta.

Tourengänger: Antonio59 !


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Kommentare (7)


Kommentar hinzufügen

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 28. August 2023 um 19:01
Bravi e bravissimo Sam...

Antonio59 ! hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. August 2023 um 22:43
Grazie Daniele.
Antonio

andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2023 um 06:07
Bellissima salita e grazie per le note storiche, che non conoscevo a parte la prima salita.
Aggiungo che la comitiva di Stephen parti' alla una di notte da Bagni Masino e rientro' alle 23. Questo da' l' idea di quanto resistenti fossero questi pionieri. Poi rientravano in patria e scrivevano : l'ascensione è fattibile in giornata :)
Sir Stephen anni dopo rinnego' la sua scelta di essere reverendo e abbracciò l'agnosticismo.

Complimenti di nuovo!
Andrea

Antonio59 ! hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2023 um 22:50
Grazie Andrea.
Mi fa piacere che ti interessi anche tu degli aspetti storici e culturali delle montagne.
Ciao
Antonio

Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2023 um 08:19
Bellissima descrizione. E complimenti per le sempre sorprendenti uscite che fai. Per me il Disgrazia rimane sempre una delle più soddisfacenti uscite che abbia mai fatto. È stato bello riviverla nel tuo racconto.
Michea

Antonio59 ! hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2023 um 12:42
Grazie Michea
Avendo letto la tua relazione si capisce che tu l'hai salita con ben altre difficoltà, bravi voi.
Noi siamo solo dei vecchi "spericolati" come dice mio figlio.
Un'altro figlio fà parte anche del soccorso alpino e ogni tanto mi tocca pure essere ripreso per i nostri tardivi rientri a volte.
Ciao
Antonio

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2023 um 13:18
Chi rientra tardi è chi fa.
L'alternativa è stare sul divano a guardare film.
Ma bravo lui. Ha ragione in realtà. Anche io sono regolarmente sgridato :D


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