Punta dello Stambecco (3107 m)
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La Punta dello Stambecco è per l'alpinista ticinese uno dei tremila ticinesi dal maggiore richiamo. Basti vedere come spontaneamente i quattro uomini qui presenti siano rapiti con lo sguardo dallo stesso.
In realtà è una montagna di macerie. Un marciume per eccellenza. Eppure...Qualcosa di magico lassù c'è. Forse i mehnir, la vista del Grauhorn, la componente alpinistica. Sicuramente la severità mista al fascino dell'ambiente. Bisogna essere mezzi stambecchi per capirlo. E i miei 6 compagni di viaggio lo sono stati.
Breve descrizione (cercherò stavolta di farla breve)
Ero stato l'anno scorso alla Punta dello Stambecco. Quest'anno, fresco del corso di arrampicata, mi sento abbastanza sicuro da accompagnare


Per l'avvicinamento seguiamo la Valle di Fornee. C'è una traccia segnata bianco-blu.
Prima però ci sono quasi 4 km di Valle Carassina. Tolta la Carassina, il sentiero si inerpica da subito ripido nella valle di Fornee fino ad attraversare a sinistra il fiume. Attorno alla quota 2350 m, in un'ampia conca ri-attraversiamo il corso d'acqua a dx e puntiamo verso la cresta che separa le valli di Casletto e di Fornee. Per guadagnarla ci sono 500 metri di salita su pendii composti vieppiù da blocchi di roccia (non sempre ferma).
Nel frattempo Prandi e Pedro (partiti più tardi) ci raggiungono e ci superano, leggeri e veloci, attendendoci in prossimità della cresta, a quota 2800 metri. Con loro è salita in Val Carassina mia figlia Sarah. Lei rimarrà lì.
La Valle di Fornee dominata dal suo omonimo pizzo

Seguiamo la cresta, sempre composta da blocchi. Essa presto si impenna ma si riesce a risalirla senza grosse difficoltà (passaggi di primo, massimo secondo grado). Perveniamo al pianoro della Meditazione da cui la Punta dello Stambecco è ben visibile, in primo piano. A destra c'è la Punta Isabel, dove

Ora risaliamo la rampa franosa fino alla sella ai piedi della vetta. Si tratta di uno scivolo molto insidioso dove le rocce si staccano. Bisogna avere il casco e stare un po' sparpagliati al fine di non uccidersi a vicenda.
Presso la sella ci sono dei menhir e ci si affaccia sulla parete nord del Grauhorn. Questo è forse il luogo più bello dell'intera escursione.
Ai piedi della vetta - Menhir e Grauhorn sullo sfondo

La nostra tattica: abbiamo 2 corde da 30 m. Io salgo da primo facendomi assicurare da Daniele. C'è un diedro verticale di una quindicina di metri. Ben appigliato ma a tratti esposto sulla propria sinistra.
Attacco entrambe le corde al mio imbrago. Alle loro estremità si attaccano Daniele e Pedro. Rinvio con 3 friends e raggiungo la sosta. Questa è stata creata nel 2022, in modo impeccabile con tanto di catena e anello per calata, da David, un amico del mendrisiotto. Dall'alto, con un reverso, recupero loro 2. Siccome questi sono di fretta gli monto le corde per una calata in doppia. Quindi con le stesse recupero Sara ed Eidan. Infine Francesca e Fredy.
Tutti insieme ci spostiamo sulla vetta. Bisogna seguire il filo di cresta composto da placche inclinate (esposto). Per una sicurezza psicologica assicuro i primi 2. Io e gli altri 2 usiamo le corde come corrimano.
In vetta ci prendiamo una piccola pausa.
Salire in 7 persone allo Stambecco implica tempistiche abbastanza lunghe, durante le manovre a turni ci si può concedere del tempo per mangiare, fare foto e riposare.
Per la discesa ci caliamo tutti in doppia.
Vista dalla sosta

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Spettacolare Grauhorn (e Punta Isabel a destra)

Per la discesa procediamo con molta cautela nel ripido scivolo. Purtroppo ci tiriamo addosso molto materiale, fortunatamente senza farci male.
Raggiunto il Pianoro della Meditazione ragioniamo: se scendessimo dalla Valle Casletto dovremmo ritornare verso nord ma lo faremmo lungo la facile strada della Val Carassina. Invece se scendessimo dalla Valle di Fornee torneremmo a nord lungo il pendio di blocchi.
La scelta è di scendere dalla Valle di Casletto: la sconsiglio. Meglio la Fornee.
I primi 200 metri sono molto ripidi e franosi. Poi intercettiamo la via Crio ma presto questa ci lascia per andare verso la Capanna Adula UTOE. Teniamo il centro della valle lungo una dorsale molto ripida. Poi ci spostiamo a destra finalmente su pendii erbosi. Perdiamo ulteriore quota fino ad un salto. Sarebbe superabile in disarrampicata ma lo scoprirò soltanto osservandolo più tardi da sotto. Lo aggiriamo da destra immettendoci in una stretta valle piena di vegetazione fitta. Con un'abile ravanata maestra ritorniamo sulla dorsale. Ora mancano 150 metri. I migliori della Casletto: su piante di mirtilli .
Ma non è finita: ci sono 5 km di Carassina. Presso l'Alpe Bolla ci fermiamo a comprare il formaggio.
Sarah ci attende lì in zona e con lei chiudiamo il tour. Le birre stavolta le ho posizionate in un ruscello.
Grande stambeccata!
Dal pianoro della Meditazione Fredy studia un modo per scendere nella Casletto

Sezione centrale della Valle Casletto

Video (storie)
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