Punta Tre Vescovi.

Oggi torniamo in Piemonte ed esattamente nella zona di Biella, dove risaliamo in auto tutta la Valle del Cervo per arrivare a Piedicavallo.
Partiti di buon’ora, seguiamo il sentiero E60 (rimane sul fondo della valle dove scorre il Torrente Mologna, che confluisce nel Cervo) che, con pendenza moderata entra in un bosco di latifoglie, attraversando un paio di piccoli nuclei di baite.
Il sentiero, sempre largo e ben marcato, dopo essere uscito su spazi aperti, si mantiene sempre al centro della lunga vallata e verso la fine aumenta la pendenza per arrivare al Rifugio Rivetti, posto a 2150 m di quota.
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino alle spalle del rifugio per giungere in poco tempo al valico della Mologna Grande (m 2354), da cui si può scendere in Val d’Aosta percorrendo il GTA.
Dal colle giriamo a destra seguendo il sentierino che si snoda lungo la cresta, che è da affrontare con la giusta concentrazione perché presenta qualche tratto esposto (comunque oggi le condizioni del terreno erano ottime), e che in meno di un’ora ci porta sulla panoramica cima.
L’arrivo delle nuvole di condensazione, molto frequenti in queste vallate biellesi, ci consiglia di non perdere troppo tempo
e quindi, dopo le foto e le osservazioni di rito, iniziamo la discesa per ritornare prima al Colle della Mologna Grande e poi al rifugio.
Arriviamo al rifugio che manca una mezz’oretta a mezzogiorno, ma decidiamo di aspettare per mangiare lì, cosa che si rivelerà un’ottima scelta, perché ci troveremo veramente bene e poi nel rifugio non c’è molta gente e quindi ci godiamo con la giusta calma questo bel momento.
All’interno del rifugio passiamo circa 2 ore (quasi non ce ne siamo accorti) e poi iniziamo la via del ritorno, accolti da nuvole grigie che non ci fanno vedere granché, anzi durante la discesa inizia a piovigginare facendoci aprire l’ombrello.
Tornati a valle, andiamo a trovare l’amico Paolo che ci stava aspettando con ansia e che, con altre persone, si trova in una comunità di Piedicavallo.
E’ stata una bella uscita dal giusto impegno (1530 m dislivello per 6,5 ore circa di cammino) in  una giornata «bifronte» ovvero con tempo molto bello al mattino e nuvoloso/nebbioso il pomeriggio, ma ce la siamo goduta con la giusta calma, compresa la bella sosta al rifugio.
Lungo il cammino abbiamo avvistato alcune marmotte ma nessun ungulato, mentre abbiamo incontrato in maniera separata una ventina di persone, alcune delle quali si erano fermate al rifugio per dormire, per proseguire verso altre tappe.