Pizzo Centrale (3000m) e...basta

A volte un figlio tenta di seguirti in montagna, si impegna con te nella ricerca della via migliore per la vetta, ce la mette tutta per conquistarla....quello è un bel giorno.

h 22.30
< Ciao Pa come va?
< Non male direi, domani sono in montagna, tu cosa fai?
< Posso venire con te?
< Uh...ho appena preparato zaino e tutto ma....certo che puoi venire con me

Video (storie)
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Uno degli ultimi 3000 ticinesi che mi rimanevano da fare, il Centrale ha la caratteristica di aver perso quota negli ultimi anni e di risultare alto, come molti sanno, 2999.3 metri. Un 3000 da considerarsi tale solo in propria presenza.
Per me prima uscita nella zona del Gottardo. Avevo in mente un bel concatenamento di vette dopo aver studiato alcune varianti consultandomi con spino di cui ho letto una bella relazione.
L'improvvisa aggiunta di mio figlio all'ultimo minuto mi ha imposto di svolgere un'escursione semplice e bella al Centrale e basta, adatta ad uno studente ventenne fermo da tanto tempo e dedito ad una vita tipicamente urbana. Liam, non privo di esperienza, mi accompagnò già al Tencia e al Basodino qualche anno fa. I 3000 lo affascinano e la motivazione, quando gli parte l'embolo di puntare ad una vetta, lo rende non molto dissimile da suo padre. 
Il Centrale offre una prospettiva unica sui principali massicci ticinesi che non ritrovi da nessun'altra parte. Basodino, Rotondo, Tencia, Adula e Scopì, sono cime che da qui si vedono bene e in modo diverso dal solito. 
L'accesso alla montagna è facilitato dal Passo del San Gottardo. Ci si trova già alti. Ho ritenuto ideale per mio figlio un itinerario di questo tipo, grazie ai dislivelli contenuti abbinati al fascino della quota e dell'ambiente di tutto rispetto che contraddistingue il cuore centrale delle Alpi Lepontine. 

Una pausa pranzo un po' diversa dal solito - Pizzo Centrale 2999.3 m



Descrizione salita

Dal Passo del San Gottardo saliamo a piedi al Lago della Sella. Questo si trova ad est rispetto al passo ed è un lago artificiale che raccoglie le acque della Val Prevat e quelle provenienti dal bacino orografico meridionale del Centrale. 
La strada asfaltata sarebbe percorribile in auto ma è vietato. 
Per noi è un buon riscaldamento in previsione della salita. Dopo 3 chilometri, presso il Lago seguiamo una strada sterrata sul lato sinistro del lago fino ad imboccare il sentiero. Questo, un T4 segnato in bianco-blu, conduce al Gloggentürmli, una sella che collega Uri e Ticino lungo il crinale che si dirama ad ovest della nostra meta.
 

Sulla sinistra Prosette, il risalto da superare e poi il Tritthorn


Dobbiamo seguirlo fino a Prosette ma sbagliamo già prima seguendo il più evidente bianco-rosso che passa dalla Cascina della Prosa, più ad ovest. Questo errore ci porta ad allontanarci dalla meta.
Correggiamo il tiro poco prima della cascina eseguendo qualche taglio sui pendii erbosi. Poi, seguendo il sentiero (non sempre individuabile), ritorniamo ad est mantenendoci più o meno sulla stessa quota di Prosette.
A Prosette valutiamo varie possibili opzioni tra cui quella di salire dal Gloggentürmli (via percorsa e suggerita da Gabriele Drappa in estate). C'è una grande roccia che mi attira. Ma non ho studiato nulla sull'itinerario urano in neve pertanto lascio perdere. Dietro potrebbe essere ripido, oppure la cresta, per quel che no so, potrebbe avere passaggi difficili.
Liam vorrebbe risalire un canalone davanti a noi. Gli spiego che l'improvvisazione è rischiosa: non sai cosa ti aspetta dopo. Cerchiamo la traccia ma è nascosta dalla neve. Inoltre a Prosette c'è da attraversare un torrente impetuoso, al momento ancora coperto dalla neve, ma che presto cederà. 
Risaliamo  un ripido nevaio, siamo ramponati e sfruttiamo anche la piccozza. Quindi oltrepassiamo il grande wall che ci separa dal piano superiore: si tratta di un salto roccioso accessibile tramite un sentierino esposto (che individuiamo solo una volta che ci troviamo vicini al passaggio). Dalla quota 2450 m si passa a 2550 m metri. Il sentierino si inerpica sulla parete fra le rocce.
Sopra si procede su un ampio traverso panoramico, nel primo tratto ci sono molti affioramenti rocciosi che rendono la neve sfondosa, più avanti invece la neve è omogenea e portante. 
Un gendarme alla base sud del Tritthorn ci indica dove puntare. 
La pendenza cresce un poco (mai superiore ai 35 gradi) poco prima del gendarme, quotato 2760 m.
Mantenendo i ramponi ai piedi raggiungiamo il gendarme e proseguiamo: il Centrale finalmente è a vista. Possiamo abbassarci e seguire il nevaio in traverso fino a puntare alla bocchetta. Ma noi, temendo di sprofondare nella neve, manteniamo la quota, ci alziamo leggermente e seguiamo una linea erbosa sul fianco meridionale della cresta nordest del Tritthorn. Presto dobbiamo usare le mani e arrampicare qualche passaggio semplice (I) ma un po' esposto su terreno erboso e roccioso. Infine risaliamo la ripida cupola nevosa che ricopre la cresta e procediamo lungo la stessa, aggirando qualche spuntone fino a pervenire alla bocchetta.

Guspisattel 2888 m (bocchetta alla base del Centrale) - vista verso il Tritthorn



Per risalire la cresta finale del Centrale togliamo i ramponi. C'è una traccia e si sale facilmente aiutandosi qua e là con le mani. Si sbuca a pochi metri dalla cima che si raggiunge seguendo la cresta sommitale. Sul lato urano occorre prestare attenzione in quanto il versante è precipite. 
Alle 11.59 siamo in vetta!

Descrizione discesa

Dopo una bella pausa con temperature gradevoli e ampio panorama discendiamo la medesima cresta fino alla bocchetta. Per la discesa manteniamo la stessa via di salita (benchè la variante sul versante urano a vista ci sembri fattibile preferiamo rimanere sul conosciuto) ma effettuiamo un paio di variazioni. 
Anzichè ritornare alti sotto la cresta del Tritthorn, scendiamo sul nevaio (portante) e lo attraversiamo in diagonale, aggiriamo a valle alcune placconate perdendo una trentina di metri rispetto al punto con il grande gendarme. 
Da questo punto indossiamo le ciaspole fino alla quota 2550 dove le togliamo per scendere mediante il sentierino dal grande salto sopra Prosette. Quindi, nuovo cambio assetto, indossiamo ramponi e discendiamo il ripido nevaio. Per evitare di attraversare il fiume seguiamo i pendii erbosi a valle direttamente fino alla strada che costeggia il lago. Talvolta ci sono tratti ripidi ma si scende piuttosto agevolmente. 
Dalla strada fino al Passo del Gottardo è una bella camminata di defaticamento. 


Il Pizzo Centrale e la Guspisattel visti salendo da sud-ovest