Rifugio Bosio e un po' di alpeggi in Val Torreggio


Publiziert von cai56 , 24. April 2023 um 19:10. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:19 April 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 5:45
Aufstieg: 1206 m
Abstieg: 1180 m
Strecke:Parzialmente circolare 16,06 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla seconda rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione Valmalenco. Proseguire fino al tornante prima del ponte sul Mallero, svoltando a sinistra verso Torre di S.Maria; deviare in direzione di Ciappanico e proseguire fin quasi al termine della strada (numerosi tornanti), dove si volge a sinistra raggiungendo un parcheggio proprio di fronte alla frana.

Ci troviamo sul percorso iniziale dell'Alta Via della Valmalenco, un misto fra le prime due tappe, quelle che spesso vengono un po' messe da parte a favore dei tratti più spettacolari in avvicinamento al Disgrazia, al Bernina ed allo Scalino. E invece è un errore non frequentare (cosa che mi ha visto finora colpevole in prima persona) questo accesso e le sue varianti: si perderebbero alpeggi meravigliosi e le ultime - in definitiva estinzione - testimonianze della tradizionale primitiva attività mineraria della zona. Per contro, non si possono ignorare le numerose piste di cantiere (peraltro abbandonate) costruite nel tentativo - vano - di effettuare lavori di stabilizzazione della frana del Torreggio e il proliferare di piste forestali (queste ben attive) aperte in vista della trasformazione - già piuttosto avanzata - delle baite in seconde case di vacanza. 
Il progetto dell'escursione preparato a casa (visita delle miniere di talco dell'Alpe Mastabbia e discesa attraverso l'Alpe Palù ed i Piasci) si è scontrato sul terreno con un recente deposito nevoso - circa 40/50 cm - di nessuna consistenza calpestabile e conseguente faticosa percorribilità: ripiegamento quindi sulle vituperate piste...


Dal piazzaletto sterrato di parcheggio si torna per poche decine di metri sulla strada di accesso per svoltare a sinistra al primo bivio: si accede in questo modo all'antica mulattiera che sale a Ciappanico Vecchia, un agglomerato di baite quasi tutte abbandonate e comunque non abitate; il villaggio era già in fase di decadenza quando i movimenti franosi (anche qui secolari, come a Spriana) attraverso gli instabili accumuli morenici del versante a valle del tratto di monte compreso fra i Piasci e Prà Fedugno si sono riattivati in occasione dell'alluvione del 1987: la Ciappanico "moderna" si sviluppa da allora in località Dosso attorno ai numerosi tornanti che salgono dalla provinciale ai piedi della Rocca Castellaccio. La mulattiera risale la valle attraverso terrazzamenti riconquistati dal bosco passando accanto ai piccoli maggenghi di Masoni, Braccia e Masoni Corlatti, poi gradualmente con alterni tratti pianeggianti e ripide serie di tornanti si porta a raggiungere l'ampia prateria dell'Alpe Son. Si tratta di due gruppi di baite, talune ancora adibite ad una residua attività agricolo-pastorale, che si trovano in una stupenda posizione panoramica sulla bassa Valmalenco e proprio qui troviamo il bivio dove si distacca il proseguimento del tracciato della prima tappa dell'alta via. Il sentiero diretto per il rifugio attraversa i pascoli in salita dirigendosi al margine del bosco dove confluisce in una pista erbosa proveniente da destra: dopo un tratto in semipiano inizia un lungo tratto praticamente rettilineo dove la presenza di gradini non sembrerebbe fuori luogo (onestamente non capisco l'utilità di aprire una simile pista dove solo un mezzo dotato di cingoli può progredire...). La salita, con un graduale attenuarsi, termina nella radura dell'Alpe Acquabianca, dove solo una baita rimane abitabile a scopo ricreativo; da qui il sentiero (unico tratto qua e là poco riconoscibile sul terreno e con scarsissima segnaletica) sale nella foresta lungo una vaga valletta fino a raggiungere la ben marcata pista Primolo-Lago di Chiesa-Airale. La si segue in discesa verso destra fino ad individuare - indicazioni - il sentiero che si stacca verso sinistra in direzione dell'Alpe Mastabbia: dapprima si attraversa un'area boschiva per poi passare a margine di una radura con baita; poco oltre si rientra fra gli abeti a raggiungere i pascoli bassi di Mastabbia. Qui, uscendo dal sentiero indicato dai bolli per evitare una valletta ancora fortemente innevata, saliamo diritto sui pascoli mirando ad una baita periferica dell'alpeggio; l'Alpe Mastabbia, raggiunta da una pista proveniente dall'Alpe Airale, risulta in corso di avanzato rimodernamento, con anche costruzioni di un qualche pregio tecnico costruttivo, peraltro ancora in ambito di cantiere con fango e macerie varie. Come detto nell'introduzione, il tentativo di raggiungere le cave di talco (che un cartello dell'Alta Via indica ad un comunque ottimistico 10 minuti) naufraga sulla verticale del Lago di Chiesa in uno strato di neve troppo faticosamente praticabile. Proseguiamo quindi sulla sterrata in direzione dell'Alpe Airale, prevalentemente pianeggiante, fino a raggiungerne il vasto e paludoso ripiano; il sentiero, fra neve, fango e ruscelli si perde un po', ma la direzione risulta intuitiva essendo già visibile la caratteristica sagoma del rifugio sul rilievo al centro della valle. Fortunatamente l'area sassosa di massi multicolori (serpentino: dal blu-verde al rosso-arancione a seconda dell'ossidazione) precipitati dai Corni di Airale è libera dalla neve e si può raggiungere il ponte sul Torreggio - uno dei luoghi più bucolici della Valmalenco - senza troppa fatica; la piccola piana alluvionale che separa dal Rifugio Bosio ne è però ricoperta e talora si arriva a sprofondare fastidiosamente con tutta la gamba. Dopo l'opportuna sosta, con già qualche dubbio, proviamo a scendere sul bel sentiero per l'Alpe Palù e i Piasci (da cui si rientra facilmente a Son): non arriviamo nemmeno alla passerella che consente di cambiare versante e siamo di nuovo bloccati da neve alta e bagnata. Niente da fare e torniamo all'Alpe Airale, da cui seguiamo la pista per Primolo fino al bivio - via di salita - per l'Acquabianca; poi stessa strada dell'andata fino all'Alpe Son, presso cui deviamo sull'Alta Via scendendo al ponte sul Torreggio. Non attraversiamo e - tratto bruttissimo - scendiamo a fianco del torrente lungo una pista di cantiere totalmente dismessa e a tratti danneggiata dalle piene; nei pressi di un eliporto confluiamo in uno sterrato che, scorrendo a valle della mulattiera di Ciappanico Vecchia, torna direttamente al parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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