Sasso Bianco (2490 m)


Publiziert von Sky , 2. Juni 2020 um 17:32.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:24 Mai 2020
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

Da oggi posso tornare alla mia montagna. La Lombardia sarà per un po’ il mio orizzonte di esplorazione, e la cosa mi dà lo spunto per andare a scoprire regioni che conosco poco.

Come prima meta, scelgo la Valmalenco. Lì passai le mie ferie estive da quando avevo 6 mesi a 4 anni, ma di quei luoghi, ovviamente, non ho alcun ricordo. Volentieri quindi ci ritorno. Scelgo una meta tranquilla, da poter fare senza alcun rischio sia che ci sia neve sia che non ci sia. Sì, perché se già negli ultimi inverni non sempre avevo il “polso” della neve (non vado più in giro tutti i weekend come una volta!), con questa storia del lockdown le cose sono diventate ancora più complicate!

La mia meta è il Sasso Bianco, un 2490. Mi aspetto di trovare neve, ma non necessariamente. Per non sbagliare, porto le mie ciaspole, che pesano poco su uno zaino che è sempre comunque strapieno.

Parto dalla strada che porta a Primolo e seguo le indicazioni per il Rifugio Bosio, da cui dovrò passare, prima di dirigermi verso il Sasso Bianco. E la Bosio fu uno dei rifugi in cui mio papà andò, proprio quando io ero un bambino. Taglio un po’ di volte la strada. Mi guardo attorno. Di neve non sembra di vedersene granché, ma sono comunque contento di avere portato le ciaspole con me, che “non si sa mai”.

Poco dopo superata l’Alpe Lago, che occupa una scenografica spianata, il sentiero diventa una strada sterrata e costeggia una profondissima vallata. La mia meta è esattamente dall’altra parte, ma mi tocca arrivare fino al rifugio ed oltre per poter tornare indietro ed incominciare a salire. Davanti a me ho il gruppo del Disgrazia a chiudere la vallata. Una volta al rifugio non riesco a capire dov’è il sentiero che prosegue verso la Colma di Zana (dovrebbe essere segnato bene, perché è un tratto della Via Alta della Valmalenco), ma pazienza, in un qualche modo arrivo al Pian delle Pecore e di lì incomincio finalmente a salire verso la mia meta, che, finora, resta ben nascosta. Salendo, incomincio ad incontrare la neve. Niente di tremendo, ma visto che ho le ciaspole con me, le uso. Piuttosto, continuo a non capire bene dove andare. Il GPS mi segna che sono vicino al Monte Caldenno. 250 metri in linea d’aria, ad un certo punto, ed un centinaio di metri di dislivello. Eppure davanti a me ho un enorme massiccio. Non capisco, mi viene addirittura il sospetto che non sia quello, però poi mi convinco che è proprio lui! La cresta è al di fuori della mia portata, perlomeno senza averlo studiato, e così, senza rammarico, mi dirigo verso la mia meta originale, che ora è diventata più lontana, visto che avevo (un po’ involontariamente, virato verso SW invece che SE. La cresta è facile, c’è solo un passaggio con qualche blocco da disarrampicare. Dopo di quello non mi resta che raggiungere il larghissimo colle e, semplicemente, arrivare in vetta. Il panorama è grandioso, sulla Valmalenco, dalla complessa geografia, e sulle Orobie Valtellinesi.

In discesa decido di approfittarne per fare un giro più lungo e passare dall’Alpe Giumellino. Le gambe però sono molli, faccio fatica, ma è fisiologico, dopo due mesi passati non solo a non andare in montagna, ma anche a non uscire mai di casa!

E così rieccomi alla montagna! Ora, incomincia il divertimento.


Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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