Anello attorno ai Corni Bruciati


Publiziert von cai56 , 13. Oktober 2016 um 21:41. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 7 Oktober 2016
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1975 m
Abstieg: 1981 m
Strecke:Circolare 23,60 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano ad Ardenno lungo le statali 36 e 38; subito dopo il ponte sul torrente Masino svoltare a sinistra e risalire la Valmasino fino a Filorera. Presso il Centro Polifunzionale della Montagna imboccare la strada a pedaggio per Predarossa (5 euro) e seguirla fino al grandissimo piazzale di parcheggio al suo termine.

Escursione grandiosa. Certamente non si raggiunge alcuna vetta, ma, attraversando i tre passi, si costeggia continuamente il gruppo montuoso dei Corni Bruciati, satellite del Monte Disgrazia. L'ambiente è indiscutibilmente spettacolare per i panorami, ma anche per gli incredibili colori delle rocce: le serpentiniti di queste cime si caratterizzano per i mutamenti nel tempo dovuti alle ossidazioni superficiali, passando dal grigio ferro al rosso ruggine, con abbondante presenza di fessure di talco candido. Non passa inosservata la bucolica piana dell'Alpe Airale, dove si colloca il Rifugio Bosio circondato dalle anse del torrente, larici e isolati massi rocciosi.


NOTA 1: nella traccia GPS è presente un errore di percorso che ha implicato la perdita di 1 ora di tempo, 3 km andata-ritorno e 300 metri D+ e D-. Al Rifugio Bosio si incontra una palina con indicato il Passo Caldenno a 1 ora e il Passo Scermendone a 1 ora e 50 minuti: penultimo segnale e con tempi riferiti ad escursionisti veloci. Proseguendo sul sentiero doppiamente marcato con i triangoli gialli dell'Alta Via della Valmalenco e le bandierine CAI si raggiunge il Pian della Pecora: una seconda e ultima palina indirizza sinistra per l'AV e a destra per il P.Caldenno (quest'ultimo anche con scritta su di un masso). Proseguendo a destra si reincontrano le due bollature: noi abbiamo pensato che ad un certo punto gli itinerari si sarebbero divisi: sinistra AV, destra P.Caldenno; ma non è così. Giunti palesemente in vista della Colma di Zana, si trova una indicazione per il Monte Caldenno: ci troviamo troppo a  sudest. Tornati al Pian della Pecora, si individua a fatica un bollo color bordeaux: proseguendo nel pascolo (senza traccia a terra), si trova un bollo rosso, poi finalmente l'erba si dirada e nel pietrame compaiono segni di passaggio: qua e là anche qualche antica e scrostata pennellata di vernice bianca.   Analoga situazione di marcatura molto scadente si verifica nella discesa della Val Scermendone: qui non abbiamo avuto problemi, ma solo per precedente abbondante conoscenza dei luoghi.

NOTA 2: su alcune guide escursionistiche cartacee e sul web si trova un'indicazione di circumnavigazione dei Corni molto più prossima alle pareti di questa descritta. Si distaccherebbe dal percorso di discesa verso il Rifugio Bosio poche decine di metri sotto il Passo di Corna Rossa (indicata e segnalata) per inoltrarsi in lieve discesa attraverso ripide pietraie fin poco sotto il Passo Caldenno. Noi (e altri) non abbiamo trovato nulla di visibile, ma certamente un passaggio esisteva: a circa cinquanta metri dal Passo Caldenno una vecchia scritta di vernice bianca indica la direzione per il Rifugio Desio; è possibile che qualche esperto dei luoghi sappia dove dirigersi, ma - fatto concreto - la zona del presumibile passaggio è battuta da scariche di sassi.


Dal parcheggio di Predarossa si segue il solito sentiero per il Rifugio Ponti; la recente passerella di legno gettata sul lato sinistro della Piana di Predarossa (SIC - sito di importanza comunitaria per la peculiare flora dei terreni umidi d'alta quota) evita il perpetuarsi del danneggiamento da calpestio del fragile ecosistema. Al termine del ripiano, una breve salita in un rado lariceto fra blocchi di levigato serpentino conduce al più piccolo secondo Piano di Predarossa: si lasciano a sinistra i sentieri per il Passo Romilla e la prosecuzione tradizionale per il Rifugio Ponti. Si prosegue diritto su traccia erbosa seguendo gli appositi ometti di pietre: arrivati ad un piccolissimo terzo Piano di Predarossa, si imbocca una buona traccia che rimonta la morena terminale del Ghiacciaio di Predarossa; la salita è intensa ma diretta, in breve ci si trova a percorrere il sottile filo della morena laterale fino all'altezza del rifugio. Qui si incontra un trivio: a sinistra si va alla Ponti, al centro si prosegue per l'ascensione al M.Disgrazia, a destra si scende alla base del ghiacciaio: questa è la nostra direzione. Scritte e bandierine di vernice b/r e molti ometti indirizzano nell'attraversamento della valle e nel guado del torrente glaciale; sull'altro versante - subito ripido - si seguono le frequenti indicazioni per districarsi nell'ammasso franoso di blocchi, sotto l'incombere delle pareti dei Corni Bruciati. Facendo attenzione a non smuovere sassi innescando pericolosi movimenti di pietrame, si sale fino alla base delle rocce compatte (la placca di ghiaccio residua che si incontra non dà problemi di sorta nella risalita), dove si incontra un paio di tratti attrezzati con catene. In poche decine di metri si raggiunge l'apertura del Passo di Corna Rossa: sulla sinistra si localizza l'edificio abbandonato e pericolante dell'ex-Rifugio Desio, altrove solo rocce rosse affilate. La discesa verso il lontano Rifugio Bosio (tralasciando subito a sinistra il sentiero per i Laghi Cassandra), per diverse centinaia di metri di dislivello, è priva di traccia: occorre seguire i segnali che indicano i passaggi migliori saltando da un masso all'altro; occasionalmente si intercalano lunghe e ruvidissime piode monolitiche. All'altezza della prima vegetazione va accentuandosi una traccia di sentiero tra larici e rododendri; il percorso è sempre più piano a fianco del lento torrente: dove questo si allarga in anse e laghetti, si attraversa un ponticello e si raggiunge il rifugio. Sulla destra si intercettano le scritte gialle dell'Alta Via della Valmalenco e si seguono in salita: raggiunto il Pian della Pecora (vedi NOTA 1) si prosegue senza traccia fino alla fine del pascolo, dove compare un sentierino sassoso che conduce fino al Passo Caldenno. Il Passo Scermendone è già visibile sull'altro versante della Valle Caldenno (o Valle di Postalesio, dal nome del comune al suo imbocco), quasi alla stessa quota, ma per raggiungerlo è necessario scendere con lunghi traversi fino alla base dell'anfiteatro: da qui ci si può rendere conto di quanto sia ripida la risalita (il "muro" dello Scermendone, dove spesso camminando si può toccare il pendio con le mani). Al passo un grande ometto di pietre introduce allo spettacolo del panorama sulla Valtellina fino al Lago di Como e ai Monti dell'Alto Lario. La discesa in Val Scermendone (o Val Terzana) non è affatto impegnativa, ma dà problemi di orientamento (NOTA 1 al termine) per la gran quantità di tracce di animali al pascolo fino al piccolo Lago Scermendone; poi è indispensabile individuare i pochi segni di vernice per scendere ai ruderi di una baita ai margini di un ripiano paludoso [in linea di massima ci si mantiene sempre sulla destra del torrente, facendo attenzione, in un paio di punti, ad allontanarsene per non finire nella sua ripida forra]. Una breve discesa conduce ad un secondo ripiano, dove la valle si divide in due: il ramo di sinistra non è molto visibile ed è percorso da un buon sentiero, ma ci porterebbe lontano. Stando sempre a destra si nota la confluenza di un ponticello e si prosegue lungo un sentiero evidente, ma scomodo e sconnesso. Si contorna fra i pini mughi l'ultima propaggine dei Corni Bruciati, il Sasso Arso (o Dosso Sassarso): la discesa è continua, a tratti ripida fra i gradoni di serpentino; l'ingresso in una valletta fittamente boscosa, in ripida ma brevissima salita, annuncia l'uscita sul livello del parcheggio iniziale. Lungo una staccionata si arriva ai due ponti sul torrente di Predarossa: oltrepassata la presa di una centralina idroelettrica, si è di ritorno al punto di partenza.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (9)


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numbers hat gesagt:
Gesendet am 13. Oktober 2016 um 21:48
Wow.....gran girone!

Mario

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Oktober 2016 um 21:52
Partiti tardi e arrivati col buio...

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 13. Oktober 2016 um 23:14
Bellissimo.....

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Oktober 2016 um 09:30
In questa valle, dopo essere saliti sul Disgrazia, è un giro da fare.
Ciao
Marco

Andrea! hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Oktober 2016 um 11:45
Bello, da fare.
A.

danicomo hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Oktober 2016 um 11:50
Sarebbero da fare i Corni ma mi ci ero incaprettato vanamente un paio di anni fa.....
PS: ma se serve a qualcuno, ora so dove si passa....

Andrea! hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Oktober 2016 um 13:02
Allora ci andremo insieme.
A.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 19. Oktober 2016 um 16:05
Hai detto bene: escursione grandiosa. Questo anello attorno ai Corni Bruciati tra pietraie che suggeriscono proprio il termine di terra bruciata e l'impegnativo dislivello....Bravi!
Impressionante la ripresa in cresta (con grandangolo?) che esalta la vertigine.
Ciao a voi

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Oktober 2016 um 16:41
La prospettiva della cresta è certamente un po' accentuata dall'ottica della videocamera, ma in vari tratti il lato destro (quello rivolto verso l'ex ghiacciaio) è quasi verticale, con frequente caduta di sassi nella valle.
E poi un ricordo di circa quarant'anni fa (non fatemici pensare!...): su questa morena era praticamente garantito l'incontro con involi di pernici bianche. Non ce ne sono più: le hanno fucilate tutte.
Ciao Marco


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