Alpe Arcoglio Inferiore da Cagnoletti


Publiziert von cai56 , 9. April 2023 um 20:30. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 6 April 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1368 m
Abstieg: 1363 m
Strecke:Circolare 16,72 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla seconda rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione Valmalenco. Proseguire fino a superare il ponte sul torrente Valdone e svoltare subito a sinistra verso Cagnoletti. Parcheggio presso la chiesa.

Del tutto consci che attorno alla quota di 2000 metri la copertura nevosa è ancora continua e di non buona qualità con sbalzi di consistenza superficiale un po' fastidiosi per camminarci, iniziamo praticamente da fondovalle un anello su sentieri in parte già percorsi molti anni fa - e nel frattempo parecchio degradati - per raggiungere un panoramicissimo e vasto alpeggio che consente di ammirare tutto il gruppo del Bernina. La zona è molto antropizzata, visto che ad una residua attività zootecnica si associa la trasformazione della maggior parte delle baite in case di vacanza e la presenza di strade a pedaggio consente l'arrivo in quota di molti turisti, ma al di fuori dalla prima tappa dell'Alta Via della Valmalenco le altre direttive sono quasi del tutto trascurate: sono state sistemate paline con indicazioni agli incroci principali, ma la bollatura è ormai quasi sparita, come anche l'intero vecchio sentiero fra l'Alpe Canale ed Arcoglio, sostituito da una pista forestale. Lungo tratto dell'escursione coincide con l'Anello della Scala dei Pizzi che, nonostante l'assenza di chiarimenti in loco, nel tratto Pizzi-Cagnoletti è da percorrersi con attenzione per la strettezza e l'esposizione del passaggio.


Proprio nei pressi della chiesa cinquecentesca che sorge su di un dosso morenico si imbocca una rampa acciottolata che sale verso il nucleo più antico di Cagnoletti, le cui abitazioni sono per la gran parte abbandonate o comunque non più abitate stabilmente; proseguendo fra i semi-ruderi si accosta un'area terrazzata (dove un tempo venivano coltivate le più elevate viti della Valmalenco) e si entra nel bosco percorrendo una sorta di valletta secondaria parallela a quella principale del torrente Valdone. Oltrepassati i ruderi di Scervera, sempre salendo nel bosco di castagni si raggiunge e si lascia a sinistra il bivio per il non lontano nucleo di Fiesso; incrementando notevolmente la pendenza, il sentiero cambia direzione e volgendo verso nord si porta alle molte cascine in rovina di Marsciana di Cagnoletti: qui la segnaletica risulta dubbia perchè una palina indica di svoltare a destra, ma la bollatura bianco/rossa insiste nel proseguire diritto fra i ruderi (è possibile che le due tracce poi convergano, ma il disordine dei sentieri vanifica l'indagine). Fin qui abbiamo camminato sul Sentiero dell'Anello dei Pizzi percorrendolo in senso orario, opposto al consigliato, ma ora lo abbandoniamo in direzione di Marsciana (destra), per proseguire verso Prada. Inizialmente si sale qualche gradino sconnesso fra ruderi semi-crollati, poi si continua a salire nel bosco che qui appare un poco più rado, ma con qualche difficoltà nell'aggirare gruppi di piante sradicate (probabilmente dalla tempesta del 2018, ma che nel frattempo hanno reso di fatto il sentiero abbandonato). Le poche cascine di Prada sono disperse e mimetizzate fra gli alberi a valle del sentiero, e, superatele, si raggiunge in pochi passi la traccia traversa che partendo dalla Forcola di Triangia raggiunge l'Alpe Canale: avevamo percorso questa via nel 2009 trovandola ancora ben percorribile, ma già un poco dimenticata; ora naturalmente la situazione non è migliorata e lunghi tratti - benchè gradinati e lastricati - sono del tutto inerbati o coperti da detriti vegetali. La traccia è principalmente pianeggiante fino alla svolta coincidente con l'inizio della cresta est del Monte Canale, poi entra in una zona di grossi abeti e blocchi di roccia che si conclude solo alla misera radura dei Prati Fontani: il toponimo ricorda che qui si manifestavano alcune sorgenti, ma ora senza manutenzione i prati sono solo paludosi. Oggi, contrariamente all'escursione precedente, non troviamo acqua, ma l'inizio - siamo sul versante a nord - della copertura nevosa: se da un lato queste condizioni solidificano la brutta frana che si trova appena dopo i ruderi dell'alpeggio, lo scivolo ghiacciato che la copre ci costringe ad un aggiramento dal basso. A testimonianza della pericolosità del traverso - valanga o frana - su di un secolare abete limitrofo troviamo un'antica croce commemorativa di un caduto. La traccia di sentiero - non si vedono segnali - prosegue in un corridoio aperto fra gli ontani e ricoperto di neve crostosa ed infida fino alla base del dosso prativo dell'Alpe Canale: le baite sono molte, alcune abbandonate altre ancora usate per piccolo allevamento. Un tempo (ed una vaga traccia nell'erba lo ricorda) il sentiero proseguiva grossomodo pianeggiante fino ad Arcoglio mantenendosi in quota, ma la recente costruzione di una pista agricola poco più in basso l'ha relegato al disuso. Imboccata quindi la pista - miracolosamente poco distruttiva - la si segue lungamente in saliscendi fino al margine superiore dei Piasci, dove confluisce nella pista principale per gli alpeggi di Arcoglio: ormai la copertura nevosa è quasi continua ad ogni esposizione e, seguendo un po' la strada e un po' il pascolo dove pulito, arriviamo alle prime baite di Arcoglio inferiore: senza sci o racchette è vano continuare. Ritorniamo quindi per breve tratto sulla via appena percorsa, poi imbocchiamo un sentiero di recente apertura che scende direttamente all'ex-Rifugio Cometti ai Piasci, per seguirne quindi la strada di accesso fino al grande parcheggio pubblico. Da qui risaliamo la pista fino al punto in cui, in cima ad un dosso, cambia nettamente direzione: ci si trova in una sorta di spiazzo per lavori forestali, da cui sulla sinistra scende il tratturo per la conca di Prà Fedugno; al margine basso dei prati sorge un nucleo di baite rimodernate da cui scende a picco - recentemente resuscitato dal passaggio della VUT, Valmalenco Ultra Trail - un bellissimo sentiero che, con decine di ravvicinatissimi tornanti conduce fin quasi al fondovalle. Adiacente alla contrada Musci si reincontra la strada, qui asfaltata, Torre di S.Maria-Piasci e la si segue per breve tratto in salita fino alla deviazione sterrata per i Pizzi; si attraversa fra le case e lasciata alle spalle una chiesetta, ci addentra nel bosco ceduo lungo il sentiero per Cagnoletti. Si tratta di un lungo traverso - di nuovo l'Anello della Scala dei Pizzi - che scende costantemente su di un versante molto scosceso con una traccia a volte larga solo pochi centimetri; si passa a fianco dei ruderi di Masun, per raggiungere presto la "Scala", dove il sentiero si avvolge su se stesso in un passaggio roccioso fra gradini scavati nella parete ed una breve chiocciola di scalini appoggiati alla roccia: non ci sono corrimano ed il passaggio in discesa si affaccia parecchio nel vuoto. Da qui la via si addomestica e si porta ad attraversare un'area di frana di enormi blocchi rivestiti di muschi e licheni ("Güzzun"), uno pei punti più suggestivi di tutta l'escursione; poi si scende in un bosco più largo, dove fanno la loro comparsa i limiti di proprietà con numerosi muri a secco. Si lasciano a destra l'indicazione per la Falesia del Valdone (difficoltà 5b - 7b+) e una rinnovata area mineraria per il taglio della pietra (nel 2009 era abbandonata), raggiungendo in pochi minuti le prime case di Cagnoletti: seguendo a destra la carrozzabile si torna alla chiesa.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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