Monte Canale (2522 m)
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Molto spesso le valli più famose sono poco considerate in alcune ramificazioni inferiori ed è il caso di questa gita, scovata all’ultimo in un reportage de “Le Montagne Divertenti”, veri mattatori delle montagne valtellinesi. La Valmalenco non ha infatti certo bisogno di presentazioni e nemmeno Chiesa, il suo centro più simbolico. Ma nei dintorni di Torre Santa Maria si nascondono itinerari meno conosciuti e di grande respiro, che nella stagione invernale acquistano un fascino selvaggio in ambienti dove tutto sembra riposare sotto una placida coltre di neve. Il Monte Canale da Cagnoletti offre questo e anche di più: una scarpinata faticosa e solitaria ad una popolare montagna di erba e rocce che garantisce un vasto panorama fino alla parte superiore del Lago di Como.
La prima parte dell’itinerario si svolge nei boschi della suggestiva Valle del Valdone, sul percorso segnalato dell’anello della Scala dei Pizzi. Raggiunto l’alpeggio di Fiesso, un cartello a circa 1150 m mi indica la direzione da seguire per Marsciana di Cagnoletti, piccolo nucleo di baite dal quale imbocco in direzione NW il sentiero verso Prada, superando in alcuni punti degli alberi caduti. Il tracciato, sempre segnalato, vira a NE (cartello per Alpe Fontane) e, con scorci via via più aperti sul fondovalle valtellinese, conduce sul crestone E del Monte Canale a circa 1650 m di quota. Quasi 1000 m di dislivello mi separano ancora dalla vetta ma calzo le racchette fiducioso e la direzione è sostanzialmente obbligata. In pratica seguo sempre la dorsale tranne in un paio di occasioni: una prima volta sull’innevato versante N ed in seguito su quello S, dove il tratto di cresta si fa orizzontale ed accidentato. L’ultima rampa è molto ripida e parzialmente ghiacciata, tanto che in discesa preferisco affidarmi a picca e ramponi.
Il panorama dalla vetta è vasto, celebrato e nella Guida alla Valtellina edita nel 1873 dal CAI di Sondrio, così descritto: “Il suo panorama supera in bellezza e in estensione, è facile immaginarlo, quello del Rolla. La Disgrazia, col sottoposto ghiacciaio di Cassandra, da qui appare veramente imponente; da qui la Valmalenco si vede tutta e forma il fondo verde d’un quadro grandioso contornato di ghiacciai e di cime superbe”.
Per il ritorno seguo nuovamente la via dell’andata fino ai 1650 m già citati, dopodiché mi abbasso nella medesima direzione nel tentativo di mantenermi sulla traccia bollata che prosegue in discesa alla strada per Pra Curati; gli alberi caduti ed il presunto abbandono del sentiero complicano un po’ le cose ma il tratto è breve e raggiungo senza eccessivi patemi la strada in questione che sale da I Pizzi. Ancora giù fino al tornante sopra le case di Pra Curati, nei pressi delle quali si stacca un sentiero che in breve raggiunge il nucleo panoramico di Marsciana per poi ricollegarsi al bivio con cartello nei pressi di Fiesso.

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