Pian Milan (2185 m) - Skitour
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Dopo tre anni, incoraggiato dalla nevicata di cinque giorni fa, decido di tentare di nuovo la salita al Pian Milan, con partenza da Ossasco. Il nome di questo altopiano non deve trarre in inganno; per raggiungerlo bisogna superare dei tratti con una pendenza molto elevata, fino al 49,5 %, che richiedono parecchie energie, soprattutto in assenza di traccia.
Inizio dell’escursione: ore 7:55
Fine dell’escursione: ore 13:35
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1022 hPa
Temperatura alla partenza: -4,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2400 m
Temperatura al rientro: 12,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.37
Sveglia alle 5:00, partenza da casa alle 6:05, arrivo ad Ossasco alle 7.35 dopo 109,9 km d’auto compresa una sosta caffè di 10 min.
Alle 7:55 posso partire con gli sci ai piedi, direttamente dal parcheggio. La presenza di neve già a 1300 m di quota mi fa ben sperare; purtroppo sarà un’illusione. Nel Bosco di Piei, come spesso mi è capitato, incontro infatti dei tratti completamente privi di neve, oppure placche di ghiaccio, radici e rocce affioranti, pigne, rametti caduti inglobati nel ghiaccio, passaggi molto stretti e incassati, con curve altrettanto strette. Morale della favola, la fatica è assicurata. Sono costretto a togliere e rimettere gli sci più volte, in condizioni di equilibrio instabile, fino al segnavia di Leiunscia (1539 m), dove le condizioni d’innevamento migliorano e il percorso diventa più comodo. Osservo con immutata ammirazione le montagne del versante sinistro della Val Bedretto, illuminate dalla luce diretta del sole già da parecchio tempo. Io arrivo al sole alle 9:15, a 1720 m di quota. A partire dal bivio per l’Alpe Stabiello sono costretto a battere la traccia fino alla meta stabilita. Sulla neve vergine vedo numerose impronte di animali selvatici: lepri, volpi, piccoli roditori, fagiani di monte. Dopo un’ora e cinquanta minuti dalla partenza raggiungo l’Alpe Stabiello (1819 m). Valuto che l’itinerario di salita al Pian Milan, indicato dal Club Alpino Svizzero CAS, sia poco appropriato. Tale tragitto suggerisce, una volta arrivati a Stabiello, di puntare direttamente a sud, sul ripido bosco di larici, dal quale, oltretutto, sono già cadute alcune slavine. Preferisco continuare in direzione sud-ovest, nella grande radura denominata Pianaccio. Poco prima di raggiungere l’Alpe Folcra di Mezzo (1921 m) piego a sinistra, in forte pendenza, in direzione di una sella. Comincia la salita tosta, su fianchi molto ripidi, resi comunque accessibili grazie alla neve polverosa, che permette agli sci di incidere una traccia sufficientemente profonda. Il problema principale, su fianchi così inclinati, sono le inversioni: mi affaticano parecchio, anche perché non è possibile piazzare il classico colpo di tacco. Risalgo il rilievo sul versante nord, puntando negli ultimi 120 m esattamente a sud.
Finalmente, dopo tre ore e quaranta minuti di salita, riesco a raggiungere il cocuzzolo corrispondente al punto più elevato dell’altopiano: Pian Milan (2185 m) geschafft!

Pian Milan (2185 m)
Per la seconda volta lo raggiungo con gli sci e per la seconda volta in ottime condizioni di tempo, in particolare per l’assenza di vento.
Sono le 11:35; c’è un silenzio impressionante e sono circondato da imponenti montagne innevate. Le più sorprendenti sono il Pizzo Sella (2516 m) e Il Madone (2756 m): sembrerebbero delle cime himalayane, simili al Makalu.
Sul versante sinistro della Val Bedretto è il solito tripudio ci cime sfavillanti, dominate dal Pizzo Rotondo.
Arrivano altri due scialpinisti, che si fermano tuttavia ad oltre cento metri di distanza, più ad ovest.
Memore dell’esperienza maturata tre anni fa, per la discesa decido di percorrere il canalone poco a nord dei Laghetti di Cassinello e più in basso i pascoli in direzione dell’Alpe di Folcra. Il toponimo Folcra significa forca e si rifà probabilmente al soprastante valico che collega la Val Cassinello alla Val Torta, chiamato Bassa di Folcra.
Sul terrazzo di Pianaccio, la neve esposta al sole già da alcune ore si è riscaldata parecchio e tende a creare lo zoccolo persino sulle solette degli sci prive di pelli.
A 1540 m di quota supero il ponte sul Riale di Cristallina e decido di scendere a valle sulla stradina che porta a Tre Croci. Purtroppo, anche lungo questa via la sciata è difficoltosa e faticosa a causa di placche di ghiaccio, terriccio, ghiaia, sassi e persino tratti di cemento vivo. Raggiunta la strada del fondovalle, per tornare ad Ossasco devo percorrere circa 800 m con gli sci in spalla. Con mio grande disappunto noto che nei prati ai margini della strada, ad ogni passo c’è almeno un mozzicone di sigaretta. Coloro che li buttano nell’ambiente non si rendono conto che i mozziconi nello stomaco di pecore, mucche e altri animali che si cibano di fieno, possono provocare danni devastanti? In alcuni casi provocano persino l'aborto.
Si stima che ogni giorno in Svizzera vengono abbandonati 32 metri cubi di mozziconi, ciò che corrisponde in un anno a 11'680 metri cubi.
L’escursione si conclude al parcheggio di Ossasco cinque ore e quaranta minuti dopo la partenza.
Per la prima volta in questa stagione ho organizzato un’escursione con gli sci sul versante destro della Val Bedretto. Malgrado la nevicata di cinque giorni fa, al di sotto dei 1550 m di quota le gite sulla neve sono ormai da escludere.
Tempo totale: 5 h 40 min
Tempo di salita: 3 h 40 min
Tempi parziali
Ossasco (1313 m) – Alpe Stabbiello (1819 m): 1 h 50 min
Alpe Stabbiello (1819 m) – Pian Milan (2185 m): 1 h 50 min
Pian Milan (2185 m) – Ossasco (1313 m): 1 h 25 min
Dislivello in salita: 885 m
Sviluppo complessivo: 12,2 km
Difficoltà: AD-
Coordinate Pian Milan: 683'713 / 149'785
SLF: 3-/3 (marcato)
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Libro di vetta: no.

Kommentare (4)