Monte Legnoncino (m 1711) da Loco Tocco.


Publiziert von Alberto C. , 2. März 2023 um 23:13.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:16 Oktober 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:15
Aufstieg: 840 m
Abstieg: 840 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Arrivando da Milano/Lecco percorrendo la SS36, si esce a Dervio e alla rotatoria al temine della lunga rampa di uscita si imbocca il terzo ramo (SP67) in direzione della Val Varrone. Superato Vestreno, si svolta a sinistra per Sueglio, raggiunto il quale si prosegue fino a Loco Tocco seguendo le indicazioni per Artesso. Possibilità di parcheggio lungo la strada.

     Il Monte Legnoncino (m 1711 slm) è una cima secondaria del gruppo del Monte Legnone: ultima propaggine occidentale della catena delle Alpi Orobie, che domina l’Alto Lario. La sua vetta costituisce uno dei punti più panoramici della sponda orientale del Lario, con un grandioso panorama che spazia dal dirimpettaio Monte Legnone, al gruppo delle Grigne, ai monti della Valtellina e della Svizzera. E questo spettacolo è praticamente alla portata di tutti; essendo la vetta raggiungibile con meno di trecento metri di dislivelli, in meno d’un’ora, partendo da Roccoli Lorla: località raggiungibile in auto dalla Val Varrone, da dove parte una strada militare che termina poco sotto la vetta.     
     Ma noi, scarpinatori indefessi, non ci accontentiamo di una così breve escursione. Con la scusa di ammirare quel che resta della Linea Cadorna, abbiamo allungato un “pochino” l’escursione partendo da Loco Tocco: una frazione a monte di Sueglio. Escursione altrettanto facile, ma più impegnativa in termine di impegno fisico per il maggiore dislivello e sviluppo chilometrico. 
 
      Prima di iniziare la descrizione dell’escursione, per chi non la conoscesse, fornisco qualche cenno storico sulla “Linea Cadorna”.
       La Linea Cadorna tra costituiva il sistema difensivo italiano lungo la frontiera con la Svizzera; fu progettata alla fine dell’800 come “sistema difensivo italiano alla frontiera nord verso la Svizzera”, ma realizzata, con le necessarie modifiche per adeguarla alle sopravvenute contingenze, solo nel corso del primo conflitto mondiale (1915/1918) su iniziativa del generale Luigi Cadorna, al cui nome, appunto, è rimasta legata l’opera.
     Si trattava di un sistema fortificato di notevole sviluppo: dalla Valle d’Aosta (Colle del Gran San Bernardo) fino alle Alpi Orobie (passo dell’Aprica), con l’intento di proteggere la Pianura Padana, coi suoi importanti centri poli produttivi di Torino, Milano, Brescia, … da eventuali invasioni da nord. Ma vediamo quali sono i sono i suoi numeri: 72 chilometri di trincee; 88 postazioni di artiglieria, dei quali 11 in caverna; 25.000 metri quadrati di baraccamenti; 296 chilometri di strade camionabili; 398 chilometri di mulattiere; costò 104 milioni di lire e per la sua realizzazione furono impiegati 20.000 operai.
    Le aree presidiate dalla “Linea Cadorna” non furono interessate da eventi bellici; anzi, la guerra si combatteva piuttosto lontano: la linea del fronte passava dallo Stelvio e coinvolgeva i gruppi dell’Ortles, del Cevedale e dell’Adamello. L’unico episodio che la interessò fu una battaglia fra partigiani e truppe nazifasciste, che si svolse nel novembre 1943 in Valcuvia.
     Col trascorrere del tempo la “linea Cadorna” cadde nell’oblio e gran parte delle opere andarono in rovina; fatta eccezione per le strade carrozzabili che, in alcuni settori (come in Val Varrone) sono andate a costituire la rete stradale ancora in uso.
     Negli ultimi decenni, su iniziativa di gruppi di appassionati e di enti locali, sono stati avviati progetti per il recupero e valorizzazione dell’intera linea, che oggi è diventata una meta turistica.  
 
    La “Linea Cadorna” era divisa in sei Settori: Valle d’Aosta, Sempione-Toce, Verbano-Ceresio, Ceresio-Lario, San Lucio-San Iorio, Mera-Adda. Questa escursione si svolge nel settore Mera-Adda e, più precisamente, nel sottosettore Bellano-Dervio, dove il Monte Legnoncino rivestiva fondamentale importanza per la sua posizione dominante dell’alto Lario e dell’imbocco della Val Chiavenna e della Valtellina. Sotto la cima del Monte Legnoncino fu scavata una galleria con due piazzole per artiglierie di piccolo calibro, che fiancheggiavano le batterie di grosso calibro di Artesso (mortai da mm 210) e Loco Tocco (cannoni da mm 75 e 149).
    
 


LOCALITA' DI PARTENZA. Sueglio, frazione di Loco Tocco(m 910).
 
ATTREZZATURA.  Quella normale per escursionismo. Preferibili scarponcini alti.
 
DIFFICOLTÀ.    L’escursione non presenta particolari difficoltà, ed è classificabile T2 (E secondo la classificazione CAI).
   Nella prima parte del percorso le indicazioni non abbondonano, ma sono sufficienti per non sbagliare strada. Da Artesso in poi i sentieri sono ben segnalati.
 
SALITA:     m 840.
 
DISCESA:  m 840.
 
QUOTA MASSIMA:  m 1711 slm, alla cima del Monte Legnoncino.
 
QUOTA MINIMA:  m 910 slm, a Loco Tocco.
 
SVILUPPO:  km 14,4.
 
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: 5 ore 15’.
 
TEMPO DI SALITA:  2 ore 45’, compreso le visite alle postazioni della “Linea Cadorna”.
 
TEMPO DI DISCESA:  2 ore 30’, compresa la raccolta delle castagne.   
 
 
DESCRIZIONE PERCORSO.  Parcheggiata l’auto ci incamminiamo lungo la strada in direzione della salita. Percorso un ampio curvone, e superati due edifici sul lato destro, si incontra un sentiero che si stacca sul medesimo lato (non ci sono indicazioni). Lo imbocchiamo e ci inoltriamo nel bosco; poco dopo incrociamo la strada e sul lato opposto, si prosegue per il sentiero, questa volta indicato da una palina segnaletica con l’indicazione “Appostamento d’artiglieria 111”. Continuiamo la salita fino ad arrivare alla strada asfaltata, poco a valle di Monte Letèe, che prendiamo a percorrere in leggera discesa raggiungendo le prime baite di Artesso e, quindi, tagliando un tornante (se ne possono tagliare due: lo faremo in discesa), saliamo all’omonimo laghetto nei pressi del quale sorge un’attrezzata area picnic. Siamo al Gruppo di Roccoli di Artesso: postazione di artiglieria 111 (m 1210; 55 minuti da Loco Tocco).
 
      Per l’aspetto difensivo gli elementi più importanti di ogni Gruppo erano le postazioni di artiglieria, che servivano per indebolire il nemico, in caso di attacco, già a distanza mediante un fuoco di sbarramento che colpisse le colonne in movimento. Il Gruppo dei Roccoli Artesso fu progettato per battere la strada lungo la costa occidentale del Lago di Como, da Dongo fino all’imbocco della Val Chiavenna.
     Il Gruppo di Artesso era costituito da:
  • 6 piazzole con blindatura leggera (un solettone in cemento armato da 60 centimetri di spessore) per mortai da mm 210 di calibro; le piazzole erano collegate fra loro a coppie mediante sottostanti gallerie scavate nella roccia, così da formare tre batterie. Ogni galleria è provvista di vani per il ricovero dei serventi e per il deposito delle munizioni;
  • 250 metri di trincee posizionate davanti alle batterie verso Sommafiume;
  • 660 metri di camminamenti, per collegare trincee e batterie.
Nel 1999 è stata restaurata la batteria più occidentale e parte della galleria (visitabili).
 
     Terminata la visita, ripartiamo verso est in direzione di Roccoli Lorla, transitando accanto ad un roccolo oggi adibito a “stazione di cattura e inanellamento a scopo scientifico” dell’Istituto nazionale di biologia della selvaggina Alessandro Ghigi. Poco oltre, dopo l’incontro con una femmina di cervo che ci attraversa di corsa il sentiero, passiamo dal Rifugio Bellano (m 1271, 10 minuti dalle batterie) e proseguiamo nel bosco, lungo un sentiero in lieve salita che affianca alcune trincee con piazzole per mitragliatrici. Più avanti ci imbattiamo in una postazione di mitragliatrici in galleria (visitabile); quindi giungiamo alla località Roccoli Lorda, impreziosita da un ridente laghetto (m 1445, 55 minuti dai Roccoli di Artesso). Proseguiamo lungo il sentiero che percorre la sponda destra (senso di marcia) del laghetto, attraversando il bosco di larici; poi il sentiero si fa più ripido e sbuca in una panoramica radura e,  dopo un ultimo tratto meno ripido, arriviamo alla chiesetta di San Sfirio (m 1680, circa 35 minuti da Roccoli Lorla).
 
     La leggenda narra che San Sfirio fosse il maggiore di sette fratelli che si ritirarono in eremitaggio, ognuno si un monte diverso del Lario orientale; la sera si scambiavano un saluto accendendo un falò, perché tutti riuscivano a vedersi dai rispettivi eremi. Oltre a San Sfirio c’erano: Margherita, Fedele, Calimero, Ulderico, Defendente e Grato.
    La leggenda ha un fondo di verità: in molti dei luoghi dove nel Medioevo vivevano questi eremiti, poi nominati tutti Santi, si trova ancora oggi una chiesetta a loro dedicata.
    Una prima chiesa fu edificata nel 1200, come riporta una lapide in loco; distrutta da un fulmine, fu ricostruita nel 1709, come riportato in una seconda lapide sulla facciata.
   Lo sperone roccioso sotto la chiesa, fu scavato per l’intera sua larghezza (circa 25 metri) creando due postazioni in caverna per artiglierie di piccolo calibro, che avrebbero dovuto fiancheggiare l’azione difensiva delle grosse batteria di Artesso e di Loco Tocco. Nella stessa caverna fu realizzato un osservatorio a servizio delle postazioni sottostanti: serviva per aggiustare il tiro. L’opera è oggi visitabile grazie a un importante intervento di restauro.
 
     Terminata la visita alla postazione, ci rimettiamo in marcia verso la vetta (m 1711), che raggiungiamo in pochi minuti di sentiero fra le rocce. La vetta, sormontata da una grande croce metallica, e da un cippo con una madonnina, offre uno spettacolare panorama sull’intero Lario e monti circostanti.
 
     Fatto ritorno alla chiesetta di San Sfirio, per il ritorno percorriamo la strada militare fino a Roccoli Lorla, che raggiungiamo in circa 40 minuti. Da questo punto percorriamo a ritrosi la traccia dell’andata e, compresa la raccolta di castagne, facciamo ritorno a Loco Tocco in un’ora e cinquanta minuti.  
 

METEO.  Nel corso della mattina parecchie nubi, che col passare delle ore si sono dissolte. Vento assente. Temperatura a Loco Tocco 19°, in vetta 16°, al termine a Loco Tocco 20°.
 
FREQUENTAZIONESoli fino a Roccoli Lorli, eccettuato un camperista e un paio di ciclisti al laghetto di Artesso; poi diversi escursionisti.
 
COMPAGNI:  Paolo.
 
 

Note bibliografiche:


Tourengänger: Alberto C.
Communities: Hikr in italiano


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