Alpe Toso, Val Sorba


Publiziert von paoloski , 4. Dezember 2022 um 15:59.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:27 November 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:45
Aufstieg: 784 m
Abstieg: 784 m
Strecke:15,8 Km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Varese, Vergiate, autostrada A26 direzione Genova, uscita di Romagnano Sesia, proseguire sulla statale della Valsesia, passare Varallo e proseguire fino a Piode dove si gira a sinistra per salire a Rassa. Parcheggio gratuito nella parte alta del paese.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Bivacco all'Alpe Toso. Letti a castello per 8 persone, coperte
Kartennummer:Geo4Map 1 Valsesia scala 1:25000

Per questa domenica Monica propone un'escursione in Val Sorba, una laterale della Valsesia, che non conosco assolutamente. Ritrovo alle 7,30 ad Azzate, poco prima delle 9 siamo a Rassa.
Il paese è ancora in ombra, studiando l'orientamento della valle e l'orografia ho il sospetto che il sole in inverno qui si veda ben poco, e sembra veramente un borgo che ha saputo preservare le sue caratteristiche.
Scatto qualche foto dal bel ponte a schiena d'asino e poi partiamo per la nostra meta: l'Alpe Toso dove si trova un punto d'appoggio del CAI valsesiano.
La partenza è su una ripida rampa asfaltata che ci fa rapidamente guadagnare circa 150 metri di quota, poi, all'altezza del parcheggio del ristorante Heidi, il sentiero spiana.
In breve siamo all'Alpe Campello dove si trova il bar ristorante, vista l'ora non c'è segno di vita. Proseguiamo su una mulattiera in falso piano che si inoltra nella valle, il sentiero si alza e si abbassa cosicché, pur avendo sempre alla nostra sinistra il torrente, questo si trova a tratti pochi metri sotto di noi ed a tratti in fondo a gole ripidissime punteggiate da numerose cascate.
Giungiamo al vasto pianoro in cui si trova l'Alpe Sorba, le baite sono numerose, poche crollate, la maggior parte ben mantenute e con evidenti segni di frequentazione. Qualche foto e riprendiamo il cammino, poco oltre lasciamo alla nostra sinistra il ponte della Prabella che permette di attraversare il torrente e salire all'Alpe Sorbella.
Il nostro sentiero ora sale più decisamente, supera i ruderi dell'Alpe il Dosso, in lontananza, sul proseguio del cammino, vediamo, finalmente, un tratto soleggiato: finora siamo sempre stati all'ombra e ci affrettiamo per raggiungerlo.
Dalla Bocchetta di Fornei, sul lato orientale della valle, il sole riesce ad illuminare giusto duecento metri di sentiero ma ci bastano per decidere di fare qui una sosta per mangiare qualche biscotto e bere del the caldo.
Ripartiamo e, fatti pochi metri, ci ritroviamo all'ombra, per fortuna non c'è vento e la temperatura è più che accettabile.
Incontriamo diversi forni da calce, ben segnalati da pannelli esplicativi, trovandosi in una zona in cui paiono esserci solo rocce metamorfiche sembrano una presenza incongrua, ma la cartina indica una cava di marmo abbandonata sul versante Ovest della valle, al di sopra dell'Alpe Massucco che raggiungiamo ben presto, tutto si spiega quindi.
L'Alpe Massucco è una bell'alpe, posta in un vasto pianoro e riparata da un imponente motta a cui sembra appoggiarsi. Le numerose deiezioni caprine tutt'intorno, lo stato di manutenzione e le bandierine tibetane mostrano come in stagione l'alpe sia tutt'ora caricata.
Proseguiamo e dopo una rampa di un centinaio di metri siamo all'Alpe Toso, una baita trasformata in bivacco dal CAI Valsesiano. Decidiamo di non fermarci ma di proseguire con l'idea di raggiungere l'Alpe Lamaccia ed il suo lago.
Il sentiero corre a fianco del torrente per un lungo tratto pianeggiante, la neve, incontrata come semplice spolverata  all'altezza dell'Alpe il Dosso, diviene ora una presenza costante ed abbastanza consistente, giunti alla base della rampa di 300 metri che ci condurrebbe all'Alpe Lamaccia, facciamo due calcoli e decidiamo di tornare sui nostri passi: fra salire e scendere ci vorrà più di un'ora, rischieremmo di rientrare a Rassa con il buio. Ritorniamo all'Alpe Toso e visitiamo il bivacco giusto per porre le nostre firme sul libro del rifugio: per mangiare decidiamo di scendere all'Alpe Massucco che da qui vediamo illuminata dal sole.
In discesa incontriamo un solitario escursionista che sta salendo in maglietta! Noi siamo ben coperti dalle nostre giacche a vento. Sosta pranza appoggiati alle pareti della baita dell'alpe scaldati dal sole.
Ripartiamo per Rassa senza fermarci neppure al ristorante Heidi che ora pare pieno di gente intenta a mangiare. Abbiamo deciso di privilegiare la visita del paese e fare lì una sosta per bere qualcosa.
Rassa si rivela essere un vero gioiello con belle case, un magnifico ponte e, visto il periodo, delle decorazioni natalizie che hanno il pregio della sobrietà e dell'artigianalità, senza luci LED, Babbi Natale appesi alle finestre ed altre consimili amenità.
Ci fermiamo a bere qualcosa al Circolo dei Tremendi, il nome di Valle dei Tremendi parrebbe derivare dalla presenza nel 1300 a Rassa dell'eretico Fra' Dolcino e nell'800 del brigante Pietro Bangher. Il locale funge anche da negozio del paese e vi acquistiamo del formaggio locale, che si rivelerà essere ottimo, ad un prezzo onestissimo. 

Bell'escursione nonostante si sia camminato al sole per poco più di un'ora. Certamente la valle nella bella stagione dovrebbe offrire ben maggiori attrattive. Rassa è comunque uno dei borghi più belli che abbia mai visto e vale la pena visitarlo.

Tourengänger: paoloski


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