Valsesia: anello fra le Valli Sorba e Gronda


Publiziert von cai56 , 1. August 2023 um 16:19. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:27 Juli 2023
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:15
Aufstieg: 1569 m
Abstieg: 1525 m
Strecke:Circolare 21,99 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Dall'autostrada MI-TO si prende l'uscita Novara ovest e si imbocca la statale 299 di Alagna. Oltrepassata Varallo, si volge a sinistra al primo ponte dopo Piode e si prosegue lungo Via Frà Dolcino fino a Rassa. Numerosi parcheggi liberi.

La Valsesia la conoscevo solo per un paio di estati di vacanza da bambino e, un poco più recentemente, per qualche escursione scialpinistica; ma il tutto sempre e solo ad Alagna. In questo caso invece, e vista anche la stagione di ferie incipiente, scegliamo un posto defilato, che naturalmente è privo delle cosiddette mete di prestigio delle altissime quote e anche delle "attrattive" tipiche dedicate al turismo stanziale. Grande e piacevolissima sorpresa: il piccolo comune di Rassa (62 residenti) è stupendo, con la sua architettura mista walser-alpina piemontese, dove si riconoscono abitazioni del '500, una pulizia inconsueta ed un'accoglienza discreta e spontanea, grandemente estranea ai simil-luna park di parecchie località rinomate. Le due valli principali che se ne dipartono sono facilmente percorribili sui due sentieri ben marcati che ne seguono il solco; mentre è ben diverso il discorso per il tratto di collegamento dopo lo scavalco del Passo della Gronda: in paese sono esposte su appositi tabelloni varie mappe con i sentieri della zona, con tracciato di massima e numero identificativo, ma nessuno negli anni (e devono essere veramente molti) si è preso la briga di evidenziare che il sentiero 265A - quello che ci interessa - è del tutto dismesso e quasi sempre non reperibile sul terreno. Una volta tornati a casa, una tardiva consultazione del sito del CAI Varallo rivela che il sentiero è stato praticamente abbandonato già nel 2012 (o anche prima, il 2012 è l'anno della compilazione dell'ultimo catasto). La zona in sè non è pericolosa, ma percorrere 800 metri di dislivello in discesa attraverso una foresta di rododendri alti anche un metro, alla fine risulta un poco stancante.


Da Rassa si seguono le indicazioni per un agriturismo e si sale quindi per un tratto su strada cementata; nei pressi del parcheggio terminale, ad un bivio, si prende verso sinistra andando a seguire l'antica mulattiera di valle (proseguendo invece a destra si continua sulla pista "moderna" che serpeggia lunghissima fra maggenghi ed alpeggi arrivando infine a collegarsi con la viabilità dell'Alpe di Mera). La mulattiera, che troviamo quasi sempre selciata, attraversa l'Alpe Campello (agriturismo) e poi percorre lungamente quasi pianeggiante un bellissimo bosco di faggi; la radura successiva ospita le numerose baite sparse dell'Alpe Sorba. Proseguendo, si lascia a sinistra sul fondovalle il Ponte della Prabella ed oltre, sulla destra, la Cascina Antaiüa; più avanti si torna ad attraversare una faggeta lungo un versante più ripido che sprofonda nella forra rocciosa della Gula Talheintha posta alla confluenza di un rivo secondsrio nel torrente della Val Sorba. Da qui il sentiero si mantiene prevalentemente a margine dei boschi e, con successivi strappi in salita, raggiunge i ruderi degli alpeggi del Dosso e di Massucco; una terza salita a fianco del torrente conduce fino al ripiano che ospita, un poco discosto dal percorso, il Punto di Appoggio dell'Alpe Toso, che proprio in questi giorni risulta in rifacimento (con continui voli dell'elicottero che carica materiali edili). Il sentiero, che a tratti risulta ricoperto dai detriti di una piena recente, segue un poco il greto del torrente, poi se ne allontana con una serie di tornanti per salire al piano dell'Alpe Lamaccia, un grosso agglomerato di ruderi a poca distanza del bellissimo omonimo laghetto. Passando accanto ad una cappella votiva, si risale brevemente una valletta sassosa per andare a seguire sulla destra un ampio cengione, dove talora i passaggi rocciosi risultano adattati artificialmente; si affianca per un tratto il torrente emissario dei soprastanti Laghi della Sorba, annidati sotto la Punta Tre Vescovi (vertice delle province VC-AO-BI), poi ci si dirige verso destra per infilarsi nel solco roccioso del Sorba che proprio qui esce dall'amplissima conca dell'Alpe del Prato. L'alpe, ancora caricata con un paio di centinaia di pecore, sorge a margine di questa spianata erbosa che si è formata dall'ormai antico interramento del lago più grande della valle. La cerchia di montagne che circonda l'Alpe Del Prato presenta - ognuna meta di possibili traversate - le aperture verso i territori limitrofi: la Bocchetta di Niel verso Gaby (AO), il Colle del Loo verso Gressoney (AO), il Colle dell'Artorto che torna in Val Sorba (VC) ed il nostro Passo della Gronda verso la Val Gronda-Rassa (VC). Si sale per breve tratto verso il visibilissimo Colle del Loo, per poi svoltare nettamente a destra verso un pendio misto di pascolo e rocce: il sentiero dapprima traversa, poi sale brusco per la massima pendenza fino al non ben distinguibile Passo della Gronda. Le mappe riportano due sentieri a partenza dal passo (ma nessuna indicazione, pur trovandoci sulla GTV - Grande Traversata della Valsesia), ed in effetti si notano due bollature CAI, ma quella di destra si perde subito. Seguiamo quindi la traccia, trascurata ma evidente, del sentiero GTV fino a trovarci sulla verticale del Lago della Gronda (poco più in alto ce n'è un secondo anonimo), per poi scendere in libera fra i cespugli per raggiungerlo. A margine delle acque sorge il Baitino della Gronda con piccola statua della Madonna di Loreto: qui pensavamo di incrociare il sentiero 265A per una rapida discesa agli alpeggi del fondovalle con il loro bel sentiero di accesso... ma invece comincia il calvario. Il pendio non è mai proibitivo, la direzione in fin dei conti è intuitiva, ma tutta la montagna è rivestita da una rigogliosa vegetazione di rododendri che ostacola la progressione e maschera volentieri i buchi fra i massi che, pure loro, non sono quasi mai visibili; in quasi 800 metri di dislivello si incontrano forse una decina di bolli rossi assai sbiaditi e due o tre bandierine CAI ben riposte sotto rocce aggettanti. Raggiunto dopo un'eternità il livello dei pascoli dell'Alpe Piana d'Ovago, fra i rami sorgentizi che vanno a formare il Torrente Gronda, a poca distanza dal bivio per il Punto di Appoggio Alpe Salei, troviamo il sentiero di valle. [Qui, su di una palina con indicazione "Passo della Gronda", che peraltro indirizza verso un greto franoso e la base del pendio di rododendri, compare la nota manuale a pennarello "non più segnalato". Un po' tardiva! ]. Da qui il percorso non ha più caratteristiche peculiari e, più o meno vicino al corso d'acqua, scende costantemente attraversando direttamente o avvicinando numerosi alpeggi; si susseguono l'Alpe Casere (ruderi), l'Alpe Straiga (unica fila di baite poste a scala sul pendio), l'Alpe Goreto (lassù nel bosco), l'Alpe Concrenno (laggiù sul fiume), fino a  Funtana e Rassetta (due veri e propri villaggi abitati almeno in estate). Poco oltre inizia una strada asfaltata che accompagna a Rassa.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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